«Perché sei giù? Non cen'è motivo. Pensa alle cose belle. Pensa a quel che potremotrovare là sotto. Non ti sembra emozionante scoprire qualcosa sottoil campo in cui hai sempre giocato?»
Monica si vide dall'esterno.La classica ottimista che tenta di rassicurare l'amica immersa inproblemi incondivisibili. Poi si accorse che credeva davvero in quelche diceva. Era piena di aspettative, piena di speranza. A volteanche spaventata e in fibrillazione, ma queste erano le regole di ungioco fuori di ogni logica, di un film avventuroso e assurdo in cuirecitava la parte della protagonista. E l'avventura, lo sapevabene, è sinonimo di rischio. Altrimenti non si chiama avventura.
«Sì, molto emozionante,dal momento che non ci posso neanche entrare» replicò Diana.
«Ci entrerai presto, cientreremo tutti, non ti preoccupare».
«E poi ci sono quei ragazzicattivi...»
«Ma Christian ciproteggerà, non è vero Christian?»
Monica si voltò verso dilui e le scappò un sogghigno. Il ragazzo emise un grugnito. Ma Diananon demordeva.
«E Yuri? Come farà avedere cosa c'è là sotto?»
«Ah, ma tu sei preoccupataper Yuri! Vedrai che quando riprenderà a camminare porteremo anchelui. Anzi, ma che dico? Ce lo portiamo subito, con la sua sedia arotelle».
Christian e Diana guardaronoMonica come se fosse pazza. Ma lei sentiva che era un'altra Monicaa parlare, una Monica non perfettamente connessa alla realtà disempre.
«Cosa? Ma che dici? E comepensi di fare?»
«Non lo so... In qualchemodo...»
Soltanto il frusciodell'erba osò sfidare l'attimo di silenzio che seguì.
«Tu ti sei fumataqualcosa!» disse la bambina.
Christian e Dianascoppiarono a ridere di gusto. Ma la risata di Diana si spense in unsorriso meditabondo.
«E voi chi diavolo siete?»
La torcia elettrica diStella Maris illuminò dei volti. Volti sconosciuti e minacciosi.Erano alti e magri, con occhi spiritati, anche loro impegnati astudiarli con le torce. Il più piccolo di loro fece un passo avanti.Era Mirko.
«Te li presento» disse.«Sono gli amici di cui ti parlavo stamattina».
«Abbiamo parlato diqualcosa, stamattina?» replicò Stella Maris.
Un brivido di ilaritàpercorse il gruppetto intruso; Mirko la fissò sfoderando lo sguardopiù caustico del suo repertorio.
«Fa' poco la spiritosa, evedi di non farmi incazzare, altrimenti i miei amici ti riducono inpolpette, tu e il tuo fidanzato Martin... Ah, ma non è lui».
Un fascio di luce colpìThomas, che si schermì.
«No, e se per piacerepotessi moderare i toni, visto che non sei a casa tua».
«Sta' zitto anche tu,capito? E se hai qualcosa da dire lamentati con la tua amichetta econ l'altro tuo vicino di casa».
«Okay, basta adesso»esordì uno dei ragazzi, facendosi largo nel cunicolo. La sua voceroca risuonò lugubremente senza eco in quello spazio angusto.«Cominciate a tirare fuori portafogli, soldi, orologi, tutto quelloche avete in tasca».
Stella e Thomas silanciarono occhiate esterrefatte.
«Devoripetervelo?» sibilò il giovane, e un luccichio tagliente balenònella sua mano. I due rimasero di sasso. Poi Stella Maris esclamò,indignata:
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Le Fronde del Salice
Teen FictionQuando il quindicenne scavezzacollo Christian si trasferisce con la madre nel vecchio Condominio del Salice Argentato, non sa ancora cosa lo attende. Un gatto misterioso, un vecchio nottambulo, rumori dietro le pareti... Quale grottesco segreto nasc...