Astinenza

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«'Fanculo sto posto» disse Draco, buttandosi sul letto quella sera.
In effetti, avevano riscontrato non pochi problemi quel giorno.
Avevano provato a cucinare, ma mancavano padelle e posate, così si sono accontentati di un semplice tramezzino, al gusto d'immondizia.
Il bagno era impraticabile e nella doccia persino Hermione stava stretta.
La camera da letto, forse, era l'unica stanza che si salvava, fatta eccezione una trave che si stava staccando ed era alquanto pericolosa.
«Non è poi così male. Meglio di una cella ad Azkaban, di sicuro» rispose la ragazza, sdraiandosi anche lei.
«Sono abituato al lusso, Granger, per me è complicato vivere in una specie di topaia» obiettò il biondo.
«Be', dovrai fartela bastare per i prossimi mesi» disse Hermione.
«Mesi?! Davvero credi che io resterò qui per mesi? Assolutamente no» rispose, a tono, Draco.
«Allora mandami un gufo da Azkaban prima di morire» lo provocò lei.
Malfoy sbuffò, fissando il soffitto.
Hermione lo imitò subito dopo.
«È scomodo, il letto» si lamentò.
«L'hai detto tu, dobbiamo farcelo bastare. Se no dormi per terra» scherzò Draco, ma Hermione non la prese bene.
«Ho sonno, meglio andare a dormire» disse, facendo finta di nulla.
«Okay. 'Notte Granger, sognami» rispose, con un sorrisetto stampato sul volto, Malfoy.
La ragazza non poté fare a meno di abbozzare un sorriso, prima di addormentarsi.
***
«Granger? Granger, svegliati» la chiamò Draco, scuotendola.
«Cosa c'è?» chiese, lamentandosi, Hermione.
«È tardi. Mi spieghi che cazzo ci fai per terra?»
«Te l'ho detto che il letto era scomodo» rispose lei.
«Ma io scherzavo dicendo di dormire per terra» disse Malfoy.
«Mh. Che ore sono?»
«Mezzogiorno. Abbiamo dormito un po' tanto».
«Quanti galeoni hai?» chiese Hermione.
«Uh? Perché?»
«Dimmelo e basta» borbottò lei.
«Sono riuscito a recuperarne 200, tu?»
«20, ma credo che i tuoi basteranno» disse Hermione, tirandosi su da terra.
«Non spreco i miei galeoni. Cosa vuoi fare?» chiese, a tono, Draco.
«Dobbiamo comprare le cose essenziali. Cibo, acqua, almeno una padella e un materasso. Di quelli convenienti» rispose la ragazza.
«Materassi convenienti, questa è nuova. Dove li andiamo a prendere?»
«Babbani, Malfoy, Babbani. Devo trasformare i galeoni in sterline».
E così fece. I due si cambiarono e si smaterializzarono, senza farsi notare, davanti ad un grande centro commerciale nel centro di Londra.
«Dove diamine siamo?» chiese Draco.
«Centro commerciale. Qua troveremo tutto. Seguimi» esclamò la ragazza, entrando.
Draco fissava in continuazione ogni strano oggetto che vedeva e faceva mille domande a Hermione.
«Cibo, acqua, padella e materasso. O meglio dire, quasi materasso. Abbiamo preso tutto, possiamo tornare» disse Hermione, ma Draco la interruppe.
«Granger, questi cosa sono?» chiese, indicando dei telefoni.
«Sono cellulari. Con quelli puoi chiamare chi vuoi in tutto il mondo» rispose la ragazza.
«Non è così male, il mondo babbano» ammise il biondo.
«Finalmente lo hai capito. Dai, andiamo» disse, dirigendosi alla cassa e pagando.
Si smaterializzarono di nuovo nella casupola e iniziarono a sistemare tutto.
«Malfoy, puoi sistemare tu il materasso? Io non ce la faccio» chiese Hermione.
«Perché non ce la fai?»
«È pesante, quello è un lavoro da uomo».
«Non dire cazzate, Granger. Almeno provaci. Usa la magia, no?» la provocò Draco.
«Stronzo» sussurrò Hermione, per poi dirigersi verso la camera da letto.
La McGranitt le aveva raccomandato di non usare troppa magia, per non essere individuati.
Avrebbe dovuto fare tutto il lavoro a mano.
Tolse il materasso vecchio con fatica, ma la parte peggiore fu mettere quello nuovo.
Era pesante. Provò e riprovo, con scarsi risultati.
Poi, iniziò a boccheggiare. Non respirava più bene.
Cazzo, pensò.
Cercò di respirare profondamente.
«Lascia stare, faccio io» le disse Malfoy, che sistemò il materasso velocemente, anche se con fatica.
«Smettila con questa scenata, sembra che tu stia per morire!» esclamò Draco.
«Io sto per morire, deficiente! Se non te lo ricordassi, potrei morire da un momento all'altro!» urlò Hermione, respirando con fatica.
Draco la guardò boccheggiare.
«Mi vuoi dare una cazzo di mano?! Aiutami a sdraiarmi» esclamò Hermione.
Il biondo le mise una mano sulla schiena e la trasportò sul letto, dove lei si sdraiò.
«Ora va meglio» sussurrò.
«Se ti stanchi così facilmente, sarà difficile fare...»
«Fare cosa?» chiese Hermione.
«Nulla. Scusa per prima, mi ero dimenticato della maledizione di Voldemort» disse Draco.
«Già, finché non hai il veleno nel sangue, non te ne ricordi» rispose, fredda, Hermione.
«Ti ho chiesto scusa» controbatté Draco.
«Oh certo, allora sono pronta per il prossimo insulto, tanto poi mi chiedi scusa!» urlò la ragazza.
«Sei nervosa? Dillo subito, così me ne vado» rispose il biondo, urlando anche lui.
«Ecco, bravo, vattene».
Il ragazzo uscì dalla stanza sbattendo la porta.
Stavolta Hermione non pianse, ma trattenne il peso di quella litigata in gola.
Litigava in continuazione con Malfoy e a volte sembrava che tra loro non fosse successo nulla.
Nè baci, né niente.
Hermione era in astinenza di lui.

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