Capitolo 18 - Ospiti inaspettati

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Capitolo 18 - Ospiti inaspettati

"Usiamo stupide parole
Perché è stupido chi pensa che non serva anche il dolore
E siam vicini ma lontani, e troppi tentativi vani

E forse arriverà, domani
Siamo uguali in fondo
E forse cercherai, le mie mani
Solo per un giorno

Non scappare dai miei sguardi
Non possono inseguirti, non voltarti dai
E forse capirai, quanto vali
Potrei darti il mondo

Ma griderai, sul silenzio della pioggia
È rancore e mal di testa, su una base un po' distorta
Ti dirò, siamo uguali come vedi
Perché senza piedistalli, non riusciamo a stare in piedi"

Siamo uguali-Lorenzo Fragola.

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Aprii gli occhi di scatto ritrovandomi a osservare il soffitto smorto della mia camera, avevo fatto una bella dormita quasi fino a pranzo.Mi alzai dal letto e indossai qualcosa di comodo per stare a casa, come per esempio dei pantaloni grigi della tuta e una vecchia maglia che avevo trovato.Sì, quella maglia di Lio, grigia, che mi aveva imprestato tanto tempo fa, intanto non me l'aveva più richiesta.

Scesi in cucina e trovai i miei genitori in giro per casa:mia madre finiva di preparare le lasagne per pranzo e mio padre era nel suo ufficio che stava parlando al telefono.Mi sedetti sul divano aspettando che tutto fosse pronto e sbloccai il telefono guardando qualche news nella home di Facebook.

«Elena è pronto!»esclamò mia madre.

Mi alzai dal divano e andai in cucina seguita da mio padre che aveva smesso di parlare al telefono e ci accomodammo a tavola.Io e mia madre prendemmo le nostre porzioni di lasagne, mentre mio padre preferiva mangiare i cannelloni.

«Tesoro, hanno accettato!»iniziò un discorso mio padre riempiendo il piatto.

«Oh, davvero?Perfetto allora.»rispose lei sorridendo.

Io ero confusa perché non avevo idea di che cosa stessero parlando, ma alla fine i miei genitori erano sempre una sorpresa.Tramavano sempre cose e io le venivo a scoprire all'ultimo momento, come detective avrei fatto proprio schifo.Inarcai le sopracciglia.

«Di che cosa parlate?»domandai confusa.

«Tranquilla, niente di importante!»mia madre tirò un sorriso.

Mi stavano nascondendo qualcosa, ma alla fine non mi era importato più di tanto.Avevo aiutato a sparecchiare tavola e poi avevo trascorso tutto il mio pomeriggio disponibile rilassandomi sul divano e guardando dei film alla televisione, come per esempio Città di Carta o Lol-pazza del mio migliore amico.Avevo terminato velocemente i compiti per il lunedì successivo e mi preparavo mentalmente per l'inizio di maggio e tutti i suoi impegni.Il matrimonio, gli abiti, il pranzo, il recupero delle materie soprattutto.

Era giunta l'ora di cena e mia madre iniziava già a preparare il pasto.Ovviamente cresceva internamente la curiosità sul tanto famoso argomento di cui parlavano oggi coloro che io chiamavo genitori.

Il campanello suonò e mi alzai dal divano per andare a vedere chi fosse, notando i miei genitori correre come delle schegge nel corridoio dietro di me.Aprii la porta e davanti trovai Iris e Filippo sorridenti, Lio dietro che stava arrivando.Perchè loro stavano venendo qui?C'era un'altra cena per caso?
Guardai torva mia madre e le feci un segno di venire a parlare con me in privato.Andammo in cucina e subito mi fermai appoggiandomi al muro.

«Perché i Romeo sono qui?»domandai.

«Forse ci siamo scordati di dirti una cosa importante...i Romeo verranno a stare da noi per qualche giorno.»disse lei mordendosi l'interno guancia.

Il nostro amore impossibile 3 (INAI's series) (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora