Tutto reale

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«Okay, non è un termometro, fin qui ci sono. Allora cos'è?» domandò Draco, che aveva fatto sedere Hermione sul divano del soggiorno.
Quest'ultima non cessava di piangere, si sentiva colpevole, ma non sapeva di cosa.
Forse aveva paura del giudizio di Draco.
L'avrebbe abbandonata? L'avrebbe insultata?
«È u-un oggetto babbano» mormorò. «È un test».
Draco si grattò il mento e si leccò il labbro.
«Un test? Di che cosa?»
Hermione cercò di calmarsi.
Doveva dirglielo, non poteva nascondere una cosa del genere.
«Draco, i-io..Oh Merlino, hai presente quando una donna vomita, cambia umore spesso o cose del genere?»
«Quando ha mangiato troppo ed è nervosa?» chiese il biondo.
Hermione lo guardò torva.
«Avanti, Granger, vai al punto! Non ho voglia di aspettare ancora, stai diventando noiosa!» esclamò Draco, seccato.
«D-Draco, io...»
«Sei sempre così, fai mille giri di parole, fin dal primo anno a Hogwarts, non vai mai dritta al punto!»
«I-io..»
«No! Ora ascoltami, sono stanco di stare qui in piedi come un idiota ad aspettare che tu ti decida a...»
«SONO INCINTA!» urlò, esausta, Hermione.
Le sue lacrime continuarono a scendere e lei fu scossa da vari singhiozzi.
Lo sguardo di Draco era perso, vuoto. Era sbiancato notevolmente.
«T-tu..N-n-noi..Cosa?»
Hermione abbassò lo sguardo.
«Non so come sia successo..Io penso che quella volta, ehm, nella d-doccia, ci siamo scordati l'incantesimo...Scusa» sussurrò, riprendendo il pianto.
Draco non rispose, ma si limitò a dirigersi verso la stanza da letto, lasciando Hermione sola, mentre annegava nelle sue stesse lacrime.
***
Il giorno dopo, Draco non era ancora uscito dalla stanza.
Hermione si era addormentata sul divano, con ancora le lacrime agli occhi.
Alle 10, 23 Draco si decise ad uscire.
La ragazza dormiva ancora, rannicchiata sulla poltrona color porpora.
Il biondo scese le scale di fretta e trovò Hermione quasi subito.
Si chinò davanti a lei e la guardò.
Era così bella: le occhiaie nere contrastavano con la pelle pallida e i capelli erano simili ad un nido di rondini venuto male, ma era fottutamente perfetta.
«Granger..Hey, ricciolina» le sussurrò lui.
Hermione aprì gli occhi lentamente e si perse negli occhi blu del ragazzo.
«Draco..Mi dispiace» mormorò.
«Granger, ti dispiace il fatto che tra 9 mesi darai al mondo una piccola creatura bella come te?»
«N-non sei arrabbiato?»
«Neanche per idea».
Hermione, per la prima volta in 24 ore, respirò di sollievo.
«Pensavo che te ne volessi andare» mormorò lei, posando nuovamente gli occhi su quelli di Draco e sdraiandosi con la pancia all'aria.
«Mai» rispose lui, avvicinandosi al viso della ragazza tanto da farla rabbrividire.
Le passò la mano dietro al collo e la baciò dolcemente.
Hermione era molto sollevata, ma aveva paura.
In fondo era un bambino quello che aveva in grembo.
Quando si staccò, Draco alzò delicatamente la maglietta di Hermione e disegnò sulla sua pancia dei cerchi immaginari con il dito.
«Qua dentro crescerà una piccola riccioluta rompiscatole» disse.
«Oppure un piccolo biondo con la testa dura» proseguì la ragazza, sorridendo.
«Io avrei la testa dura?» chiese Draco, ridendo.
«Oh sì! E io sarei rompiscatole?»
«Su quello non c'è dubbio!»
Hermione mise il broncio, ma non riusciva a non sorridere.
Poi tornò seria.
«Dobbiamo dirlo a tua madre» disse.
«E ai tuoi genitori» continuò Draco.
«A Harry, Ron e Ginny!»
Il biondo sbuffò.
«Anche a Weasley?»
«Draco, era il mio migliore amico. E poi ora ci parliamo. Mi sembra giusto dirglielo» disse Hermione. Notando l'incertezza negli occhi del ragazzo, proseguì. «Fallo per me».
«Mi dispiace...Ma non so resistere agli occhioni che mi fai, quindi accetto. Però, voglio qualcosa in cambio!» esclamò lui.
«Lo immaginavo, in fondo sei Draco Malfoy! Cosa vuoi in cambio?»
«Mmm, vediamo...Potrei chiederti uno spogliarello privato..»
«DRACO!»
«Okay, okay, scusa!» disse, ridendo, il biondo. «Mi accontenterò di un lungo, lunghissimo, bacio».
«Sì, si può fare» rispose Hermione, poggiando di nuovo le labbra su quelle calde di lui.
Stettero lì per un bel po', mordendosi le labbra e sfiorandosi vicendevolmente.
Ed era così bello, così rassicurante, così perfetto, così sbagliato, così assurdo, così meraviglioso.
Sembrava un sogno, come quello che aveva fatto un anno prima.
Ma questa volta era tutto reale.
Hermione ne era sicura.

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