Lacrime e diamanti

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Stella si accorse che ilnonno la stava guardando con insistenza e gli rivolse un'occhiataimpertinente.

«Diana» disse lui, ad untratto, «ma sei proprio sicura di essere caduta?»

«Nonno» rispose lei, «sonoStella, non Diana».

«Va bene Dia... Stella,rispondi alla mia domanda. Sei caduta davvero o no?»

«Certo che sì! Perché?»

«Mi sembra tu stia cadendoun po' troppo ultimamente. Non è che ti sei cacciata in qualcheguaio come al solito?»

«E tu mi sembra stiaconfondendo i nomi un po' troppo, ultimamente. Non è che ti stavenendo l'Alzheimer?»

«Stella!» esclamò lanonna, scandalizzata. «Come puoi dire queste cose a tuo nonno?»

La ragazza continuò ainanellare perline in fili di nylon, come se niente fosse.

«Beh,sono cose che a una certa età uno deve sapere».

La nonna produsse unoschiocco con la lingua.

«Tutta tua madre!»


Quando il portone si aprì ene uscì Stella Maris, si udì un sospiro di liberazione. Gli amicierano seduti sui gradini che portavano al prato, in trepida attesa.

«Ma quanto ci hai messo?»

Stella si affrettò verso diloro, reggendo un plico sotto braccio.

«È tutta la settimana chela piccola ha le coliche. Sapete, non è bello dormire in camera conuna bambina che fa diarrea e scoregge tutta la notte».

«Risparmiaci i particolari»disse Thomas con voce ostile.

«Ehi! La tua bella ti hamollato? Suvvia!»

Stella gli assestò unapacca sul collo e lui, per tutta risposta, esibì il dito medio.

«Come non detto. Bene.Andiamo nella casetta di legno e riprendiamo la lettura dovel'abbiamo lasciata. Io non sono riuscita a proseguire, sapete, perquella cosa che vi ho detto».

«La tua casa di legno ècrollata».

«D'accordo,come non detto di nuovo. Beh, possiamo leggere anche qui sulle scale,gli inquilini di questo palazzo sono talmente idioti...»

Scartò il cellophane cheavvolgeva il plico come un regalo di Natale, estrasse il diarioantico e lo aprì delicatamente. Un effluvio di carta vecchia liavviluppò come un sogno.

Si erano appena immersinella lettura quando il portone si spalancò di nuovo. Era soloChristian, ma quella visione scosse Monica dalla sua ipnosi facendolaripiombare alla realtà.

«Ehilà, Christian! Chepiacere rivederti!» gridò Stella. L'espressione di Christianpareva dire "piacere mio, figurati..." «Non ti ho ancoraringraziato per il tuo intervento giù nel tunnel!»

«Veramente io speravo solodi recuperare i miei trenta euro» disse Christian balzando in sellaal suo scooter. E se ne andò.

«Dove va?» chiese Stella.

«Da qualche gallinaspennata» disse Laura distrattamente, mentre giocava con ilcellulare. Gli amici le rivolsero occhiate interrogative; lei,sollevato pigramente lo sguardo, sospirò. «Sì, è stronzo, masotto sotto è buono. Però è stronzo».

«Interessante, ma tiabbiamo chiesto qualcosa, per caso?» sentenziò Stella, acida. «Ecomunque non stai bene. Va' a farti curare».

«E tu va' a farti fottere,Stella Maris».

Le Fronde del SaliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora