Capitolo 31

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JANE'S POV:
È passato un mese da quel giorno di marzo. Un mese in cui la mia unica famiglia sono stati Alex e Laurel che si sono praticamente trasferiti a casa mia. La povera Laurel ha dormito per un mese sul divano, mentre io ed Alex dormivamo in camera da letto. Alex, la mia roccia, con lui ho ricominciato a dormire più o meno serenamente. Da sola finivo per passare la notte senza chiudere occhio, con lui al mio fianco invece sono riuscita a dormire anche sei ore a notte, un vero e proprio miracolo. Un'altra fortuna è stata quella della fine delle lezioni e l'inizio del tirocinio in nefrologia. Passare tutto il giorno in ospedale mi ha tenuto molto occupata, per cui ho avuto poco tempo per pensare e stare male. Sono anche tornata in ospedale per la visita mensile dalla gastroenterologa e abbiamo deciso di intraprendere un percorso terapeutico con la talidomide. Voglio stabilizzare una volta per tutte la malattia, in modo da poter vivere serenamente per almeno qualche anno.
Il turno in ospedale è appena finito, ora sono nella sala dei tirocinanti a togliermi il camice e rivestirmi per tornare a casa. Mentre esco dalla stanza mi ritrovo davanti Robert, in questo mese non abbiamo fatto altro che evitarci. Mi dispiace molto aver perso la sua amicizia, per me è stato un periodo molto difficile e in questi casi la prima cosa che faccio è allontanare tutti, è un mio difetto, non posso farci nulla. Lo vedo chinare la testa e oltrepassarmi per entrare nella stanza. Prima o poi gli parlerò, ma non oggi. Sento il cellulare vibrarmi in tasca e lo prendo per vedere chi mi stia cercando. Ho due messaggi, uno da Laurel e uno da Hannah. Apro prima quello di Laurel, mi avverte che lei ed Alex saranno fuori questa sera e vuole sapere se me la sento di rimanere da sola. Le rispondo che non c'è problema, sopravviverò. Dopodiché apro il messaggio di Hannah, vuole sapere se alla fine ci sarò o no questa sera all'inaugurazione della sua scuola di danza classica. Me ne ero totalmente dimenticata. Una parte di me vorrebbe rifiutare e rifugiarsi a casa, ma non posso continuare a nascondermi dal genere umano. Le rispondo quindi che andrò molto volentieri.

[...]

Hannah mi aveva avvertito che sarebbe stato un evento molto formale, ma non pensavo di ritrovarmi in un posto così altolocato. Un po' mi viene da ridere per la contraddizione che è quella ragazza. Quando si tratta del suo lavoro è tutta perfettina e diligente, per il resto è una persona super caotica e disordinata. Ad ogni modo, sono contenta di aver azzeccato il dresscode almeno una volta, non mi sento troppo fuori luogo.
Sono con Claire che mi sta raccontando del suo ultimo reportage in Africa. Non sto seguendo molto il suo discorso, ancora faccio fatica a non estraniarmi e a non perdermi nei miei pensieri. Mi limito ad annuire, la mia testa è altrove.

"Ah comunque a momenti dovrebbe arrivare Ed" annuncia dando un'occhiata al cellulare. Annuisco ancora, facendo spaziare lo sguardo sulla parete dietro di lei.
"Lo so che sono noiosa, però non ti ci stai nemmeno impegnando a fare finta di ascoltarmi" ridacchia prima di bere un sorso di champagne. Merda, devo ancora riprendere la mia vecchia abilità nel fingere davanti alle persone.

"Scusa, oggi è stata una giornata pesante in ambulatorio" affermo accampando una scusa plausibile.

"Certo che non sei un attimo tranquilla, sempre di corsa in qualche ospedale" ridacchia portando poi lo sguardo alle mie spalle.
"Ah eccoli che arrivano" afferma facendo un cenno con la mano a qualcuno dietro di me. Così mi giro per capire a chi si stia riferendo e, contro ogni aspettativa, mi ritrovo davanti Ed, David e Harry. Harry. In questo mese non ci siamo visti né sentiti, mi fa strano rivederlo. Vedo anche lui abbastanza sorpreso nel trovarmi qui, per cui nemmeno lui si aspettava di incontrarmi.

"Proprio non ce la fate ad arrivare in orario eh" Claire li rimprovera mentre si mette di fianco ad Ed.

"Ci facciamo desiderare" ridacchia Ed prima di lasciarle un bacio. Okay, mi sento un po' a disagio davanti alle loro effusioni, in più sento lo sguardo di Harry che mi sta scrutando dalla testa ai piedi e, non so, non ci sono più abituata.

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