Capitolo 4

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Siamo tornati in macchina e ci stiamo dirigendo verso casa di Jane.

"Tutto bene?" Giro lo sguardo verso di lei, tornando poi a guardare la strada.

"Stai tranquillo, ora sto bene" Ridacchia scuotendo la testa.

"Sicura? Perché non mi va di andare per la terza volta in ospedale oggi" La sento ridere alla mia affermazione per poi indicarmi la strada che devo seguire.

"Abito in quel palazzo in fondo alla via" Dice indicandomi un palazzo bordeaux.

Parcheggio poco più avanti rispetto a dove si trova il palazzo. Scendo dalla macchina, dirigendomi poi verso lo sportello del passeggero dal quale scende una Jane sorridente. Sono contento che si senta meglio. Insieme ci dirigiamo verso il portone.

"So che i medici ti hanno detto di tenermi d'occhio per le prossime ore, ma se vuoi puoi andare via. So badare a me stessa" Accenna una risata, rivolgendomi poi un piccolo sorriso.

"Non se ne parla, sto un altro po' con te. Almeno finché non è ora di andare perché devo suonare questa sera" La informo per poi continuare "ma se mi dai il tuo numero ti chiamerò ogni volta che potrò. Sai, per sapere come stai...non ti libererai tanto facilmente di me." Sorrido facendole un occhiolino.

"Molti ragazzi hanno tentato di chiedermi il numero con scuse poco credibili, ma questa da questo momento è la mia preferita" Ride aprendo il portone.

JANE'S POV:
Siamo appena entrati a casa mia e ho la necessità di togliermi questi vestiti e mettermi qualcosa di più comodo.

"Fai come se fossi a casa tua, io vado a cambiarmi" Dico sciogliendomi i capelli e passandoci poi una mano. Lui annuisce e così mi dirigo lungo il corridoio che dall'entrata porta alla mia camera da letto. Mentre percorro quel tratto che porta alla mia camera, mi tolgo la canottiera. Non faccio caso al fatto che ci sia Harry, non mi importa di farmi vedere così e poi questa maglietta è troppo stretta e mi sta soffocando.
Prima di entrare in camera, mi giro verso Harry per dargli delle indicazioni così che si possa tenere occupato durante la mia assenza.

"Se ti va puoi mettere un po' di musica. Lo stereo è sopra la TV in salone." Voglio essere gentile con lui, anche perché in quel poco tempo che siamo stati insieme è stato fin troppo gentile con me senza che io ricambiassi. Non ho però messo in conto il fatto di essere senza maglietta, così invece di metterlo a suo a agio l'ho messo in imbarazzo. Il suo sguardo passa dal mio viso al mio reggiseno. Finché non distoglie lo sguardo, guardando altrove. Annuisce in accordo alla mia proposta ed entra in salone. Pochi minuti dopo "Hey mama" di David Guetta e Nicki Minaj risuona per tutta la casa.

HARRY'S POV:
Ascolto la canzone alla radio, canticchiandola, mentre mi guardo attorno. Ripenso a quando Jane si è voltata verso di me con addosso solo i jeans e il reggiseno. Il suo reggiseno. Era a balconcino e mi ha fatto fare pensieri poco casti su di lei. Ci ho messo un po' per distogliere lo sguardo dal suo corpo, non che a lei desse fastidio, anzi, sembrava comunque a suo agio. Le mie riflessioni vengono interrotte da una Jane con addosso solo una maglietta larga che le arriva a metà coscia. Mi viene automatico pensare che quella maglietta appartenga ad una delle sue conquiste. Non è di certo una maglietta da donna, io ne ho una simile. Comincia a muovere i fianchi sorridendo e ondeggiando al ritmo della musica. In tanto con le labbra mima le ultime strofe della canzone. Mentre si muove, si intravedono le sue mutandine. A quanto pare si trova molto a suo agio a stare mezza nuda davanti a me.
La canzone successiva che trasmette la radio è 'Shut up and dance' di Walk the moon. Mi fa cenno con l'indice di raggiungerla. Io faccio 'no' con la testa e lei, insieme alla voce del cantante, mi dice "Shut up and dance with me". Stai zitto e balla con me.
Così mi alzo e la raggiungo. Cominciamo a ballare e a cantare insieme le parole della canzone. Così arriviamo al pezzo finale in cui il ritornello viene cantato due volte: la prima in maniera più lenta, la seconda in maniera più energica.
Il penultimo ritornello mi mette a dura prova. Guardarci negli occhi mentre la canzone diventa più lenta, rende questi secondi molto intensi e non so con quali forze riesco a trattenermi dal fare cose di cui sicuramente mi pentirei, come ad esempio baciarla. Non so perché ho avuto quell'istinto, forse per l'atmosfera che si è creata. Però non voglio 'rovinare' o 'affrettare' le cose, così evito di compiere quel gesto.
Fortunatamente il ritornello lento viene sostituito da quello più vivace. Così Jane ritorna a ballare come se non ci fossimo mai fermati durante quei secondi.
Finita la canzone, guardo l'orologio che si trova sulla parete alle spalle di Jane. Le prove iniziano tra un quarto d'ora e lo spettacolo tra un'ora.

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