Capitolo 9 - Amnesia

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Capitolo 9 - Amnesia

"I drove by all the places we used to hang out getting wasted
I thought about our last kiss, how it felt the way you tasted
And even though your friends tell me you're doing fine

Are you somewhere feeling lonely even though he's right beside you?
When he says those words that hurt you, do you read the ones I wrote you?

Sometimes I start to wonder, was it just a lie?
If what we had was real, how could you be fine?

'Cause I'm not fine at all

I remember the day you told me you were leaving
I remember the make-up running down your face
And the dreams you left behind you didn't need them
Like every single wish we ever made
I wish that I could wake up with amnesia
And forget about the stupid little things
Like the way it felt to fall asleep next to you
And the memories I never can escape"

Amnesia-5 Seconds of Summer

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«Sì, scusa...sì...» balbettai imbarazzata. Poggiai lo zaino sul banco e mi accomodai vicino al ragazzo, che stava sfogliando il libro di fisica ormai inutile. Il mio telefono vibrò, portandomi alla realtà e facendomi rendere conto che mi ero scordata di metterlo in modalità aereo. Per fortuna la professoressa non aveva sentito nulla perché troppo presa a farsi gli affari suoi leggendo un libro. Guardai lo schermo, scoprendo un messaggio da parte di Mattia. *Ora bucaa. Mi annoio da matti, domani andiamo a vedere un film? Dai dai dai! Esce The Maze Runner: la fuga. E so che ti piace. C'è quell'attore che fa la serie sui lupi che ti piace tanto*. Ridacchiai per il suo messaggio, era divertente vedere quanto Mattia mi conoscesse già, anche se ci conoscevamo da neanche una settimana. Durante questi giorni ci eravamo scritti tanto, rendendoci conto di andare d'accordo «Chi ti ha scritto?» chiese Lio, alzando lo sguardo dal libro «Eh?Niente...nessuno...» sussurrai distratta. Ripresi un briciolo di lucidità per rendermi conto che a lui non interessava più con chi mi scrivessi «O-k» fu la sua ultima risposta ed io lo incenerii con lo sguardo. Non era più il mio ragazzo e non doveva interessargli ciò che io facevo. *Certo che mi andrebbe. Guarda a che ora c'è al cinema e mi dici o lo guardiamo sul computer se vuoi. Ahaha Dylan O'Brien intendi* risposi con un sorriso. Posai il telefono e guardai il biondo, che continuava a sfogliare velocemente le pagine del libro, rischiando di romperlo. Si fermò quando si rese conto che avevo rivolto la mia attenzione verso di lui «Su cosa facciamo la ricerca?» chiese con la solita voce roca. Non avevo voglia di lavorare con lui, ma l'idea della ricerca mi piaceva e ci tenevo a prendere un bel voto «A me piacciono tanto le pitture parietali nella preistoria, ti va?» proposi, riflettendo su un argomento interessante che potesse collegarsi all'arte. Lui annuì, senza aggiungere parole, e se lo appuntò sul diario «Quindi oggi a che ora ci vediamo per fare la ricerca?» continuai. Non diceva nulla, quindi dovevo mandare avanti la conversazione per capire come potersi organizzare. Dopo aver scelto l'argomento, dovevamo capire anche quando proseguire con il lavoro. Parve pensarci per qualche secondo «Tre e dieci da me?» propose. Annuii. Non mi piaceva l'idea di lavorare insieme fuori lezione, per non rimanere soli, ma dovevamo farlo.

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«Finalmente si esce! Miracolo...» esclamò Jeam con un'espressione buffa stampata sul volto. Si sistemò il colletto della camicia rossa a quadretti neri e si voltò per guardare un ragazzino che stava passando «Voglio quelle scarpe...» ammise tutto d'un tratto. Scoppiai a ridere e lui mise un braccio intorno alla mia spalla, stringendomi a lui. Camminammo a passo svelto per uscire il prima possibile da scuola e ci indirizzammo verso il Bennet, ma poco dopo ci raggiunsero Lorenzo e i suoi amici «Oggi niente macchina?» chiesi a Lorenzo, vedendolo a piedi. Il moro si sistemò un ciuffo di capelli ribelli e sospirò. Gli altri due ragazzi stavano maneggiando con i telefonini. «Eh già...» disse amareggiato e alzò le spalle indifferente. La giornata sembrava essere terminata con la scuola, ma per me non era così. Dovevo affrontare una prova più grande: lavorare insieme a Lio per quella ricerca di storia. Dovevo cercare con tutta me stessa di non cedere a qualsiasi tipo di trappola ingegnata da lui, per farci tornare insieme. Lio era bravo a far perdere il controllo alle ragazze, far cedere la mente e fare spazio all'animo libero e ribelle nascosto. Non sapevo come ci riuscisse, però non al momento non volevo che lo facesse con me. Oltrepassato il supermercato ci dirigemmo verso la stazione, insieme ai ragazzi. Ci accomodammo su una panchina, in attesa che tutti gli studenti presenti se ne andassero, ma soprattutto che arrivasse il nostro bus. Insieme a noi si era aggiunto Lio, ma io cercai in tutti i modi di evitarlo. Mi sedetti vicino a Lorenzo e mi infilai un auricolare. Sfaticata appoggiai la testa sulla sua spalla, ricevendo un'occhiataccia da Lio. Era inutile guardarmi male, oramai tra noi due era finita e non c'era più niente da fare. «Sicura di voler fare la ricerca con Lio?» mi domandò ad un certo punto Jeam. Annuii lentamente. Sapevo molto bene che lui era preoccupato per me, non voleva che soffrissi anche solo per via di una stupida ricerca per scuola. I miei sentimenti, per lui, erano più importanti di un compito del corvo. Non avevo voglia, ma ero costretta perché la consegna era venerdì, tra due giorni. Non volevo prendere un brutto voto per colpa di Lio e dei miei sentimenti per lui.

Il nostro amore impossibile 3 (INAI's series) (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora