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Uscii dalla doccia stringendomi il caldo asciugamano attorno al corpo. Detestavo quando all'acqua bollente del getto si sostituiva il freddo pungente dell'aria. Per questo motivo avevo preso l'abitudine di lasciare l'asciugamano sul calorifero mentre mi lavavo. Contribuiva, almeno in parte, a migliorare la situazione. E così avevo fatto anche in quel normalissimo giorno di dicembre.

L'inverno stava per cominciare ufficialmente. E qualche giorno dopo di lui sarebbe arrivato anche il Natale, con le luci per le strade e i dolci tipici. Sarei rimasta da sola. A meno che Kyle non mi avesse invitata al ranch dai suoi, ma prima di accettare avrei valutato bene la situazione. L'ultima volta le cose non erano andate esattamente per il verso giusto.

Ormai erano passate settimane da quel quasi - bacio, dalle litigate, dalle urla. Ma ancora tutto era perfettamente impresso nella mia mente. I ricordi erano ancora nitidi nella mia mente, così tanto che pensavo che non me li sarei mai dimenticata.

Non eravamo più tornati sull'argomento dopo il Ringraziamento. Maeve e Mayra non sospettavano assolutamente niente, avevo raccontato a loro soltanto le avventure positive di quella vacanza. Avevo descritto gli splendidi nipotini di Kyle, le deliziose pietanze di Lysette, il meraviglioso ranch della famiglia Hudson. Avevo riportato quanti più dettagli ricordavo, tentando di condividere con le mie coinquiline tutte le meraviglie che quei giorni mi avevano permesso di scoprire.

Ormai, io e Kyle eravamo inseparabili. Anche prima del Thanksgiving il nostro rapporto era ormai consolidato, ma a maggior ragione dopo quella vacanza era diventato più forte, quasi simbiotico. Non vivevamo insieme, ma poco mancava. Ero certa che non avrei mai conosciuto una persona più di come conoscevo lui. Ero a conoscenza di tutti i dettagli che lo riguardavano. I suoi gusti, le avventure di quando era bambino. Spesso, anche le sue emozioni. Credevo veramente con tutta me stessa di sapere qualsiasi cosa lo riguardasse.

Quel giorno, per esempio, avevamo un appuntamento per studiare insieme in biblioteca. Si avvicinava il Natale e, con esso, anche gli ultimi test prima delle vacanze. Tre giorni di inferno ci separano dalla pacchia, dal relax totale, dai pomeriggi passati sul divano a bere cioccolata calda.

Dai regali.

Volevo prendere qualcosa a Kyle. Ma non avevo idea di cosa potesse andare bene.

Avevo sempre pensato che fare i regali fosse complicato, ma non avevo mai avuto molte occasioni per mettere alla prova le mie capacità in merito. Nonna Philippa era contenta con qualsiasi cosa, ma in modo particolare amava ricevere un ditale nuovo ogni anno. E così, la accontentavo. Nelle prime settimane di dicembre Birmingham si riempiva di bancarelle natalizie, ed io cercavo quelle dell'usato, oppure quelle che mi sembravano possedere oggettini particolari, ed acquistavo il mio regalo.

Mi infilai un paio di jeans chiari, skinny e a vita bassa. Non avevo tempo per pensare ad abbinamenti più complessi, così presi rapidamente un enorme maglione nero, in lana, che teneva un gran caldo, e me lo infilai dalla testa. Converse nere, come sempre. Cappotto. Zaino in spalla. Fatto. D'altronde, stavo andando in biblioteca con il mio migliore amico. Non era di certo una situazione che richiedeva eleganza e raffinatezza. Giusto? Kyle non era di certo interessato al mio aspetto fisico.

Feci un urlo per salutare le mie coinquiline. "Sto uscendo!" dissi a gran voce prima di chiudermi il portone alle spalle.

Scesi le scale saltellando, rendendo evidente il mio entusiasmo quasi infantile. Schiacciai tre volte il campanello dell'appartamento sotto al mio per avvisare il mio migliore amico della mia presenza.

Neanche dieci minuti dopo, eravamo in biblioteca circondati da pile di libri e quaderni ricoperti di appunti. Studiavamo bene, insieme. In realtà, andava bene fare qualsiasi cosa, insieme. Anche studiare sembrava meno pesante, con Kyle. Se qualche mese fa mi avessero detto che mi sarei legata in modo così profondo a qualcuno, non ci avrei creduto. Phoebe Parker non era mai stata socievole, ma con le persone giuste era in grado di diventarlo. Assurdo, davvero assurdo.

Qualche ora dopo tornavamo a casa sul suo pick up, esausti e con la testa brulicante di nozioni delle più svariate materie. Mi ripetevo lentamente qualche pagine di astronomia ed ero così concentrata, che non mi accorsi nemmeno di quello che Kyle mi stava dicendo.

"Come, scusa?".

"Scricciolo" esclamò ridendo "ho parlato cinque minuti!" - continuò, tirandosi una pacca finta disperata contro la fronte.

"Stavo ripetendo astronomia. Saresti così gentile da ripetere da capo, emh... tutto quanto?".

Mi fece un sorriso sghembo e ricominciò a parlare. "Mamma ha già preparato il menù per Natale. Continua a chiedermi consiglio per i regali a Noah, Nan, Nat e Owen. Come se io ne sapessi qualcosa di giocattoli per bambini" ridacchiò.

"Tu hai già preso tutti i regali?" domandai curiosa, ricordando che dovevo ancora cercare qualcosa per lui.

"Praticamente sí. Devo soltanto ritirare quello di Kim. Poi ho finito" mi fece l'occhiolino aprendo la portiera e saltando giù dal veicolo. Non mi ero nemmeno accorta che fossimo arrivati, la solita sbadata. "E tu?".

Mi venne un attimo di panico. Aveva pensato già a tutti i regali, ed io avevo solo qualche idea. Per Maeve e Mayra. Ma non sapevo assolutamente cosa regalare a lui.

"Devo andare a prendere quello per Maeve e Mayra, ma penso di aver scelto" spiegai, mentre salivamo le scale per il primo piano. Mi fece cenno di entrare nel suo appartamento, e mi tenne anche aperta la porta. Sembrava non ci fosse nessuno. Un grande silenzio riempiva l'abitacolo.

"Per il resto, però, sono in un mare di guai" continuai, con un leggero tono di preoccupazione nella voce che non dovette sfuggirgli.

Appoggiai il cappotto e il mio zaino su una sedia, mentre lo sentivo replicare. "Non voglio nulla da te, scricciolo. Non stare ad impazzire. Il mio regalo lo ho già, ed é passare il Natale con te".

Che cosa? Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva.

"Oh, no, non posso venire da te a Natale. Posso passare il Ringraziamento, ma Natale é la festa più importante di tutte. Va passata con la propria famiglia. Io non posso esserci, Kyle" dissi impacciata, sputando fuori quelle parole ad una velocità impressionante.

"Non ripeterlo, scricciolo. Tu sei la mia famiglia tanto quanto lo sono le mie sorelle. Non cambia nulla. E poi, per il mio regalo ho bisogno che tu venga al ranch. Anche volendo, non posso portarlo io da te".

Mi presi qualche istante per elaborare quanto avesse appena detto. Mi aveva appena descritta come una sorella.

La testa stava iniziando a farmi male. E non ne capivo il perché. Mi sentivo come se qualcuno mi avesse tirato un secchio di acqua gelida addosso. E non ne capivo il perché. Come se mi avessero aperto gli occhi su una verità che non volevo realmente prendere in considerazione.

Ma perché?

Sapevo che tra me e Kyle c'era una forte amicizia. Dannazione, era il mio migliore amico. Era normale che mi considerasse una specie di sorella. Nei film che guardavo con la nonna spesso succedeva così.

Perché me la prendevo tanto?

Immediatamente, come un flashback, mi tornò in mente quello che mi aveva detto durante le vacanze per il Thanksgiving, a casa dei suoi genitori.

"Sorridi, Phoebe. Quando lo fai divento matto. Il mio autocontrollo vorrebbe andare a puttane, perché vorrei prenderti, sbatterti contro un muro e baciarti".

Non ero più certa di conoscere Kyle fino in fondo. Perché non avevo la più pallida idea di quale fosse il suo vero pensiero su di me.

Nella mia mente c'era una così grande confusione di pensieri che nemmeno io sapevo tutto ciò che mi passava per la testa in quel momento.

Su una cosa, però, ero dannatamente certa.

Non ero più sicura di preferire Kyle in versione fratello. Il mio ruolo di sorellina minore stava iniziando a starmi troppo stretto.

InconsapevolmenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora