Ormai ho perso il conto del numero di volte in cui siamo dovuti correre in ospedale, ma questa volta è senza dubbio la più brutta. Come una routine che si ripete, sono di nuovo qua, nella sala d'attesa del pronto soccorso ad aspettare di avere notizie. Non riesco a stare seduto e continuo a fare avanti e indietro per il piccolo corridoio che connette la sala al pronto soccorso. Più volte mi è stato detto di mettermi seduto per non essere d'intralcio al via vai dei medici, ma non ce la faccio, sto già lottando contro la voglia di irrompere in quel fottuto pronto soccorso e andare da Jane, se fossi anche seduto a non fare niente probabilmente finirei per cedere. Un altro motivo per cui non sono già lì a cercare di capire cosa sta succedendo, è perché non voglio creare confusione e distogliere l'attenzione dei dottori che in questo momento devono dedicarsi solo ed esclusivamente a Jane. Non mi rimane che camminare avanti e indietro mentre mi tormento con le immagini di Jane con le gambe imperlate di sangue. Perché? Solo questo vorrei sapere. Perché anche questo doveva andare storto? Perché? È tutta colpa mia, Jane aveva considerato seriamente di mettere fine alla gravidanza per non incorrere in altri problemi e io, invece di essere razionale e darle ragione, l'ho convinta a tenerlo. E ora eccoci qui, alla fine di una battaglia che era già persa in partenza.
Sento una mano sulla spalla e mi giro di scatto verso la persona in questione."Non ho ancora capito cosa sta succedendo" mi chiede Lily. Il trambusto della corsa in ospedale ha svegliato Lily e Robin che ci hanno seguito e ora sono con me in sala d'attesa. Non sanno nulla della gravidanza e a questo punto, non so se dire la verità. Jane come la prenderebbe se glielo dicessi? È una persona orgogliosa che farebbe di tutto per non farsi consolare o compatire dalla gente, per cui dicendoglielo forse la metterei in difficoltà.
Improvvisamente la nostra attenzione viene richiamata da un medico che si sta schiarendo la voce."Mi dispiace, non abbiamo potuto fare molto, la situazione era critica. La paziente essendo affetta da immunodeficienza, era predisposta ad una reazione avversa da parte del sistema immunitario nei confronti del feto. Purtroppo ciò è avvenuto, non c'era modo di evitarlo" ad un certo punto non sento più nulla, il dottore continua a parlare ma alle mie orecchie non arriva nemmeno un suono. Durante l'attesa avevo sperato che si trattasse di un falso allarme, ma ogni speranza si è appena infranta. Mi allontano dal medico che continua a parlare con Lily e Robin, e indietreggio fino ad incontrare il muro. Mi accascio a terra portandomi le ginocchia al petto e nascondo il viso tra di esse. È un fottuto tunnel senza fine, un problema dopo l'altro, un malessere dopo l'altro... non ce la faccio più, questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ho bisogno di bere. Così scatto di nuovo in piedi e mi dirigo velocemente verso l'uscita dell'ospedale. Delle mani provano a bloccarmi, credo siano quelle di Lily e Robin, ma mi divincolo dalla loro presa e riesco ad uscire. Salgo in macchina e metto in moto. Comincio a cercare con lo sguardo attraverso il finestrino, alla fine della strada vedo un insegna luminosa e avvicinandomi realizzo che si tratta finalmente di un bar. Mi affretto a parcheggiare e mi fiondo all'interno del locale.
JANE'S POV:
Non so dire cosa provo, perché in realtà credo di non provare nulla. Mi sembra di essere in uno stato di trance, in una bolla d'aria separata da tutto e da tutti. Ho la testa di mia sorella in grembo mentre cerca di abbracciarmi, Robin invece mi tiene una mano accarezzandone il dorso. Io sono immobile, riesco solo a fissare la parete davanti a me. Non sento niente, non riesco a fare niente."Jane, tesoro, dicono che puoi tornare a casa" sento dire in lontananza. Riesco a girare leggermente la testa in direzione della voce e mi accorgo che è Robin a parlare, nonostante io senta la sua voce come se fosse dall'altra parte della stanza. Mi aiutano a scendere dal letto e a rivestirmi. Ci riescono con grande fatica visto che non riesco a collaborare o a facilitargli il lavoro. Mi prendono sotto braccio e mi conducono verso l'uscita dell'ospedale. L'unica cosa che riesco a pensare è che nel parcheggio manca la mia macchina. Sembra non essere un dettaglio rilevante visto che Lily e Robin mi accompagnano tranquillamente verso la loro auto. Mi aiutano a sedermi sul sedile del passeggero mentre Lily si mette alla guida e Robin si siede sui sedili posteriori.
STAI LEGGENDO
My medicine
RomanceLei è una ragazza pronta a divertirsi ad ogni occasione e che non vuole dipendere da nessuno. Vuole sentirsi libera, senza alcuna proibizione o limite... ma non sempre riesce a fare ciò che vuole a causa di alcuni problemi di salute. Lui non sa da...