Capitolo 48

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            OTTO ANNI DOPO

HARRY'S POV:
"Porto io Charlie a scuola?" chiedo infilandomi le scarpe.

"Sì, ti prego, sono distrutta" afferma prima di buttarsi a peso morto sul letto. "Spero solo che mentre sei via Emily non si svegli, ora voglio solo dormire"

"Ci penso io" ridacchio sporgendomi sul letto per lasciarle un bacio a stampo prima di uscire dalla stanza.
"Charlie! Sei pronto?" grido per farmi sentire.

"Sì papà, sono davanti alla porta, sei tu che sei in ritardo" afferma guardandomi dall'ingresso. Indossa già il grembiule e ha lo zaino in spalla.

"Sei tutto tua madre" rido vedendolo lì come un soldatino che mi aspetta. "Prendo tua sorella e andiamo" dico mentre entro nella stanza di Emily. Sta dormendo beatamente e così la sollevo delicatamente per non svegliarla. Meglio portarla con me, Jane è appena tornata dal turno di notte ed ha bisogno di riposare. Esco dalla stanza con lei in braccio e vado verso Charlie.

"Andiamo" sussurro per evitare di fare troppo rumore. Charlie apre la porta ed usciamo chiudendola insieme, attenti a non svegliare Emily.

"Comunque dopo scuola verrà a prenderti zio Alex" affermo parlando piano.

"Sì! Così posso giocare insieme a Jonathan" esclama contento.

"Shh, ti prego Charlie, non svegliamo questo piccolo mostriciattolo, altrimenti è la fine" accenno una piccola risata visto il suo entusiasmo. Arrivati in macchina, poso lentamente Emily sul seggiolino mentre Charlie prende posto accanto a lei, infilandosi la cintura di sicurezza. Sorrido godendomi la scena per qualche secondo. Charlie si sta sistemando il grembiule che gli si è arricciato appena si è seduto e dei ricci castano scuro gli ricadono sul viso. Emily è immersa in un sonno profondo, la testa poggiata su un lato con i ricci tirati indietro in una piccola coda morbida, e le sue adorabili labbra a cuore, indubbiamente ereditate da Jane, leggermente schiuse.

"Papà andiamo sì o no? Faremo tardi" mi rimprovera Charlie puntando i suoi occhi color nocciola nei miei.

"Agli ordini sergente" ridacchio portando due dita alla fronte imitando il saluto militare. Dopodiché chiudo piano la portiera e prendo posto alla guida.

[...]

"Quindi saremo soli per tutto il pomeriggio?" chiede sgranando gli occhi incredula, mentre mastica un boccone.

"Sì, ho chiesto ad Alex se poteva tenerli lui per oggi, noi ricambieremo il favore tenendo Jonathan il prossimo venerdì" ridacchio lavando le stoviglie del pranzo.

"Aspetta, ma venerdì prossimo abbiamo la laurea di Megan, come facciamo a tenere Jonathan?" mi fa notare prima di bere un sorso d'acqua. Cavolo, ha ragione.

"Vabbè, vorrà dire che non potremo ricambiare il favore, che peccato!" ridacchio asciugandomi le mani con un canovaccio. Ride anche lei scuotendo leggermente la testa.

"Invece con lo studio come farai?" chiede ancora, non sembra vero nemmeno a lei che finalmente riusciremo a trascorrere del tempo da soli, tra i bambini e il lavoro è un evento molto raro.

"Sono passato stamattina dopo aver portato Charlie a scuola. Era tutto in ordine, riusciranno sicuramente a stare senza di me almeno per un giorno" ridacchio avvicinandomi allo sgabello su cui è seduta.

"Quindi siamo finalmente soli.." sorride allacciando le braccia dietro al mio collo non appena sono davanti a lei.

"Sì, cosa potremmo fare?" ridacchio tirandola su in braccio.

"Qualche idea ce l'avrei.." sussurra sulle mie labbra mentre porta le mani tra i miei capelli.

"Sì?" chiedo ridacchiando, portandola in camera da letto.

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