Mi lasciai cadere sui morbidi cuscini del divano. Accidenti, la mia pancia era così piena che credevo stesse per scoppiare. Avevamo mangiato meravigliosamente, così tanto che non ero stata in grado di trattenermi. Avevo dovuto per forza assaggiare tutto quel ben di dio. Mi accarezzai rapidamente la pancia gonfia, promettendomi di fare della sana ginnastica per rimettermi in forma. Dopo Natale avrei mangiato insalata per una settimana. Eppure, ne sarebbe valsa la pena.
Kyle si accomodó al mio fianco e guardò distrattamente l'orologio, appeso alla parete di legno di fianco a noi. Poi sgranó gli occhi.
"Andiamo, Phoebe. È quasi mezzanotte. Devo darti il tuo regalo" esclamò, saltando in piedi e uscendo immediatamente dalla porta. Non mi diede nemmeno il tempo di realizzare quanto mi aveva detto, che la sua testa fece di nuovo capolino dall'ingresso. "Andiamo, su".
Feci per seguirlo, quando mi ricordai che il pacchetto dorato con il suo regalo era ancora sui sedili posteriori del suo pick up.
"Kyle, aspetta" lo inseguii fuori nel cortile, infilandomi al volo il cappotto che avevo afferrato distrattamente dall'appendiabiti di fianco all'ingresso.
Lui si voltò verso di me, osservandomi con uno sguardo interrogativo.
"Ho lasciato il tuo regalo in macchina. Mi dai le chiavi? Faccio una corsa" mi limitai a spiegare, scrollando le spalle.
"Stiamo andando da quella parte. Anzi, dobbiamo sbrigarci. Vieni" disse rapidamente, prendendomi per mano. Le sue dita si intrecciarono alle mie in pochissimi istanti. Il suo tocco era sempre così.. rilassante. Era la notte di Natale, un momento magico per tutti. Ed io stavo attraversando quasi di corsa il cortile di un ranch di campagna. Per di più, per mano ad un ragazzo. Era tutto così surreale. La situazione, la fretta, la circostanza. La compagnia. C'era solo un'espressione per descrivere tutto quanto: dannatamente eccitante.
Recuperai il pacchetto dal pick up e continuammo a camminare in silenzio, attraversando l'intera tenuta. Riconoscevo alcuni dei luoghi che mi aveva mostrato durante la mia scorsa visita a casa Hudson, ma con il buio e con la distrazione delle nostre mani intrecciate non riuscivo a capire dove mi stava portando.
Ogni tanto rallentava la sua andatura, anche se di poco, per sbirciare dal suo cellulare l'orario. Di solito, imprecava a bassa voce, per non farsi sentire, e poi accelerava. Fino quasi a correre.
"Perché tutta questa fretta?" osai domandare. Non mi spaventava. Le nostre mani erano ancora intrecciate, il suo tocco delicato. Però non era tranquillo, si vedeva. Sembrava come se qualcosa lo preoccupasse. Come se avesse un peso sulla coscienza, un pensiero che lo tormentava. C'era qualcosa di insolito in lui, che mascherava la sua tipica serenità.
"Mancano dieci minuti a mezzanotte e.. cazzo, Phoebe. Io amo il Natale. E voglio iniziare questa giornata con te, ma in un posto. E se non ci arriviamo in tempo, io, giuro...".
"Quanto manca?" lo interruppi. Lui scrolló le spalle, senza parlare.
Ancora qualche minuto e poi il suo sguardo si illuminò. Sembrava aver trovato quello che cercava. Avevamo camminato quasi venti minuti al buio, in mezzo ai campi, per arrivare.. al nulla. Proprio così, mi sembrava di essere in mezzo al nulla. Campi, attorno a noi. Una distesa sterminata, illuminata solamente dalla fioca luce della luna piena.
Ma non chiesi nulla. Mi sembrava di interrompere un momento magico, dato dalla combinazione tra il silenzio, l'atmosfera, il suo sguardo soddisfatto.
Mi indicò con la mano un punto verso l'alto. E solo in quel momento realizzai.
Davanti ai miei occhi, un meraviglioso albero. Grande. Con un tronco a dir poco enorme. Ci sarebbero volute almeno dieci persone per abbracciarlo.
In alto, in mezzo ai rami, una casetta. Che poi, non sembrava nemmeno così piccola. E una scala, appesa nel vuoto. Non aveva proprio l'aria di essere qualcosa di stabile. Anzi. Ma tenni i miei dubbi per me.
Kyle controlló di nuovo il telefono. "Okay, ce l'abbiamo fatta in tempo. Dobbiamo solo salire" mi disse orgoglioso. Sorrisi, ancora un po' spaventata dall'idea di dover andare fin lassù.
"Soffro di vertigini" sputai il rospo. Non volevo deluderlo, ma non ero certa di potercela fare.
Mi si mise davanti, prendendomi il viso tra le mani. Cosa diamine stava facendo? Eravamo pericolosamente vicini. "Io sono con te. Sono sempre con te. Chiaro? Non sei mai da sola, scricciolo. E ora andiamo, prima che scatti la mezzanotte".
Si arrampicó fino in cima, senza lasciarmi modo di replicare. Poi mi fece cenno. Era arrivato il mio momento. Mi lanciò dall'alto una corda, facendomi segno di legarla in vita. E poi sistemó l'altra estremità ben stretta attorno ad un ramo possente.
Mi sentivo per lo meno aggrappata a qualcosa di stabile, così cominciai a salire. Tenni fisso il mio sguardo su di lui, ben attenta a non guardare in basso per nessun motivo. E quando, finalmente, riuscii nella mia missione, troppo felice per potermi controllare, gettai le braccia al collo del mio accompagnatore e lo abbracciai di slancio.
"Ehi, Phoebe, attenta, per poco non mi butti giù" ridacchiò.
Mi liberai dalla corda che mi aveva aiutata nella salita e poi entrai a tutti gli effetti in quella piccola abitazione.
Kyle si era già seduto per terra, sopra ad un morbido cuscino, e mi indicava di prendere posto accanto a lui. Nel frattempo mi guardai brevemente intorno. Non era grande, ma nemmeno così stretta come immaginavo. Una stanza di, più o meno, sei metri quadrati. Giusto lo spazio per qualche cuscino, per stare comodamente seduti.
Kyle accese qualche candela, che creò subito un'atmosfera meravigliosa. Le fiammelle si muovevano per il vento creando splendidi giochi di luce che si riflettevano sui nostri volti.
"Quando hai preparato questa sorpresa?" chiesi con un sorriso che andava da un orecchio all'altro. Dannazione, nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per me. Era tutto così spaventosamente perfetto. A partire dal ragazzo che stava a pochi centimetri da me.
"Ho chiesto a mia sorella Kathy di aiutarmi. Da solo non ci sarei mai riuscito" spiegò, con una scrollata di spalle. Poi il suo telefono iniziò ad emettere un fastidioso bip bip bip. "Oh" esclamò, mettendosi in piedi "é la sveglia che ho puntato un minuto prima della mezzanotte. Tra un minuto é Natale, Phoebe".
Mi tese la mano per aiutarmi ad alzarmi. Poi mi coprì gli occhi. "Non sbirciare" ridacchiò "o rovinerai tutto. Lasciati guidare da me senza opporre resistenza" mi bisbiglió all'orecchio. Cazzo, la pelle d'oca. Avrei reagito sempre così, alla sua presenza? Al suo fiato caldo sul collo. Alla sua voce bassa e.. sensuale. Che musica per le mie orecchie.
Ad un tratto, le sue mani si spostarono dal mio viso.
"Buon Natale, piccola mia".
E lo spettacolo che mi trovai ad ammirare era così dannatamente bello che restai senza parole.
In piedi in una casetta sull'albero, con Kyle che mi abbracciava da dietro e teneva le sue mani strette sui miei fianchi. Con il mento appoggiato sopra la mia testa.
Davanti a me, il cielo scuro. Ricoperto di milioni e milioni di stelle. Brillanti. Luminose. E così vicine che sembrava quasi di poterle toccare solo allungando le mani. Il silenzio. La pace. La bellezza della natura.
Ero così incantata ad ammirare quell'opera d'arte, che non mi accorsi nemmeno che il mio migliore amico si era staccato da me.
Qualcosa di freddo mi toccò il collo. Sussultai lievemente, quando Kyle mi legò qualcosa dietro la nuca, dopo avermi spostato i capelli.
"Anche tu sei una stella, Phoebe. Probabilmente, la più bella che io abbia mai visto. E questo é per ricordartelo sempre".
Chinai lo sguardo. In mezzo alle mie clavicole brillava una piccola stellina argentata.
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Inconsapevolmente
RomanceDall'Alabama alla California con il suo pick up blu. Phoebe sta scappando da una vita che non sentiva più sua, o che non era mai stata sua. Stockton é il luogo giusto per inseguire i suoi sogni, cancellando tutto ciò che é accaduto prima del trasfer...