Capitolo 20

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HARRY'S POV:
Vengo svegliato dal rumore di una porta che si chiude. Mi alzo lentamente dal letto stropicciandomi gli occhi e cerco di fare mente locale. Tutto d'un colpo mi torna in mente ogni dettaglio della scorsa notte. Jane. Mi giro di scatto verso l'altro lato del letto e vedo un biglietto sul cuscino accanto al mio. Mi affretto a prenderlo per leggere il suo contenuto.
'Ora hai tutte le carte in tavola per decidere, fai la tua scelta'
Ha ragione, devo prendere una decisione. Samantha o Jane?
Il mio porto sicuro o il perenne mare in tempesta?
Sento di nuovo la porta di casa chiudersi e questa volta mi alzo per andare a vedere a cosa è dovuto tutto questo via vai. Trovo Josh sul divano che si massaggia le tempie.

"Sei tu che stai uscendo ed entrando in casa di continuo?" chiedo corrugando la fronte.

"No, sono appena rientrato" sussurra continuando a massaggiarsi le tempie. Probabilmente il rumore della porta che mi ha svegliato, era dovuto a Jane che se ne stava andando.

"Comunque ho incontrato Jane al portone del palazzo" mi informa confermando i miei sospetti.

"Mh, okay" dico scrollando le spalle con nonchalance. Non voglio che faccia domande a riguardo. Eppure, mentre sto per entrare in cucina, Josh se ne esce con "Non lasciartela scappare". Cosa?

"Hai detto qualcosa?" chiedo incredulo, girandomi verso di lui.

"Non fare il coglione, non lasciartela scappare" dice mentre lo vedo prendere un'aspirina dalla confezione sul tavolo.

"Cosa intendi?" chiedo, ancora dubbioso sul significato delle sue parole.

"Ti ricordi Louise?" mi chiede dirigendosi verso la cucina.

"Certo, siete stati insieme una vita" rispondo mentre lo seguo in cucina. Proprio non capisco dove voglia arrivare.

"Siamo stati insieme sei anni" precisa prendendo un bicchiere, riempiendolo d'acqua per poi buttarlo giù tutto d'un sorso per prendere l'aspirina.

"Quindi?" chiedo impaziente, nell'attesa di una risposta concreta che possa chiarirmi quale sia il nesso tra la storia che ha avuto con Louise e la situazione in cui mi trovo con Jane.

"Quindi di Louise ce n'è solo una e l'ho capito troppo tardi" afferma con una serietà che non gli ho mai visto. "Non fare il mio stesso errore, non lasciarti scappare Jane"

"Non credo sia la stessa cosa" scuoto la testa poggiandomi sullo stipite della porta. "Insomma, tu e Louise non avevate gli stessi problemi che abbiamo io e Jane. Io e lei abbiamo concezioni diverse dell'amore e su come si ami una persona." Sono abbastanza confuso dal discorso fraterno di Josh, soprattutto perché le differenze tra le nostre relazioni sono abissali. E poi ho ancora problemi a pensare lucidamente visto che continuano a passarmi davanti le immagini di lui che bacia con foga Jane.

"Innanzitutto Louise non è venuta a letto con me" dico mandandogli una frecciatina. Voglio fargli capire che lui non c'entra niente con questa storia e non può darmi consigli a riguardo. "E poi stiamo parlando di una persona che tu conosci a malapena, non sai cosa abbiamo passato io e lei" continuo, rivolgendo lo sguardo su di lui per capire cos'ha ora da dirmi dall'alto della sua saggezza. Lo vedo ridacchiare scuotendo la testa. Cosa cazzo ha da ridere ora?

"Io e Jane non siamo mai andati a letto insieme" afferma lasciandomi senza parole. Mi sta prendendo per il culo?

"Stai scherzando?" chiedo passandomi nervosamente una mano tra i capelli. Non ci sto capendo nulla, ho bisogno di sedermi e riprendermi da tutto questo.

"Purtroppo no, anche i migliori alcune volte fanno cilecca." ridacchia poggiando il bicchiere vuoto nel lavandino. Poi continua "Giusto qualche palpatina, baci molto intensi..però poi sul più bello si è fermata di scatto dicendomi che la dovevo scusare ma non poteva farlo. Ha cercato anche di andarsene ma ha detto che non si sentiva molto bene e per questo mi ha chiesto di rimanere un po' sdraiata sul letto. Solo che poi ci siamo addormentati e, beh il resto già lo conosci"
Non ci posso credere. Tutto d'un tratto mi sento più leggero, come se mi fossi tolto un macigno dal cuore. Jane aveva provato a vendicarsi ma a quanto pare, alla fine non ce l'ha fatta. Allora forse era sincera quando diceva di volerci provare. Sono stato io a sconvolgere tutto, chiedendo di più dal nostro rapporto, e poi non le ho dato il tempo di metabolizzare e di pensare seriamente alla mia proposta. Ed ora ho solo causato altro dolore illudendo me stesso di poterla rimpiazzare con qualcun'altra e illudendo anche Samantha che oltretutto non c'entra nulla in questa situazione, e per questo non si meritava di soffrire a causa mia. Devo assolutamente trovarla e chiarire tutto.

[...]

Ho deciso di riprovare a cercarla a casa sua, e così eccomi qui davanti al suo portone senza il coraggio di suonare il campanello. Durante il "viaggio" in macchina ho pensato molto a cosa dirle, ma niente, non so proprio da dove cominciare. Lei ha sempre avuto sospetti riguardo la situazione tra me e Jane ma io ho sempre negato tutto. Invece ora sono qui proprio per dirle che aveva ragione, che non ho fatto altro che mentirle. Improvvisamente vedo la porta aprirsi, rivelandomi una Samantha impegnata a parlare al telefono. Non appena mi vede, si affretta a chiudere la porta di casa a chiave per poi precipitarsi verso la sua macchina. Rimango fermo a fissarla, come se fossi paralizzato. Cazzo Harry, tira fuori le palle e chiarisci questa situazione una volta per tutte. Così mi riprendo dalla mia paralisi e cerco di raggiungerla il più velocemente possibile.

"Ehi Sam" le dico appoggiandomi alla sua auto. Lei taglia corto la conversazione al telefono dicendo un generico 'devo andare, ti richiamo' e rivolge la sua attenzione a me.

"Cosa vuoi ancora da me?" mi chiede impassibile, come se ormai non le importasse più di nulla. Anche se so per certo che non è così, che sono stato uno stronzo e mi merito la sua freddezza e indifferenza nei miei confronti.

"Volevo chiederti scusa, non avevo il diritto di giocare con i tuoi sentimenti, mentendoti su come stessero veramente le cose. Ho cercato di autoconvincermi che le cose tra me e te fossero perfette, che fossi tu l'unica che volevo. Ma purtroppo non decidiamo di chi innamorarci e finalmente ho realizzato che non posso stare senza di lei" dico di getto, senza pensare. Ho speso troppo tempo a cercare di capire cosa dirle ed ho concluso che il modo migliore fosse quello di essere totalmente sincero con lei. Non si merita altre bugie.

"In parte è anche colpa mia. Volevo così tanto che funzionasse tra noi che ho ignorato qualunque tipo di segnale d'allarme che vedevo nei tuoi comportamenti. Ho messo anima e corpo in questa relazione, e sono stata stupida a farlo" ammette facendo una piccola risata malinconica e piena di amarezza. "Pensavo anche di rifiutare il posto da chef che mi hanno proposto un paio di giorni fa. È a New York e non sopportavo l'idea di lasciarti qui e andarmene così lontano" La ascolto attentamente e ogni affermazione che fa, per me è una pugnalata al petto. Non avevo veramente intenzione di ferirla così tanto, lei ha investito tutta se stessa su di noi.

"Ora ero al telefono con il mio contatto lì a New York e gli ho detto che accetto la loro proposta. Parto tra una settimana" mi informa con un leggero sorriso sul suo volto. Sono veramente felice per lei.

"Sono contentissimo che tu abbia accettato, è un'offerta che non avresti dovuto mai perdere per colpa mia" le sorrido sinceramente, contento del fatto che abbia questa opportunità per ricominciare daccapo.

"Ora vado che ho alcune cose da sistemare prima di partire. Sarei falsa a dirti il classico 'ci si vede in giro', visto che sto facendo di tutto affinché questo non accada" ammette ridendo e aprendo la portiera della macchina.

"Non posso biasimarti" dico vedendola salire in macchina e chiudendole la portiera. Mi fa un cenno del capo in segno di saluto e la vedo allontanarsi. Mi sento un po' più apposto con la coscienza, sono davvero contento di aver chiarito. Ora manca solamente una cosa da fare: parlare con Jane.

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