Incontri e scontri

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«Malfoy».
Draco era sdraiato sul letto di Hermione, ne percepiva perfettamente il profumo.
Harry e Ron lo guardavano con un espressione che emanava rabbia e odio.
Era giorno, Luna e Neville se n'erano già andati la sera prima.
Hermione era rimasta con Ginny nel soggiorno della casa e si era addormentata con quel bellissimo abito addosso.
«Direi che ci devi delle spiegazioni» disse, freddo, Harry.
«A voi non devo nessuna spiegazione» ribatté Draco.
Ron gli puntò la bacchetta addosso.
«Vedi di stare zitto, o ti buttiamo in strada» lo minacciò. «Almeno dalla a Hermione, una spiegazione».
Draco annuì, senza guardarli in faccia.
Ginny entrò in stanza.
«Harry, Ron, devo parlare col coglione. State con Hermione, sta ancora dormendo» disse, e i due obbedirono.
«Se sei venuta per rompere le palle, puoi anche and...»
«Zitto o ti schianto. Adesso dimmi che cazzo ci fai qui, oppure ti costringo con la forza, sia chiaro» lo interruppe la rossa.
Draco era stupito dall'arroganza di Ginny, ma parlò.
«Dovevo proteggerla. L'ho mandata via, ho detto cose orribili. Ma ho dovuto usare una pozione, per aiutarmi a dire ciò che in realtà non avrei mai avuto il coraggio di dire» confessò lui.
«Tu le hai detto di aver sbagliato ad innamorarti di lei! Le hai detto che avevate scopato, quando lei pensava che fosse amore vero quello fra voi. L'abbiamo trovata senza sensi a terra! In più, ha costretto Harry a convincere chi ti cercava a lasciarti stare! Ti rendi conto?! E ora tu arrivi qui conciato come uno straccio, ubriaco e le svieni davanti, DOPO UN ANNO INTERO IN CUI NON TI SEI FATTO VIVO?!» urlò Ginny.
«Nessuno mi ha detto che non ero più ricercato! Sarei venuto a cercarla prima!» esclamò Draco.
«E pensi che ti avrebbe perdonato? Usa il cervello, Malfoy!»
Harry entrò nella camera.
«Hermione è sveglia».
«Devo parlare con lei» disse il biondo.
«Non ora».
«FATEMI PARLARE CON LEI!» urlò.
«NON ORA, HO DETTO» rispose Ginny. «Fatti la barba e tagliati i capelli, sembri Hagrid».
Appena la ragazza uscì, Draco si alzò dal letto e si avviò verso il bagno.
Si tagliò i capelli e si fece la barba, prendendo un aspetto più giovane.
***
Draco non uscì dalla stanza per tutto il giorno, sotto ordine di Ginny.
Mangiò poco e niente.
Erano le 2,12 di notte, quando si svegliò di soprassalto e si rese conto di una cosa: non poteva restare un attimo di più senza parlare con Hermione.
Uscì dalla camera, cercando di fare meno rumore possibile e si avvicinò alla stanza dove dormiva la ragazza.
Non c'era.
Scese le scale e si diresse verso il giardino, era sicuro di trovarla lì.
E aveva ragione.
Hermione era seduta su una panchina di legno. Indossava un maglione di lana color lavanda e dei jeans. Probabilmente si era cambiata per uscire nel giardino.
I capelli ricci e crespi erano mossi dal vento gelato, che la faceva tremare.
Draco si avvicinò a lei e si sedette sulla panca.
Hermione sobbalzò e si asciugò le lacrime.
«N-non ti a-avvicinare» sussurrò.
«Granger, io..» provò a dire avvicinandosi a lei.
«Ti p-prego, non ti avvicinare» ripeté, piangendo.
Draco si allontanò.
Avrebbe tanto voluto asciugarle le lacrime, abbracciarla, baciarla.
«Possiamo parlare, almeno?» chiese.
«Non abbiamo nulla da dirci...»
«Io sì. Devo dirti tante cose, voglio spiegarti» disse il ragazzo.
«Penso c-che non sia il momento g-giusto» rispose Hermione.
Draco le poggiò una mano sulla guancia bagnata e lei chiuse gli occhi.
«Io...T-ti prego, devo tornare da Ginny» sussurrò, continuando a piangere.
Le sue lacrime bagnarono la mano del ragazzo, che però la lasciò andare.
Hermione corse dentro casa.
Draco si sedette sulla panca e prese un respiro profondo.
Cercò di pensare a qualcosa di bello, ma ogni suo ricordo piacevole era legato a Hermione, in qualche modo.
Il loro primo bacio, i regali di Natale, la loro prima volta, la loro seconda volta, la loro terza volta.
Si era portato dietro il braccialetto con la M di Malfoy.
Gliel'avrebbe ridato.
A tutti i costi.

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