JANE'S POV:
La giornata di ieri è stata a dir poco perfetta. Non abbiamo fatto nulla di che, siamo rimasti a casa tutto il giorno, io seduta tra le sue gambe mentre cercavo di studiare e lui dietro di me che cercava in tutti i modi di distrarmi. Riusciva a fare battute sporche anche su un libro come quello di Pneumologia. Abbiamo riso tanto e io non ho studiato granché.
Ora siamo in macchina, diretti verso l'ospedale. È tornata della tensione tra noi, ma è normale, ancora non sappiamo quanto sia fattibile o no la questione della gravidanza. A dircelo dovrà essere la gastroenterologa.Una volta arrivati, scendiamo dalla macchina e Harry si affretta a raggiungermi. Quando siamo uno accanto all'altro, poggia una mano sul mio fianco stringendomi a sé e insieme ci incamminiamo verso l'interno dell'ospedale. Raggiunto l'ambulatorio di gastroenterologia, ci sediamo in sala d'attesa ad aspettare che le infermiere mi chiamino per fare i soliti prelievi del sangue. Oggi ho più sonno del solito, rischio di addormentarmi ogni cinque minuti. Harry ridacchia nel vedermi così assonnata e intenta a non addormentarmi, così mi fa cenno di poggiare la testa sulla sua spalla.
"Meglio di no, se mi addormento rischio di non svegliarmi più" rido scuotendo la testa alla sua proposta. Harry fa spallucce e torna a guardare il via vai di gente nel corridoio e così faccio anche io. Amo tutto questo movimento e, lo so, è strano da dire. Insomma, una persona come me che trascorre molto tempo tra visite e ricoveri, dovrebbe odiare gli ospedali. Invece no perché sono convinta che in situazioni come queste le possibilità sono due: o ne rimani affascinato o li odi. A quanto pare a me è successa la prima cosa ed è per questo che ho deciso di iscrivermi a medicina. Diciamo che in qualche modo sento di poter fare la differenza come medico e creare con i malati un legame di empatia che non si potrebbe creare con un medico che non è mai stato malato. So cosa significa stare male veramente, so che significa stare male e non essere creduti o sottovalutati. Magari è stupido da pensare, ma conoscendo bene le dinamiche del convivere con una malattia, posso far sentire compreso il paziente in un momento in cui ci sembra di essere soli al mondo, in una situazione che nessuna delle persone a noi care può capire. Se avessi avuto io la fortuna di avere un sostegno simile al momento della diagnosi, probabilmente avrei accettato la malattia molto più velocemente e con più facilità. Ormai sono passati cinque anni, per cui me ne sono fatta una ragione, però all'epoca mi avrebbe aiutato sapere di non essere sola in questa situazione. Tutto è stato più semplice quando ho conosciuto Laurel ed Alex. Alex l'ho conosciuto il secondo anno di malattia durante un ricovero. È un veterano del reparto quindi, quando mi affacciavo nel corridoio del reparto, lo vedevo scherzare con tutti i medici e le infermiere. Le nostre camere erano vicine e lui veniva spesso nella mia perché mi vedeva giù di morale e perciò faceva di tutto per farmi ridere e non farmi demoralizzare. Senza contare le innumerevoli volte in cui non riuscivano a trovarmi una vena buona per attaccare la flebo e lui era lì con me in infermeria a distrarmi mentre le infermiere mi bucavano braccia e gambe. Lui è il mio angelo, non so che fine avrei fatto senza di lui. Laurel invece l'ho conosciuta un'anno dopo mentre ero nella sala delle terapie a fare una trasfusione. Mi ha iniziato a parlare senza motivo e per me è stato inevitabile rimanere travolta dalla sua ondata di parole. Da quel giorno ci siamo viste più volte in quella sala e siamo diventate grandi amiche. È la persona più comprensiva e disponibile che io conosca, qualunque problema io abbia so di poter contare su di lei. Potete immaginare la mia felicità quando mi hanno detto di essersi messi insieme. Sono una coppia perfetta e non potevo sperare di meglio sia per Alex che per Laurel. Certo, non è facile stare insieme quando si è entrambi malati perché può capitare che uno contragga un virus che potrebbe passare all'altro, però loro ce la stanno facendo e non potrei essere più felice.
"Jane è il tuo turno" mi dice Kathy sorridendomi.
"Eccomi arrivo" annuisco all'infermiera e mi alzo dal mio posto. Mi sporgo verso di Harry lasciandogli un bacio a stampo per poi dirigermi verso l'infermeria.
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My medicine
RomanceLei è una ragazza pronta a divertirsi ad ogni occasione e che non vuole dipendere da nessuno. Vuole sentirsi libera, senza alcuna proibizione o limite... ma non sempre riesce a fare ciò che vuole a causa di alcuni problemi di salute. Lui non sa da...