Estasi

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Erano passate 2 settimane da quella notte.
E Draco faceva fatica a resistere alla tentazione di baciare Hermione mentre la vedeva lavare i piatti o asciugarsi la massa di capelli.
Inoltre, aveva pochissime occasioni per poter parlare da solo con lei, dato che Harry e Ron erano sempre fra i piedi. Solo Ginny cercava di lasciarli soli, a volte trascinandosi i due ragazzi dietro.
Draco aveva pensato più volte di portarsi via Hermione, di tornare in quella catapecchia che, nonostante tutto, era stato il luogo testimone del loro amore.
Quella mattina ricevette una lettera.
-
Caro Draco,
Mi manchi tanto.
Ci manchi tanto.
Abbiamo avuto il permesso di scriverti solo perché è probabile che non resteremo vivi a lungo.
Tuo padre è malato gravemente, ma qua a nessuno importa. Io non so cosa farò, ma non mi lasceranno andare via di sicuro. È probabile che fra qualche giorno ci giustizieranno. Non sanno cosa farsene di noi.
Non so dove tu sia, o con chi sia, ma so che sei vivo e che non sei più ricercato. E so che Harry Potter ti ha salvato.
Non so quanto mi resta da vivere, ma mi raccomando: fai il bravo e ricordati che ti vogliamo bene. Qualunque cosa accada.
                                                                                                                Mamma
-
Draco lesse 5 volte ciò che la madre, Narcissa, gli aveva scritto.
Poi urlò. E pianse.
Lanciò in aria tutto quello che trovava a portata di mano, quando ruppe una cornice.
Essa circondava una foto di Hermione abbastanza recente: i capelli erano sempre crespi, ma era bellissima mentre sorrideva.
Quella tu l'unica cosa che riuscì a farlo calmare.
«T-tutto bene?» mormorò una voce alle spalle di Draco.
«Sì, scusa...Dove sono Potter e Weasley?»
«Sono usciti, li ho mandati io. Ma cos'è successo qua dentro?» domandò, raccogliendo il frammento di un vaso rotto.
Draco non rispose, ma le diede la lettera di Narcissa.
Hermione la lesse e si coprì la bocca con la mano, mentre gli occhi le divennero lucidi.
«Oh Draco, mi dispiace» sussurrò, poggiando la sua mano sopra quella pallida del ragazzo.
«I-io non so cosa fare. Mio padre è malato, morirà, ma mia madre...Verrà uccisa. Lei non c'entra, non lo merita...»
«Vorrei poter fare qualcosa» disse Hermione, triste.
«Non te ne andare».
«Cosa?»
«Non te ne andare. Resta con me».
Hermione lo abbracciò e gli sussurrò: «Resto».
***
Nei giorni seguenti, Hermione era costantemente indaffarata. Mandava gufi in continuazione, usciva spesso di casa con Harry e questo fece preoccupare molto Draco.
Quest'ultimo, invece, aveva il vuoto negli occhi.
Ogni giorno si chiedeva la stessa cosa.
Li avranno giustiziati oggi?
Aveva paura, soprattutto perché sapeva di essere impotente e quella era la cosa che lo faceva arrabbiare di più.
Quella mattina, Hermione e Harry dormirono fino a tardi.
Erano tornati alle 2,00 di notte e Draco ormai era certo che fra di loro ci fosse qualcosa.
Non si esce fino a così tardi!
Oh, ma che sto dicendo?! Sembro sua madre, pensò.
«Hermione! Alzati, sono le 12!»
«Ginny, lo sai che è terribile tornare alle 2,00 di notte, vero?»
«Tu mi hai detto di svegliarti non più tardi delle 12!»
«Oh, giusto! Scusa, mi ero scordata. Dovrebbe arrivare tra un'ora, se tutto è andato bene» disse Hermione.
Si alzò e si diresse verso il bagno, per farsi un bagno.
Di spogliò ed entrò nella vasca da bagno, piena di schiuma profumata alla vaniglia.
Vi infilò la testa sotto, ma quando tornò a respirare, non era sola.
«Buongiorno Granger, dormito bene?»
Hermione sobbalzò, facendo fuoriuscire dell'acqua dalla vasca.
«Che diamine ci fai qui?!» urlò.
«Oh, be', pensavo di guardarti mentre facevi il bagno. O non posso?» chiese lui, con un sorrisetto malizioso.
«Certo che non puoi!»
«Vuoi che chiamo Potter? Lui può?»
«Che cazzo stai dicendo?! Ascolta, non voglio litigare, se sei venuto qui per farmi la scenata gelosa sei pregato di uscire!»
Draco sospirò.
«Sì, scusa...Ti vedo spesso con Potter, pensavo che potesse esserci qualcosa» si giustificò lui.
«Non sono così stupida, pensavo ti fidassi».
«Mi fido, infatti. Ma ti amo troppo per stare tranquillo» rispose Draco, abbassando lo sguardo.
Hermione arrossì. Non sapeva cosa dire.
«Hermione!» urlò da fuori Ginny.
«Oh Merlino, nasconditi Draco!» sussurrò la ragazza.
Draco non sapeva che fare, ma appena sentì i passi di Ginny avvicinarsi, si tuffò nella vasca con Hermione.
«A che ora hai detto che arriva?» chiese Ginny, aprendo la porta.
«Oh, ehm, alle 13, c-credo» balbettò.
«Tutto okay? Sei rossissima!»
«Assolutamente sì, l'acqua è bollente!» disse, ridendo istericamente.
Ginny la guardò male e uscì.
Draco tornò a respirare.
«Ma come ti è saltato in mente?!» urlò Hermione.
«Non sapevo dove nascondermi! Comunque, chi è che deve arrivare?»
«Vedrai» disse Hermione, respirando velocemente.
«Non è malaccio qua dentro, vero?» la provocò il biondo, avvicinandosi a lei.
«Sono nuda, esci!»
«Ti ho già vista nuda, Granger, e non eri coperta dalla schiuma» disse Draco.
«Dai, esci!»
«Sicura?»
«No. Cioè, sì! Esci» esclamò, imbarazzata, Hermione.
Draco uscì dalla vasca, totalmente bagnato.
«Ci si vede, Granger».
Hermione era in estasi.

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