Il nostro amore impossibile 3 (INAI's series) (In revisione)

Capitolo 13 - Non è la tua ragazza

Capitolo 13 - Non è la tua ragazza

"I'm in the dark, I'm underwater
Searching for a teardrop in the water
I can feel your shadow over me
I can hear your whisper in my ear
The ocean is bleeding, it's taking me down
I'm falling, you're watching me fall

I'm watching as your body's falling deeper
You're looking for a teardrop, here it is

I remember the way you used to dance
Then I remember that you will never dance again
Now you're fallen, I'm falling with you
And with us, our blood, our love

Our heartbeats used to move in time
They've slowed down, left us behind
This is the story of a fallen love
Fallen love "

The Bloody Bestroots-Chronicles of a fallen love

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Mi accomodai sul sedile della sua auto, seguita a ruota dalle mie amiche, e notai Mattia sorridermi. Agganciata la cintura di sicurezza, mi voltai verso di lui e lo trovai intanto a rivolgersi alle ragazze per salutarle «Siete pronte?» domandò sogghignando. Annuimmo tutte e lui accese il motore. Fu così che partimmo in direzione del locale in cui avrebbe avuto luogo la festa. Durante il viaggio, seppur breve, potei pensare un po' e nella mia mente si intrecciarono pensieri tra loro confondendomi. Non potevo non pensare a quello che era successo con Lio e Alice, ma soprattutto dell'idea folle di vendicarmi di loro. Per fortuna, la festa avrebbe potuto distrarmi. Riflettendoci bene il locale in cui stavamo andando mi era già noto, lo avevo frequentato qualche volte e potevo affermare che venivano organizzate belle feste.

L'auto venne parcheggiata a fianco dell'edificio vicino a tutte le altre già ferme da chissà quanto e, svoltato un angolo, ci trovammo davanti alla lunga coda di persone intente ad attendere il loro ingresso nel locale. Mattia mi teneva a braccetto, mentre io ero focalizzata a ridere come un'oca insieme alle mie amiche. Non era colpa mia se Emma se n'era uscita con una delle sue solite stupidaggini, anzi, questa volta aveva fatto più ridere del solito. Appostati lungo la fila, fummo raggiunti da Alex e Jeamy, che subito si fiondarono accanto alle loro fidanzate. La situazione era questa: fidanzatini che si baciavano; io e Mattia a braccetto che li guardavamo sconvolti. L'attesa durò poco, per nostra fortuna, infatti la coda iniziò a procedere con un ritmo maggiormente sostenuto e noi potemmo arrivare in fretta all'ingresso. Come accadeva sempre, nel giro di qualche secondo perdemmo di vista i nostri amici. Mi chiedevo come fosse possibile, eppure succedeva e non potevo farci nulla.

La folla trascinò me e Mattia verso la sala centrale, in cui vi erano un'immensità di giovani intenti a ballare e strattonarsi. Cercai di spostarmi verso un angolo più tranquillo e con uno sbuffo mi appoggiai al muro libero incrociando le braccia. Mattia si posizionò davanti a me, formando una barriera contro la massa di giovani accalcati e facendomi respirare quel poco di aria buona ancora presente. Sbuffai guardandomi intorno e, giusto il tempo di tornare a focalizzarmi su Mattia, che lo vidi irrigidirsi. Mi accigliai non capendo il perché di questo suo cambiamento, ma spostando lo sguardo capii immediatamente: Lio era poco distante da noi e Alice era appiccicata a lui come una cozza. Mi avvicinai a lui per farmi sentire «Lasciali perdere...» gli sussurrai all'orecchio. Non aveva senso dargli troppa corda tutta la serata, se fosse venuta l'occasione ci saremmo vendicati. 

Allo stesso tempo, però, dentro di me percepii un'emozione contraddittoria. Non volevo vendicarmi, ma più li guardavo più volevo farlo. Non me n'ero accorta subito, eppure era bastato guardarli due secondi in più per cambiare totalmente idea. Questo confermava come fossi irrazionale a volte e come bastasse poco per farmi cambiare strada. Mi spostai dal muro e presi per mano il ragazzo trascinandolo verso il bancone degli alcolici, collocato dalla parte opposta della sala. Attraversata la folla, con qualche difficoltà, poggiai i gomiti sul bancone e attesi che il barman ci raggiungesse. Ordinai due vodka liscia e Lemon e, quando li ebbi in mano, tornai verso il ragazzo che si era tenuto nuovamente verso il muro. Stava ancora guardando Lio e Alice, solo che in quel momento non erano più a braccetto, bensì si stavano divorando la faccia. Dovevo ammettere che si era ripreso in fretta.