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La mattina del 28 dicembre aprii gli occhi particolarmente presto. Eravamo tornati a Stockton la sera precedente, non ero nemmeno andata a letto presto. Ma quel giorno, qualcosa mi fece svegliare prima del solito.

E così, alle 7 e trenta del mattino, feci strisciare i miei piedi fino alla cucina dell'appartamento.

Feci colazione con una lentezza stratosferica. Mi scaldai il latte nel microonde, scelsi i biscotti che avrei mangiato quel giorno - i miei preferiti, con le gocce di cioccolato - e mi accoccolai sul divano con la tazza fumante in una mano e qualche biscotto nell'altra.
Poi mi trascinai in bagno, feci una doccia bollente che mi arrossó rapidamente la pelle. Mi feci la ceretta e mi cosparsi di crema idratante.

Però. Svegliarsi presto la mattina aveva i suoi vantaggi. Mi ero presa i miei momenti di tranquillità prima degli uragani Hamilton.

Che fecero la loro comparsa proprio quando stavo per tornare in camera mia, già con l'idea di sdraiarmi a letto a leggere un bel libro.

Nonostante tutto, mi erano mancate. In teoria sarebbero dovute tornare due giorni dopo. Ma, vista l'insistenza di Maeve per vedere Erick e quella di Mayra per Tyson, i genitori le avevano riaccompagnate prima. Secondo me, li avevano condotti allo sfinimento. Così tanto che, alla fine, le avevano quasi cacciate di casa. Ma questo loro non lo ammetteranno mai.

Quando ci eravamo riviste, la sera precedente, ci eravamo letteralmente saltate addosso. Ed eravamo state lontane soltanto qualche giorno!

"Buongiorno, Phoebe" disse sbadigliando la maggiore delle due.

"Che ci fai già in piedi?" la seguì immediatamente l'altra.

Scrollai le spalle, ridacchiando. "Non avevo sonno. Ma voi, piuttosto? Sono appena le nove. Dove sono finite le due ragazze non svegliatemi prima di mezzogiorno?".

"Abbiamo puntato la sveglia" spiegò May, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

La guardai aggrottando le sopracciglia. "E quindi?".

Maeve si intromise, decidendosi una volta per tutte a dirmi qual era la situazione. "I ragazzi ci aspettano. Giù da loro. Bisogna organizzare la festa per capodanno!".

Ora sí che era tutto chiaro! Solo in quel momento realizzai che non avevamo ancora programmi. Io non avevo mai fatto una festa con gli amici, per capodanno. Era una cosa completamente nuova.

Il massimo dell'ebbrezza l'avevo provata guardando i fuochi d'artificio che un collega di Robert e Christabel aveva acceso nel giardino della nostra villa. Ma li avevo guardati in totale solitudine, dalla finestra della mia stanza, desiderando essere da qualsiasi altra parte.

"Scendiamo giù tra mezz'ora. Fatti trovare pronta" cinguettò la sorella minore, saltellando verso la cucina. Accidenti, questa festa doveva essere una bomba. Solo l'idea, infatti, aveva messo di buon umore Mayra. Normalmente, a quell'ora del mattino era decisamente intrattabile.

Mezz'ora dopo, puntuali come un orologio svizzero, suonammo al campanello dell'appartamento sotto al nostro.

Il cuore mi batteva abbastanza forte. La situazione tra me e Kyle sembrava tornata normale - se poteva definirsi così - ma io non potevo evitare di ricordare quel bacio ogni volta che me lo trovavo davanti.

Ed ora mi trovavo davanti alla porta di casa sua. Avrebbe potuto aprire quella porta a torso nudo. E io non avrei resistito davanti a quella visione. O gli sarei saltata addosso, o sarei svenuta. E non sapevo nemmeno io quale fosse la scelta peggiore.

Tirai un sospiro di sollievo quando ad aprire fu Logan. Pericolo Kyle, scampato.

Quando ci accomodammo sul divano, negli unici posti rimasti, mi sorpresi di non vederlo lì. Probabilmente, dormiva ancora. Chissà, magari sapeva già tutti i dettagli del programma e non gli importava di sentirli nuovamente. Ma se sapeva già tutto, perché non me ne aveva mai parlato?

Posticipai quelle riflessioni a più tardi, quando Tyson prese la parola.

L'intera situazione era piuttosto divertente. Sembrava di essere ad una riunione. Lui parlava, ma nessun altro fiatava. Tutti ascoltavano in perfetto silenzio, pendendo dalle sue labbra.

"Dunque, amici miei. Capodanno si festeggia nella mia casa in montagna. Di solito ci vanno i miei genitori, ma quest'anno la lasciano a me. La baita é sulla riva sud del lago Tahoe, una vera meraviglia. Partiremo domani pomeriggio, così da arrivare là per la sera. Dovrebbero esserci letti per tutti, ma ora ci conteremo esattamente così capiamo come disporci".

Cavolo, non mi aspettavo di partire nuovamente per le vacanze.

Approfittando di un momento di distrazione di Tyson, che annotó qualcosa sul suo telefono, scambiai un'occhiata entusiasta con Mayra. Lei mi feci l'occhiolino, trasmettendomi tutta la sua euforia.

Il suo ragazzo riprese presto a parlare. "Nella camera matrimoniale dei miei genitori dormiremo io e May" le rivolse un sorriso ammiccante. Un'intera risatina si diffuse nella stanza, ma cessò non appena Tyson continuò a parlare.

"Trent, che oggi non c'è per cui perde l'onore di avere la camera di mamma e papà, dormirá con Allison nell'altra camera matrimoniale" annunciò.

Proprio mentre mi domandavo chi fosse la ragazza appena nominata, l'organizzatore si voltò verso di me per spiegarmelo "Allison é la fidanzata di Trent, vedrai che ti piacerà, é forte".

Poi, continuò ad illustrare la disposizione degli ospiti nella baita.

"Ci sono altre due camere. Una ha due letti singoli, ma che si possono unire per formare un matrimoniale: Maeve ed Erick, é vostra. L'altra ha un solo letto, sarà di Phoebe, l'ultima ragazza. Resta soltanto la mansarda, dove ci sono le brandine per tutti i ragazzi che mancano: Logan, Cameron e Jake. Va bene a tutti?".

La mia mente schizzó in men che non si dica a Kyle. Perché non era calcolato? Tyson l'aveva dimenticato? Non voleva venire in vacanza con noi? Con chi avrebbe festeggiato il capodanno? E se fosse stato con Bethany?

Mi resi conto di essermi incantata quando Mayra, seduta accanto a me, mi diede una gomitata.

"Phoebe, ci sei?" chiese ad alta voce. Solo allora mi resi conto che mi fissavano tutti, come se avessero visto un fantasma. Che mi era successo?

Annuii, ancora un po' frastornata. Poi presi coraggio, e feci la domanda che mi frullava per la testa e che aveva causato il mio isolamento momentaneo. "Kyle non verrà?".

Un silenzio glaciale si diffuse nella stanza. I ragazzi si guardavano tra di loro, ma nessuno prendeva la parola. Il panico si impossessó di me, iniziava a mancarmi il respiro.

Logan se ne accorse, e tentò di rassicurarmi. "Non é successo niente, stai tranquilla. É solo che.. pensavamo lo sapessi".

Di nuovo silenzio. Mi stavano dando il tempo di capire, di poterci arrivare da sola? Ma a cosa? Io veramente non riuscivo a darmi una spiegazione.

Fu Maeve a continuare il discorso lasciato interrotto dal nostro amico. "Kyle scompare sempre, in questo periodo. Il 28 dicembre sparisce, non si sa quando torna. In ogni caso, dopo capodanno".

La guardai come se mi avesse appena detto una bugia colossale. Mi sembrava tutto così assurdo.

"Cosa vuol dire che scompare?" domandai, un po' titubante.

"L'anno scorso, quando organizzavamo il capodanno, ci ha detto semplicemente così. Non ha detto né dove va, né perché. Ieri sera ti accompagnata a casa e poi é partito di nuovo. L'anno scorso ha fatto la stessa cosa. É tornato il 2 gennaio, mi sembra. Sembrava un po' scosso, ma non ha risposto a nessuna domanda" spiegò Tyson, senza sapere nemmeno lui che cosa dirmi.

"É strana questa cosa, Phoebe" continuò Cameron "ma lui non ne parla. Prova a domandarglielo tu. In fondo.. voi andate molto d'accordo".

Mi limitai a scrollare le spalle. "Lo chiamerò".

Logan scomparve nel corridoio. Fu di ritorno qualche istante dopo, reggendo tra le mani un oggetto che riconobbi immediatamente. "Non porta con sé il cellulare".

InconsapevolmenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora