Mentre la macchina sfrecciava in autostrada, mi concessi qualche ora di totale relax. Guardavo fuori dal finestrino, ma non osservavo realmente quello che mi trovavo davanti. Il paesaggio era meraviglioso, per carità. La neve, poi, rendeva tutto più magico e luminoso. Ma non ero in vena di ammirare quella bella vista. Guardavo fuori, ma con la mente ero da un'altra parte.
Non credevo di aver mai pensato tanto quanto feci durante quel breve viaggio. Probabilmente, il perché era fin troppo scontato. Non avevo mai vissuto giorni così intensi come quelli appena passati.
La notte di capodanno era stata memorabile. E la ragione era piuttosto ovvia. Il bacio con Kyle - e che bacio - mi aveva aperto un nuovo mondo. Ero stata catapultata in una dimensione parallela, in una realtà che avevo solamente letto o visto nei film. Quella della sensualità. Quel bacio aveva rivelato una parte di me che non sapevo nemmeno di possedere. Peccato che poi ne fossi rimasta ferita.
Ancora una volta, mi era sembrato che Kyle avesse preferito Faith ed Helena, piuttosto che me. E mi aveva usata per non pensare all'arrivo del primo gennaio, che portava con sé così tanti brutti ricordi per lui. Inizialmente, ci ero rimasta male. Moltissimo. Però, speravo ancora in un brutto sogno. Speravo che ci avrebbe ripensato, che mi avrebbe giurato amore eterno e che tutto sarebbe andato per il meglio.
Quando eravamo scesi al piano inferiore, faticavamo a guardarci negli occhi. L'avevo notato, come mi evitava. E ci avevo fatto caso proprio perché si comportava esattamente come stavo facendo io.
Maeve mi chiese almeno un paio di volte se andasse tutto bene, ma me la cavai dicendo di essere molto stanca.
Quella sera, in camera, io e Kyle non avevamo parlato affatto. Nel compiere anche i gesti più semplici, come spegnere la luce, una situazione di imbarazzo era calata su di noi perché avevamo sfiorato l'interruttore della luce nello stesso istante.
E il giorno successivo? Il nulla. Come se non fosse successo niente. Lui si comportava come sempre.
E tentai in tutti i modi di imitarlo. A tal punto che Maeve mi disse che mi ero davvero ripresa e che dovevo essere davvero stanca, il giorno prima.
Era ormai il terzo giorno di gennaio. Non ero sicura di essere contenta per il ritorno a Stockton e alla vita di tutti i giorni. Probabilmente, per gli esami che mi aspettavano al college. Ma anche perché - nonostante tutto - quella vacanza era stata una bomba. Avere degli amici era.. figo. Ci eravamo divertiti da matti. Non che avessi altre esperienze a cui paragonare quella vacanza. Però avevo avuto da ricredere sulla mia asocialitá. E credevo che questo fosse abbastanza per motivare quanto quei giorni fossero stati sensazionali.
Quanto Kyle accostò nel parcheggio, tirai un sospiro. Triste per la fine del mio momento di relax, ero saltata giù dal pick up ed avevo recuperato il mio trolley.
"Ci vediamo domani?" mi domandò lui, prima se imboccassi la rampa di scale per il mio appartamento.
Io scrollai le spalle. "Non credo. Devo studiare, e penso debba farlo anche tu".
E me ne andai.
Non dormii molto quella notte. Era strano essere tornata nella mia camera, in un quel grande letto matrimoniale. Che, però, restava mezzo vuoto. E poi, mi ero abituata a sentirlo dormire accanto a me. É vero, non dormivamo proprio insieme. Però potevo chiaramente sentire il suo profumo, il suo respiro. E lo sentivo muoversi durante la notte, rigirarsi da una parte all'altra come per cercare la posizione più comoda.
Non riuscivo proprio a capire cosa mi stesse succedendo. O forse, lo sapevo. Quello che non volevo, però, era ammetterlo. Mi sentivo dannatamente stupida perché ero caduta in quella trappola. Ero stupida perché mi ero lasciata andare, abbandonando quelle ridicole regole che mi ero costruita per avere tutto sotto controllo.
Non riuscivo a prendere sonno perché ero sola. Era buffa, quella situazione. Phoebe Parker, la ragazza sola per eccellenza, desiderava condividere di nuovo i suoi spazi con qualcun altro. Se me lo avessero detto tempo prima, non ci avrei creduto.
Alle otto del giorno dopo, ormai stufa di cercare di addormentarmi, mi alzai. L'appartamento silenzioso era quasi un sogno, calcolando che le mie coinquiline erano due uragani in movimento. Così, rimandai la doccia a più tardi e ne approfittai per ultimare gli studi.
Quanto tempo era che non scrivevo? Sembrava quasi che mi fossi dimenticata della mia passione, di quello che doveva diventare il mio lavoro. Quando vivevo a Birmingham, passavo le mie giornate con carta e penna in mano. E scrivevo. Anche quando ero più piccola, scrivevo. Anche quando sarei dovuta andare nello studio dei miei genitori, scrivevo. Ed ora? Io ero cambiata e ne ero consapevole. Ero più matura, forse. Più indipendente, più socievole.
Ma cambiare non significava necessariamente perdere le proprie passioni, giusto? Mi sarebbe tornata l'ispirazione. Avrei trovato del tempo per dedicarmi, di nuovo, a quello che amavo.
Il primo esame della sessione invernale fu quattro giorni dopo. Ed andò davvero bene. Ero felice per aver cominciato al meglio anche in una nuova città, in una nuova università.
Pensai che mia nonna sarebbe stata davvero orgogliosa di me. In quel momento, mi avrebbe stretta forte. Attorno al suo corpo robusto, caldo, che profumava di casa. E di amore.
Pensavo a lei, prima, dopo e durante ogni esame. Ed andarono bene quasi tutti.
L'ultimo, che diedi gli ultimi giorni di gennaio, era quello di letteratura. E il principale argomento era senz'altro Edgar Allan Poe. Mi sorpresi da sola quando, prima di cominciare, cercai con lo sguardo Kyle.
Seduto due file avanti a me, anche lui si giró nella mia direzione. Ricordammo, in quello scambio di sguardi, la relazione che avevamo dovuto fare insieme, mesi prima.
Inutile dirlo, forse, ma quell'esame andò meravigliosamente ad entrambi.
Era intelligente, lui. Nonostante si ostinasse a fare il duro con i professori, alla fine aveva voti eccellenti. Era un vero peccato che dovesse laurearsi un anno dopo quello che avrebbe dovuto. Però, in fondo, non era colpa sua. Dopo la morte di Faith ed Helena e la questione della droga e della comunità... aveva dovuto rifare il terzo anno di high school. Altro che anno sabbatico, come mi aveva fatto credere a settembre.
Tornando a casa, quel giorno, mi sentii bene. Libera. Leggera. Era finito quel mese da incubo che mi aveva tenuta incollata ai libri giorno e notte. Ora, che sarebbero ricominciati i corsi, avrei avuto più tempo da dedicare a me stessa, alle Hamilton, ai ragazzi. E anche a Kyle. Perché, in tutto quel trambusto dovuto agli esami, era davvero un sacco di tempo che non stavamo più insieme.
In realtà, mi chiesi anche se le cose sarebbero tornate come erano prima di Natale. Prima dei nostri due baci, insomma. Non ero più certa che fossimo migliori amici. Non ero più certa di nulla, in realtà.
Appena entrata nell'appartamento, lanciai lo zainetto in un angolo della mia stanza. Nemmeno mi degnai di appoggiarlo. Non volevo sentir parlare di libri almeno per qualche giorno.
Mi rilassai sul divano, dopo essermi fatta un the caldo. Lo sorseggiai, lentamente. Tenevo il computer sulle ginocchia, in attesa che si accendesse. Con tutto quello studio, era molto che non controllavo il mio indirizzo email. Poi, quel giorno, sarebbe arrivato un messaggio dalla segreteria del college con gli orari per andare a ritirare i corsi del semestre successivo.
Cliccai due volte sull'icona. Aspettai qualche secondo, mandando giù un sorso della bevanda calda, che internet caricasse le ultime email.
Mi sarei aspettata di tutto, ma non quello. Rilessi più e più volte il mittente di quel messaggio, sperando che la stanchezza e lo stress accumulati in quel periodo mi stessero causando delle allucinazioni.
Eppure, quel cognome a me così familiare restava scritto nero su bianco sul mio schermo.
Deglutii e mi feci coraggio. La aprii, nonostante la paura che si faceva strada dentro di me.
From: Lawyer R. Parker & Co.
To: Phoebe Parker
Subject: EmergencyRespirai profondamente. E continuai a leggere.
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Inconsapevolmente
RomanceDall'Alabama alla California con il suo pick up blu. Phoebe sta scappando da una vita che non sentiva più sua, o che non era mai stata sua. Stockton é il luogo giusto per inseguire i suoi sogni, cancellando tutto ciò che é accaduto prima del trasfer...