Capitolo 42

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"Non mi sembra vero" sussurro tra i suoi capelli. Siamo ancora al letto, ha la nuca appoggiata sul mio petto e stiamo guardando entrambi il soffitto, esausti.

"Già, tu un cantante famoso, chi l'avrebbe mai detto" ride prendendomi in giro.

"Quanto sei simpatica" accenno una risata cominciando a disegnare dei cerchi immaginari sul suo ventre.

"Cosa porterai al produttore? Hai qualche pezzo pronto?" mi chiede giocando con le dita della mia mano libera.

"Sì, vorrei mandargli un pezzo che ho scritto poco tempo fa, però prima vorrei l'approvazione della diretta interessata" affermo aspettando una sua reazione a riguardo. Si volta verso di me mettendosi a pancia in sotto.

"In che senso?" chiede corrugando la fronte e poggiando il mento sul mio petto.

"Potrei aver scritto una canzone su noi due" dico, incastrando i miei occhi nei suoi.

"Dici sul serio?" dice facendo comparire un piccolo sorriso sul suo volto.

"Eh già, non è niente di che, non pensavo l'avrei mai fatta ascoltare a qualcuno" incomincio a spiegare quando lei mi interrompe posando un indice sulle mie labbra.

"La voglio sentire" afferma sorridendo mentre si alza con il busto e trascina anche me su con lei tirandomi per il braccio. Ridacchio nel vederla così ansiosa di sentire la canzone, così mi alzo e afferro i vestiti da terra cominciando a rivestirmi.

"Perché ti rivesti?" chiede confusa.

"Qui non ho la chitarra, senza base non mi va di cantarla" affermo infilandomi i jeans. Annuisce e si alza anche lei dal letto, apre l'armadio e tira fuori la tuta che aveva indosso qualche settimana fa. La infila velocemente e in pochi minuti siamo entrambi pronti. Appena chiude la porta di casa alle sue spalle, con uno scatto mi metto dietro di lei, porto un braccio sotto le sue ginocchia e l'altro attorno alla sua vita, sollevandola da terra e prendendola in braccio a mo' di sposa. Emette un gridolino per lo spavento per poi cominciare a ridere sonoramente. 

"Sono messaggi subliminali questi?" ride e si avvicina alle mie labbra lasciandomi un bacio a stampo.

"Potrebbero" ridacchio cominciando a scendere le scale con lei in braccio.

"No, no, non ti fare strane idee" ride ancora poggiando la testa sul mio petto.

"In che senso? Non mi vorresti sposare?" dico facendo finta di essere offeso dalle sue parole. Ride vedendomi così e lascia un bacio nell'incavo del mio collo, facendomi rabbrividire.

"Non è per te, è che ho un'idea tutta mia sul matrimonio" afferma prima di scendere dalle mie braccia per camminare insieme verso la macchina.

"Ovvero?" chiedo curioso, è un argomento che finora non avevamo mai toccato.

"Ovvero che lo vedo come una forzatura, un vincolo dal quale non si può scappare, anche solo l'idea mi mette ansia" scrolla le spalle incrociando le braccia al petto.

"Sei sempre stata una ragazza abbastanza particolare quando si parla di questi argomenti, hai sempre un'idea non convenzionale" affermo girando lo sguardo su di lei. "Però ricordati che esiste sempre il divorzio" ridacchio dandogli una leggera spallata.

"Lo so, ma non mi convince lo stesso. E' come se si volessero incatenare due persone che alla fine magari rimangono insieme solo perché sono sposate. Invece mi piace pensare che due persone possano stare insieme per sempre perché ogni giorno scelgono di trascorrere la propria vita con la persona che hanno accanto e non perché sono costretti legalmente" dice facendo spallucce e accostandosi alla macchina. Non avevo mai pensato a questo aspetto della questione, riesce sempre a guardare diversi argomenti da angolature non ordinarie. Apro la macchina ed entrambi saliamo a bordo.

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