Capitolo 3 - I tre moschettieri
Non avevo chiuso occhio per la maggior parte della notte, ma in compenso avevo notato delle ragnatele nel soffitto da far togliere a mia madre. La sveglia era suonata, non interrompendo i miei sogni, e purtroppo questo era segno che mi sarei dovuta alzare per andare a scuola. Non avevo voglia di allontanarmi dal letto caldo e comodo, avrei voluto dormire ancora e ancora, ma soprattutto non avrei dovuto affrontare determinate situazioni. Oggi era lunedì, primo giorno della settimana, giorno in cui sarei tornata a scuola e avrei dovuto parlare con Lio per chiudere definitivamente la situazione, troncare la relazione dopo il suo tradimento con Alice. Non sarei corsa di nuovo da lui abbracciandolo e baciandolo, non era il mio intento al momento. All'idea di doverlo affrontare il mio cuore batteva a mille perché non volevo farlo, avessi potuto evitare lo avrei fatto, ma ero costretta. Non dovevo farmi prendere in giro da un ragazzo che voleva solo giocare con i miei sentimenti, dovevo chiudere la relazione e andare avanti, lasciare alle spalle le persone tossiche per la mia vita. In bagno mi sistemai alla bell'e meglio, mi lavai il volto tentando di svegliarmi e mi legai i capelli in una coda di cavallo solo per poter agevolare l'azione per truccarmi il volto. Pettinai i capelli scuri e tornai in camera per cambiarmi, sarei anche uscita in pigiama, ma dovevo lasciare Lio senza dargli la soddisfazione di vedermi cadere. Dovevo essere sicura di me stessa, o almeno sembrarlo, davanti a lui. Scelsi di indossare alcuni degli abiti nuovi che avevo comprato il giorno precedente: shorts a vita alta neri, collant al di sotto, crop top a maniche corte e anfibi. Al di sopra indossai il chiodo di finta pelle. Ero finalmente pronta per andare a scuola, fisicamente sì, mentalmente no. Non avevo fatto una colazione abbondante per la poca fame, ma avevo mangiato una barretta lungo il tragitto per non arrivare in ritardo alla fermata. Avevo avuto la premura di mangiare qualcosa per non avere cali di zuccheri. Infilai gli auricolari nelle orecchie, una gioia di questa mattina, e mi feci trasportare dalla mia musica preferita che riusciva a rilassarmi anche di prima mattina, era una manna dal cielo. Solo la musica in questo momento poteva aiutarmi ad affrontare la giornata che stava cominciando. Il bus era arrivato qualche minuto dopo, la porta sul retro si aprì permettendomi di salire ed io passai il biglietto nella macchinetta prima di sedermi nella prima fila vicina. La musica continuò a riecheggiare nelle mie orecchie, ma questa volta mi dava la carica per affrontare la giornata e la mia situazione perché la canzone in questione era 'Scusa un cazzo' di Gionny Scandal.
'Avvolte una parola fa più male di uno schiaffo,Scusa Cosa, Scusa Un Cazzo, Avvolte Sei da sola, avvolte stai con qualcun altro, Io Non Sono il tuo pupazzo, E Non e colpa mia se pensi che sbagli e poi basta dirmi scusa, Scusa Cosa, Scusa Un Cazzo, Ora Vattene Via Non Voglio più saperne di te, Scusa Cosa, Scusa Un Cazzo.
Io Ti Chiamavo Amore, tu solo con il mio nome più che la mia fidanzata sembravi un allenatore e io più che un ragazzo mi sembravo un professore che cercava di correggere ogni errore, E Mentre pensavo a come farmi accettare chiedevo aiuto! Tu pensavi che tutto ti era dovuto!(TUTTO)
E Mentre pensi a farti bella e Stai assieme a uno sconosciuto, Adesso Penso a fare i soldi tu pensa a pagarti il mutuo!
Se Mi Vedi per strada stammi Un Chilometro lontana, Non Sono Maschilista Sei Tu che sei Puttana! 'Una decina di minuti dopo il mezzo di trasporto si fermò alla stazione, poco distante dal liceo, ed io a passo lento scesi in cerca delle mie amiche. I presenti nel cortile mi osservavano, facendo crescere dentro di me un presentimento strano, e mi parve di essere una protagonista di un film americano. Mi sembrava di essere la più bella della scuola che entrava con i capelli al vento, il fascino alle stelle e la musica di sottofondo. Peccato che fossi solo Elena Rosati, la ragazza che si è fatta prendere in giro da Lio Romeo. Lasciato alle spalle il portone della sede venni raggiunta da Emma e Azzurra, che mi si affiancarono con un sorriso. «Ciao Ele!» mi salutarono, Emma in particolare si concentrò sul mio look. Azzurra si guardò intorno notando che molti studenti ci stessero fissando e assunse un'espressione confusa. Ero consapevole del fatto che le mie amiche non fossero a conoscenza di quello che era successo con Lio. «Ciao ragazze!» risposi sorridendo. Emma cercò di trattenersi, era palese, ma scoppiò poco dopo «Che stile che hai oggi! Hai cambiato look? E' successo qualcosa?» mentre Azzu si guardava ancora intorno. Pensai qualche secondo su che cosa dire «Sì, ho deciso di cambiare un po'!» mi limitai a dire e chiesi ancora «Che ne pensi». Se lasciavo il discorso giungere al tema moda, lei avrebbe dimenticato il dubbio per darmi il suo modesto parere «Lo adoro!». Attraversammo i corridoi e agganciai il mio sguardo con quello di Alice, che mi guardava tra lo stupore e l'invidia ottenendo come risposta un ciclo inarcato da parte mia e uno sguardo di sfida. In questo momento mi sentivo abbastanza sicura di me stessa, la musica e la vicinanza delle mie amiche mi avevano rafforzata. I ragazzi fermi in corridoio si girarono verso di noi per guardarci, ma in maniera differente rispetto al solito. Ero abituata agli sguardi, facendo parte della cricca, ma in questo momento era diverso lo sguardo. Solo perché ero vestita in modo diverso dal solito? Ci dirigemmo in direzione del secondo blocco perché le prime due ore avevamo lezione di laboratorio insieme a Bobosci e mentre attraversavamo il cortile centrale il mio sguardò si focalizzò, come quello di molti altri, su tre ragazzi che stavano uscendo dal secondo blocco. Primeggiavano come dei veri duri con le loro giacche di pelle e gli sguardi tenebrosi. Il ragazzo al centro era il più alto tra i tre, capelli scuri che gli incorniciavano il volto e gli occhi azzurri. Indossava la giacca di pelle, maglietta bordeaux e jeans blu scuro. Il secondo ragazzo, a destra, aveva gli occhi verdi e i capelli castani, portava anche lui la giacca di pelle con sotto una maglietta verde scuro e jeans. L'ultimo ragazzo aveva anche lui capelli castani e occhi marroni e l'abbigliamento era simile a quello degli altri due. Era la prima volta che li vedevo, non mi sembrava avessero mai frequentato il nostro istituito. «Oh mio dio!» esclamò Emma guardando i tre. Passarono accanto a noi ed io venni riscossa dal suono insistente della campanella, osservando per l'ultima volta i ragazzi che si erano fermati sotto alla tettoia accanto alla palestra.
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Il nostro amore impossibile 3 (INAI's series) (In revisione)
RomanceTerzo libro della serie 'Il nostro amore impossibile'. Elena ora ha il cuore spezzato. Riuscirà Lio a far ritrovare ad Elena la fiducia in lui o qualcuno le farà cambiare totalmente idea? E se qualcosa andasse storto? Il loro sarà davvero un amore i...