Mi svegliai con la strana sensazione di essere osservata, ma probabilmente era solo una mia impressione. Poi, mi resi conto che qualcuno mi stava toccando. Mi voltai alla mia destra e spalancai gli occhi: Kyle mi stava lasciando dei piccoli baci sulla spalla. Mi misi a sedere di scatto, tentando di tirarmi giù la camicia da notte di Kimberly che mi era salita quasi sui fianchi.
"Che ci fai qui?" sbottai.
"Te l'avevo già detto che mi piaceva vederti dormire. Mi sono svegliato e sono venuto da te" spiegò, come se quello che aveva fatto facesse parte della quotidianità.
"Che ore sono?" domandai.
"Quasi le nove".
"Cosa?" esclamai "Ti avevo detto di svegliarmi presto, per non disturbare.. oh, cielo. Mi sento un'approfittatrice".
Si sedette sul letto accanto a me, posando una mano sulla mia gamba nuda. Trasalii, ma tentai di non darlo a vedere.
"Phoebe, ti ho già detto che non ti devi preoccupare. Dico sul serio, eh. Dai, adesso preparati. Mamma avrà preparato una di quelle colazioni memorabili" fece prima di andarsene. Non mi restò che fare come mi aveva detto, così mi infilai gli stessi vestiti del giorno prima, rifeci il letto e piegai la camicia da notte che mi era stata prestata. Dopo di che, scesi in cucina.
La tavola era apparecchiata con diversi dolci fatti a mano. Si spaziava da una apple pie ad una torta al cioccolato, poi vi erano dei muffin e dei biscotti di frolla.
"Buongiorno, tesoro" mi salutò Lysette con un abbraccio materno.
"Mamma, lasciala stare" mi venne in aiuto Kyle. Probabilmente aveva immaginato che mi sentissi un tantino soffocata. La verità é che, per quanto fossi certa che i suoi abbracci fossero una dimostrazione d'affetto, non vi ero abituata. E poi, ognuno di essi mi ricordava che mia madre non era stata una brava madre come lei. E questo mi faceva sentire.. imbarazzata. Sì, senza dubbio. Quasi mi vergognavo.
Mangiammo un po' di tutto, sorseggiando un buon the al bergamotto. Iniziare la giornata in quel modo era senza dubbio molto piacevole. Improvvisamente mi tornò in mente la ragazza che Lysette aveva nominato la sera precedente, Faith, e mi chiesi chi fosse.
Così, mentre ci incamminavamo verso la scuderia con i cavalli che distava qualche minuto dalla casa, glielo domandai. "Chi é Faith?".
"Nessuno" rispose freddo lui. Era ovvio che stesse mentendo, ma non capivo perché lo stesse facendo.
"Kyle, chi é? Non può essere nessuno, se la portavi a vedere le stelle" continuai. Ero abbastanza determinata, non avrei ceduto facilmente.
Lui, però, non mi rispose. Continuò a camminare guardando dritto davanti a sé. Riconoscevo quello sguardo, quel comportamento. Si stava chiudendo in se stesso, come facevo sempre anche io. Per questo quel modo di fare mi era così familiare.
"Kyle?".
"É la mia ex del liceo, va bene? Sei più tranquilla ora? Ti ha cambiato la vita sapere di lei? Cazzo, che ti importa?" strillò. Mi si gelò il sangue nelle vene. Era così arrabbiato.. che mi faceva quasi paura. Mi bloccai dov'ero, senza fare un altro passo.
Lui continuò fino alla stalla, poco più avanti. Lo vidi mentre tirava un pugno contro il legno, come per scaricare il nervosismo. Non capivo perché quella Faith lo avesse trasformato così drasticamente, ma mi promisi di non parlarne più. Era evidente che non gli facesse piacere ed io non volevo perderlo solo perché avevo insistito su un argomento che non gli andava di affrontare.
Mi avvicinai lentamente verso di lui, studiando il suo comportamento per vedere se mi avrebbe respinto. Quando lo vidi correre nella mia direzione, per poco non pensai che stesse scappando via.
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Inconsapevolmente
RomanceDall'Alabama alla California con il suo pick up blu. Phoebe sta scappando da una vita che non sentiva più sua, o che non era mai stata sua. Stockton é il luogo giusto per inseguire i suoi sogni, cancellando tutto ciò che é accaduto prima del trasfer...