Capitolo 3

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Alla mia domanda scoppia a ridere. Ride di gusto per poi cercare di riprendersi moderando la sua risata.

"Per un attimo mi sembrava di parlare con mio nonno...anzi, mio nonno ha una mentalità più aperta della tua. Cosa c'è? Noi donne non possiamo divertirci come fate voi uomini?" Continua a ridere scuotendo la testa.

"Ho fatto quella domanda perché di solito voi ragazze non fate niente senza metterci un po' di sentimento" Faccio spallucce leggermente sorpreso dalla sua reazione.

"Mi sembra assurdo fare di tutta l'erba un fascio" La nostra discussione viene interrotta dal ritorno del cameriere con il mio caffè e con il thé alla pesca di Jane.

"Cambiamo discorso, come mai eri in ospedale questa mattina?"

"Dritto al punto eh" Ridacchia scuotendo la testa. "Ho un'anemia cronica e ogni tanto..." Non riesce a terminare la frase che, mettendosi una mano sulla bocca, corre in bagno.
Abbastanza confuso le corro dietro e poggio l'orecchio sulla porta del bagno delle signore.

"Tutto bene?" Le chiedo cercando di sentire una sua possibile risposta attraverso la porta. Non mi risponde, la sento solo vomitare. Cosa le sta succedendo? Dopo cinque minuti la porta del bagno si apre e vedo una Jane bianca cadaverica.

"Non sarai mica incinta?" Ridacchio cercando di sdrammatizzare la situazione.

"Sì, di tre settimane" Sospira cominciando ad accarezzarsi il ventre piatto. Il sorriso sul mio volto scompare e divento serio.

"Ne sei sicura?" I miei occhi non fanno che passare dal viso di Jane al suo ventre, incredulo riguardo ciò che sta succedendo.

"Sì" Ad un tratto me la ritrovo tra le braccia mentre piange. Non so cosa fare, come consolarla, cosa dirle, non mi è mai capitata una cosa del genere.
Improvvisamente smette di piangere e, contro ogni mia aspettativa, comincia a ridere contro il mio petto.
Le alzo il viso per capire cosa sta succedendo. La guardo con aria interrogativa, così smette di ridere. Comincia ad asciugarsi le piccole lacrime che le ricadono sulle guance, causa del troppo ridere.

"Ti sto prendendo in giro" Ridacchia staccandosi dal mio corpo. "Non sono incinta, la nausea è solo un effetto collaterale delle flebo che faccio" Fa spallucce come se fosse una cosa di poco conto.
Non so cosa pensare. Da una parte sono contento per lei visto che non è veramente incinta. Dall'altra parte, invece, non riesco a capire come possa ridere e scherzare su un fatto come questo e su un sintomo così fastidioso ed estenuante. Alla fine le rivolgo un sorriso, questa ragazza è davvero strana.

"E così ti sei presa gioco di me" Rido scuotendo la testa.

"Eh già, però ammettilo: merito un Oscar per la mia interpretazione" Ride mentre torniamo al nostro tavolo.

"Sei incredibile" Dico più a me stesso che a lei. Quella ragazza è così giocosa, simpatica e capace di farsi rispettare dalla gente.

"Allora, è stato bello passare il tempo con te, vorrei rimanere a parlare un altro po' con il mio nonnino, ma ora è meglio se torno a casa. Purtroppo questa non sarà l'unica nausea che avrò oggi" Prende la sua borsetta dal tavolo e non posso fare a meno di notare che le sue mani tremano mentre l'afferra.

"Che succede? Ti senti bene?" La guardo con uno sguardo serio e leggermente preoccupato.

"Non è niente, tranquillo" Scrolla le spalle andando verso l'uscita del bar.
Vado verso la cassa per pagare le nostre bevande per poi raggiungerla verso l'uscita. La vedo poggiarsi al bordo della porta del locale, incapace di reggersi in piedi. Le metto una mano sulla spalla e lei si gira verso di me.

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