Capitolo 7

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JANE'S POV:
Sono le dieci di mattina e sono in estremo ritardo, anche questa mattina devo andare in ospedale per la flebo di ferro. Non riesco a capire perché ieri sera ho lasciato le tende chiuse. So che le prime luci del giorno mi avrebbero svegliata in tempo. Beh ripensandoci, non ricordo molto di ciò che è successo ieri sera.
Mi alzo dal letto e mi stropiccio gli occhi guardandomi attorno. C'è qualcosa di strano. Perché il cuscino accanto al mio è fuori posto? Solitamente lo metto sulla sedia accanto al letto visto che ne utilizzo solo uno per dormire. Invece ora è accanto al mio ed è anche tutto stropicciato. Uhm, forse mi sto facendo troppi problemi.
Mi sto dirigendo verso il bagno quando sento uno strano profumo provenire dalla cucina. Curiosa di sapere quale sia la causa di quel profumo così invitante, vado verso la cucina mentre raccolgo i capelli in uno chignon spettinato. Quando entro mi ritrovo davanti un Harry senza maglietta, impegnato a cucinare.

"Ehm, tu cosa ci fai qui?" Dico guardandolo con uno sguardo interrogativo.

"Buongiorno anche a te Jane" Ridacchia togliendo dal fuoco la padella con la quale sta cucinando. "Non so se questa roba la puoi mangiare, se vuoi ti posso cucinare qualcos'altro." Propone mentre apre tutti gli sportelli della cucina alla ricerca dei piatti.

"In che senso non sai se queste cose le posso mangiare?" Lo guardo corrugando la fronte.

"Ieri sera mi hai detto di avere una specie di malattia che riguarda l'apparato digerente, però non sei entrata nei dettagli" Dice mentre mette in due piatti del bacon e delle uova.

"Cosa?" Sono scioccata da quello che mi ha appena detto. Come ho fatto a rivelare una cosa del genere a lui visto che raramente ne parlo con qualcuno? Cosa mi è passato per la testa?

"Qualcosa mi dice che non ti ricordi nulla di ciò che è successo ieri sera, non è così?" Ride mentre poggia i piatti sul tavolo.

"In effetti no, mi ricordo solo che tu mi stavi accompagnando a casa perché avevo la febbre...oh mio dio! Io reagisco in modo strano alla febbre alta, dimmi che non ho fatto cose strane" Dico mettendo entrambe le mani davanti al viso, scuotendo la testa.

"Effettivamente avevi un comportamento strano ma sospettavo fosse dovuto alla febbre" Ride probabilmente al ricordo delle cose che ho fatto.

"Non mi dire che noi due...abbiamo fatto sesso?" Lo guardo con uno sguardo abbastanza preoccupato.

"No, tranquilla, non abbiamo fatto niente." Continua a ridere mentre si siede davanti ad uno dei piatti che ha preparato. "Strano che ti preoccupi dell'eventualità di aver fatto sesso con me, mi sembra non sia una cosa che ti dispiace fare."

"Non è per quello, il fatto è che mi sono promessa di non andare a letto con nessuno dei miei amici. Nel caso succedesse, romperei subito i rapporti con la persona in questione e visto che mi stai simpatico, non mi va di non rivederti più" Gli spiego scrollando le spalle.

"Uhm, okay. Ora mangiamo che sennò si fredda tutto" Dice indicando il piatto accanto al suo.

"Okay però mi devo sbrigare. Tra mezz'ora devo andare in ospedale." Dico mentre mi siedo accanto a lui.

"Per quanto ancora devi fare le flebo?" Mi chiede mentre comincia a mangiare la colazione che ha preparato.

"In tutto sono 6 e questa dovrebbe essere la penultima" Anche io comincio a mangiare quel buonissimo piatto di bacon e uova.

"Invece, per quanto riguarda la malattia, ti va di raccontarmi qualcosa di più?" A questa domanda mi blocco e prendo un sorso d'acqua.

"Ehm, di solito non dico a nessuno della mia malattia, ma visto che te ne ho già accennato qualcosa ieri sera, mi sembra giusto chiarirti le idee sull'argomento." Rimane in silenzio mentre ascolta ciò che ho da raccontargli. "È una malattia infiammatoria cronica intestinale e mi è stata diagnosticata tre anni fa dopo un lungo anno di sofferenza. È una malattia difficile da diagnosticare." Al pensiero di quello che ho passato prima di arrivare ad una diagnosi, mi fa rabbrividire. "Tutti pensavano fossi io la causa del mio malessere. Per un periodo i miei mi costrinsero ad andare anche da uno psicologo. Pensavano che in realtà tutti i sintomi fossero nella mia testa, come se io mi stessi inventando tutto." Sospiro al ricordo dei litigi avuti con i miei genitori a causa della mia 'inesistente malattia'.
Harry rimane in silenzio ad ascoltare il mio racconto. Sono un po' a disagio a parlare di questo con lui, però ormai sa della sua esistenza e mi sento in dovere di chiarirgli le idee.
"Alla fine la mia attuale gastroenterologa mi disse che avevo il morbo di Crohn a cui per ora non c'è cura. Per fortuna qualcosa di positivo ne è uscito fuori da questa situazione, ovvero, ho conosciuto due delle persone più importanti della mia vita: Alex e Laurel. Alex ha il mio stesso problema mentre Laurel ha un altro tipo di malattia. Da quando ci siamo incontrati, siamo stati l'uno la forza dell'altro." Sorrido pensando a quelle due persone troppo importanti nella mia vita.

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