Spiacevoli visite

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«Malfoy, devo dirti una cosa» disse Hermione, appoggiata al corpo del ragazzo.
«Dimmi».
«Non ho ancora capito cosa vuol dire ciò che c'è scritto nel libro delle maledizioni riguardo alla Detestatio. Io ho cercato in vari libri di magia, ma nulla. Non capisco..» ammise Hermione.
«Cara, piccola, dolce Granger, io non ci capisco un cazzo di maledizioni e cure, vorrei poterti dare una mano, ma non ho idea di cosa fare» rispose Draco.
«Mh, meglio non pensarci ora. Comunque, ho scoperto perché profumi di mela verde! Fuori è pieno di meli» disse la ragazza.
«Da piccolo le schiaccavo sotto ai piedi» sussurrò il biondo, ridendo.
«Crudele!»
Un rumore di passi interruppe i due ragazzi.
«Tua madre?» chiese Hermione.
«Già. Dai, vestiti!» esclamò Draco, cercando di non fare troppo rumore.
«Accio vestiti!» sussurrò la ragazza, e si vestì in fretta.
Quando Narcissa entrò in stanza, i due stavano ammirando con interesse i dipinti nella stanza.
«Siete già arrivati?» chiese la donna.
«Hey mamma, siamo arrivati proprio ora! Le stavo facendo vedere i quadri» mentì Draco.
«Oh, sì. Le hai fatto vedere anche il letto, a quanto pare» disse Narcissa, con uno sguardo malizioso sul volto.
«V-volevo provare a vedere se era c-comodo» balbettò Hermione, in risposta.
«Ovviamente. Sentite, stasera abbiamo ospiti» disse la donna.
«Allora non tutti ci odiano, a quanto pare!» esclamò Draco.
***
La giornata passò in fretta e in men che non si dica, era già sera.
«I-io non sono sicura di voler venire» mormorò Hermione.
«Oh, dai, è una cena!» la esortò Draco.
«S-si, però..non ho un vestito!» mentì lei.
«Mettiti dei jeans e una maglietta».
«M-ma io..»
«Granger, è una semplice cena. Mettiti una cosa a caso e stai calma, non è nulla di che!» disse Draco, avvicinandosi a lei con in mano uno smoking nero.
«Mh. Tu metti quello?» disse, indicando la camicia.
Il ragazzo annuì.
«A-allora mi preparo» si arrese Hermione, chiudendosi in un grande bagno, portandosi dietro un vestito che Ginny le aveva regalato, ma che lei non aveva mai messo.
Era composto da un corpetto stretto lilla e una gonna di seta viola.
Era bellissima, ma non se rendeva conto.
Con un incantesimo, riuscì a trasformare i capelli stopposi in tanti, bei riccioli color caramello.
Indossò un paio di scarpe col tacco dello stesso colore del vestito.
Uscì dal bagno, imbarazzata, e si ritrovò davanti un Malfoy in giacca e cravatta. Era stupendo.
«G-G-Granger, tu s-sei...bellissima» ammise, incantato.
Hermione arrossì.
«Anche tu. Ma questa va messa così» disse lei, sistemandogli la cravatta.
Draco la circondò con le braccia e le diede un lungo bacio.
«Ragazzi, mi dispiace interrompervi, ma gli ospiti sono arrivati» intervenne Narcissa.
«Arriviamo» dissero in coro i due ragazzi.
Scesero una lunga rampa di scale, quando Hermione s'interuppe.
Una donna sui cinquant'anni era mano nella mano col marito, probabilmente della stessa età. Stavano parlando con Narcissa. Ma non c'erano solo loro.
Pansy Parkinson era davvero bella. Portava un abito corto color verde, anche se a Hermione sembrava color fogna.
Indossava un paio di tacchi non troppo alti e i suoi capelli scuri erano raccolti in uno chignon ordinato.
«Draco!» squittì la ragazza, saltandogli addosso. «E tu che ci fai qui, Mezzosangue?»
Hermione arrossí, ma non si lasciò abbattere da un nomignolo stupido.
«Sono la sua ragazza, Parkinson» rispose.
«Oh, bene bene, Draco, vedo che ti sei dato da fare durante la mia assenza» disse Pansy, irritata.
«Pansy, smettila..» mormorò il biondo, ma Narcissa li interruppe.
Dopo qualche saluto imbarazzato, si sedettero a tavola. Pansy insistette per stare vicino a Draco, e Hermione fu costretta a mettersi davanti a loro.
Iniziarono a mangiare, mentre Pansy stava attaccata al braccio del ragazzo.
Troia, pensò Hermione.
Ingollo tutto ciò che si trovava sul piatto velocemente, tanto che dovette andare al bagno per sciacquarsi un attimo. Era accaldata.
«Ehm..Scusate, vado un secondo al bagno» disse imbarazzata, incrociando lo sguardo preoccupato e irritato di Draco.
Si allontanò in fretta e si chiuse nel bagno.
«Devo stare calma, devo stare calma» si ripetè.
Poi qualcuno entrò.
«Hey, stai bene?» chiese Draco.
«Sí, mai stata meglio!» mentí Hermione, fingendo un sorriso.
«Mi dispiace per Pansy, lei è molto..ehm..affezionata a me» disse lui.
È molto troia, vorrai dire.
«L'avevo capito. Senti lascia perdere, eh?» disse fredda Hermione e uscì dal bagno.
Tornò al tavolo, seguita poco dopo dal biondo.
«Pensavo ti fossi perso!» esclamò Pansy, facendosi sentire da Hermione di proposito.
Il resto della serata passò fra budini, risatine di Pansy e sbuffi di Hermione.
Al momento dei saluti, era già mezzanotte.
«Bene, Mezzosangue, spero di..ehm..rivederti. O forse no» le sussurrò all'orecchio.
Poi, baciò Draco. Quest'ultimo cercò di staccarsi, ma invano.
Gli occhi di Hermione si velarono di lacrime.
«Ciao, amore ».
Draco guardò Hermione, rosso come i capelli di Ginny.
La ragazza abbassò lo sguardo.
Non era debole.
O meglio, non lo voleva dare a vedere.

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