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Settembre e ottobre passarono così rapidamente che quasi non me ne accorsi. La maggior parte del mio tempo era occupato dal college e dallo studio. Mi dedicavo con tutta me stessa a costruirmi un futuro solido. Era da tempo che non scrivevo. Questo non significava che mi ero dimenticata della mia passione più grande, ma semplicemente non avevo idee. Non avevo mai creduto al cosiddetto blocco dello scrittore, ma ora che vi ero dentro completamente mi rendevo conto di quanto fosse faticoso. Continuavo, tuttavia, a tenere un diario giornaliero. Qualche volta annotavo soltanto quello che avevo fatto quel giorno, altre volte invece mi fermavo a descrivere i miei sentimenti, le mie emozioni e le mie sensazioni.

Sorprendeva anche me rendermi conto che passavo più tempo con Kyle di quanto io stessa volessi ammettere. Ogni mattina mi lasciava un cupcake di Kim sul tappeto fuori dalla porta. Qualche volta era accompagnato da un bigliettino con il buongiorno, oppure mi lasciava scritto il programma della giornata. C'è da dire, infatti, che quando finivamo i corsi alla stessa ora uscivamo a pranzo o facevamo qualcosa nel pomeriggio. O la creperia, oppure il parco per un picnic, o una partita a bowling. Ci sapevamo accontentare, l'importante era che fossimo insieme.

Partecipai ad un paio di feste in quel periodo. Erano ancora delle situazioni in cui non mi sentivo a mio agio, ma lui tentava in ogni modo di farmi divertire. Mi veniva incontro e giungevamo a compromessi, per esempio se lui mi accompagnava a casa presto, io gli permettevo di scegliere il film che avremmo visto il giorno seguente. Già, perché le nostre serate settimanali consistevano in film e popcorn. La maggior parte delle volte le condividevamo con i rispettivi coinquilini, riunendoci in uno o nell'altro appartamento. Mayra e Tyson si erano fidanzati ed insieme erano adorabili. Anche se non l'avrei mai ammesso, ero terribilmente gelosa. Io avevo Kyle, é vero. Ma non stavamo insieme. Il nostro era più un rapporto tra fratello e sorella. May, invece, da quando stava con Tyson sembrava un'altra. Era sempre allegra, entusiasta per ogni singola cosa. Lui era dolce e romantico, di tanto in tanto le portava una rosa che lei riponeva con cura in un vaso in salotto. Vederla mi ricordava costantemente che avevo diciannove anni e mezzo e non avevo mai avuto un ragazzo, non avevo ancora dato il primo bacio ed ero vergine. Però tentavo di non pensarci.

Non parlai più con Kyle della mia famiglia e dei miei problemi con l'autostima e con le relazioni con le persone. Eppure, ero certa che lui tentasse continuamente di farmi dimenticare quel brutto periodo della mia vita. Mi ripeteva in continuazione che ero una ragazza in gamba, con carattere. Mi diceva che ero forte e coraggiosa e che tutti avrebbero avuto qualcosa da imparare dalla mia determinazione e dalla mia forza di volontà. Io mi limitavo a rispondere con un grazie appena sussurrato. Non ero abituata ai complimenti, mi imbarazzavano. E temevo che lui stesse cercando di farmici abituare.

Non lo vidi quasi più con Bethany. Ogni tanto lei gli si avvicinava, durante la pausa o al termine delle lezioni al college. Lui non la cacciava via, ma mi ero resa conto che non era felice della sua presenza. Non sapevo se essere felice oppure no del suo allontanamento dalla bionda finta. Non mi era mai andata a genio e probabilmente non l'avrebbe mai fatto. Eppure, non volevo che lui smettesse di vederla per me. Occupavo la maggior parte del suo tempo e, di conseguenza, lo toglievo a lei. Kyle era mio amico, il mio migliore amico, ma non il mio fidanzato. Se voleva uscire con una ragazza era libero di farlo, anche se si trattava di Beth che mi innervosiva solo a sentirla nominare. Gli avevo detto più volte che non era obbligato a passare le serate con me, ma lui insisisteva. Io non avevo altra compagnia, ma lui sí. Nonostante il mio senso di colpa, però, mi divertivo così tanto che desideravo che i nostri momenti insieme non finissero mai. Maeve non credeva al fatto che fossimo solamente amici. Diceva che era impossibile che avessimo passato due mesi praticamente sempre fianco a fianco senza nemmeno finire a letto insieme. E invece era andata proprio così. Nemmeno un bacio o un gesto intimo. Al massimo ci tenevamo la mano di tanto in tanto, ma niente di eccessivamente romantico. Ammetto di essermi più volte domandata come mai non ci avesse mai provato con me. Non era il tipo da storia seria, l'avevo intuito da sola e lui stesso me l'aveva confermato. Dunque, nulla gli proibiva di tentare di sedurmi. Potrei mentire dicendo che non me ne importava nulla, ma in realtà quel pensiero mi tormentava. Kyle era bellissimo, il sogno proibito di tutte le ragazze. Non volevo stare con lui, non era quello a cui miravo. Ma forse mi avrebbe fatto piacere sentire che qualcuno mi riteneva bella. Avrei tanto voluto che qualcuno, lui in questo caso, mi desiderasse. Non come amica e compagna di avventure, bensì come donna. Ma non me ne facevo un problema, sapevo di non essere alla sua altezza. E probabilmente, se ci fossimo lasciati andare, avremmo rovinato quella bella intesa che si era creata tra di noi.

Per Halloween la confraternita di Trent, il fratello maggiore di Tyson, aveva organizzato una festa. Non era in maschera, ma avevano promesso decorazioni a tema. Non mi era mai piaciuta come ricorrenza, non l'avevo mai festeggiata. Non che avessi mai festeggiato qualcosa, prima dell'arrivo a Stockton. Però Halloween era una di quelle festività che non comprendevo affatto.

"Pronta per la super serata?" mi domandò Kyle. Eravamo al parco, seduti sulla panchina dove ci fermavamo sempre dove le lezioni. Avevamo appena terminato i nostri cheeseburger, comprati nel miglior negozio di panini della zona. Effettivamente, erano una vera delizia.

"Io non ho per niente voglia di una festa" confessai. In realtà, mi ero piuttosto rassegnata al fatto che ci sarei dovuta andare. Era sempre meglio che starmene a casa da sola a rimuginare sulla mia solitudine. Non avevo conosciuto nessun altro oltre alle Hamilton e ai ragazzi del piano di sotto. È vero, avevo incontrato Cameron e Jake, l'irlandese, la settimana dopo essermi trasferita. Ma li avevo solo visti in giro di sfuggita nei mesi successivi.

"Come mai?" chiese.

Scrollai le spalle. "Non sono il tipo da feste, lo sai. Mi annoiano".

"Non ci provi nemmeno a divertirti, Phoebe. Te ne stai lì in un angolo, da sola, senza nemmeno voler bere. Non é stato traumatico quando sei andata sotto alla tua prima festa".

"Non provo a divertirmi perché niente di quello che posso fare alle feste mi diverte, Kyle. Non ci trovo nulla di che nel bere fino a star male o nel saltare come una pazza in mezzo alla pista con la musica a palla" ribattei stizzita.

"Okay, okay, ho capito. Quindi non ci verrai?".

Scossi il capo. Stavo iniziando a cambiare idea, non ci sarei andata davvero. Ripetere ad alta voce i motivi che mi facevano odiare quelle serate mi aveva aperto gli occhi. Non mi importava se Maeve mi avrebbe voluta con lei, doveva capire che non potevo accettare di buttare via del tempo facendo qualcosa che non mi interessava. Come partecipare a quella festa.

"Va bene. Allora non ci andrò nemmeno io. Facciamo qualcosa insieme, ti va?" mi sorrise. Ogni volta che sfoderava quelle splendide fossette rischiavo di cadere ai suoi piedi e necessitavo di molto autocontrollo per non farlo.

"Dici sul serio?" domandai incredula spalancando gli occhi.

Scoppiò a ridere. "Ti si é illuminato lo sguardo, scricciolo. Sono felice di esserne il motivo. Comunque sì, sul serio. Sei la mia migliore amica, no? É un mio dovere passare del tempo con te".

"Non voglio che tu rinunci a qualcosa che ti piace fare per me, Kyle. Non sarebbe giusto" confessai. Chinai lo sguardo sulle mie scarpe vecchie e consumate e pensai che avrei dovuto comprarmi delle converse nuove.

"Non sto rinunciando. Stare con te é quello a cui tengo di più, Phoebe. Giuro. Vedrai, ti porterò in un posto magnifico".

InconsapevolmenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora