Capitolo 12 - Le sue parole mi avevano ferita

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Capitolo 12 - Le sue parole mi avevano ferita

Mi diressi in bagno. I miei piedi scalzi strisciavano sul pavimento freddo, ma questo poco mi importava perché era, finalmente, arrivato il venerdì. L'unico giorno della settimana in cui si poteva sperare in una gioia. Mi truccai velocemente, legai i capelli in una coda e preso il necessario scesi in cucina per nutrirmi. Non potevo non soddisfare i bisogni del mio corpo, se non avessi mangiato qualcosa non sarei riuscita ad affrontare l'intera giornata. In cucina mia madre era ancora in pigiama, intenta a dire il caffè guardando fuori dalla finestra. Mai capito perché lo facesse. Davanti a me, sul bancone, trovai due ciambelle e un bicchiere di succo all'ace. Mi leccai i baffi e la mia pancia rispose con un altro gorgoglìo.

«Stasera vado ad una festa...» avvisai mia madre, prima di addentare una delle due ciambelle.

«Ok, va bene. Noi andiamo dai vicini a cena...»

Ridacchiai dentro di me, al solo udire quella frase. Spesso, quando i miei genitori cenavano dai nostri vicini, restavano fino ad ora tarda. Questo perché bevevano e mangiavano da fare schifo, quindi potevo avere casa libera e fare ciò che volevo. Mi venne quasi un colpo quando mi resi conto di essere in ritardo. Mancavano solo cinque minuti all'arrivo del bus e non dovevo perderlo in nessun modo.

«Io vado!!» salutai correndo fuori dalla porta.

Arrivai giusto in tempo per salire sul mezzo di trasporto e sospirai di sollievo quando mi accomodai accanto ad Emma. La osservai intenta a leggere After 2, mentre recuperavo fiato. Era talmente immersa nella lettura che non si era resa conto della mia presenza. La mia testa vagava tra i mille e mille pensieri seguendo la musica nelle orecchie, una canzone di Kelly Clarkson che tanto tempo fa mi aveva aiutata ad uscire da un brutto periodo. Since U Been Gone.

Ci dirigemmo verso l'aula della prima ora di lezione, nonostante non ne avessimo voglia. Bastava una sola parola per far comprendere il perché di questa poca voglia: chimica. Peccato, però, che la calca di studenti ci avesse bloccate. Ci aveva raggiunte Azzurra, più addormentata del solito, ma non abbastanza per tormentarmi. Lei ed Emma non avevano smesso un attimo di parlare della festa che ci sarebbe stata questa sera. Avevano insistito su che cosa avrei indossato, dato che avremmo cenato insieme prima di recarci nel luogo della festa. La professoressa ci aveva richiamate ben due volte, facendoci roteare gli occhi al cielo. Doveva capirci, di venerdì fare chimica non era il massimo, anzi, era un tormento.

«Che palle, però...»Emma roteò gli occhi al cielo.

«Cosa stavamo già dicendo? Ah, già. Le scarpe...»

Finsi di seguire la lezione come facevano i miei altri compagni, ma tesi un orecchio verso le mie amiche. Qualcuno seguiva le lezioni di venerdì? Forse degli alieni sì, noi studenti no.

***

La campanella era suonata da qualche minuto e i corridoi erano già completamente vuoti, mentre io stavo uscendo dai bagni. Sfruttando il fatto che non ci fosse nessuno, mi fiondai alle macchinette per prendere qualcosa da mangiare. Purtroppo, però, vidi la figura di Alice avvicinarsi. Roterai gli occhi al cielo e cercai di evitarla, cosa che lei non aveva intenzione di fare con me. Mi passò accanto e mi tirò un leggero calcio allo zaino poggiato per terra. Era snervante.

«Ops scusa» disse fingendo un tono dispiaciuto, con l'aggiunta di un piccolo broncio.

Ero stanca di lei. Persi il lume della ragione e, senza tenere conto della barretta incastrata nella macchinetta, presi lo zaino tra le mani e tirai fuori il diario della ragazza. Lei si voltò verso di me proprio nel momento in cui lo avvicinai al mio viso per mostrarglielo. Il tutto accompagnato da un sorriso malvagio.

Il nostro amore impossibile 3 (INAI's series) (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora