Capitolo 7 - Casa Rocchi

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Capitolo 7 - Casa Rocchi

"Yeah yeah

I'm no superman
I can't take your hand
And fly you anywhere
You want to go (yeah)

I can't read your mind
Like a billboard sign
And tell you everything
You want to hear

I'll be your hero

Cause I, I can be everything you need
If you're the one for me
Like gravity I'll be unstoppable

I yeah, I believe in destiny
I'm maybe an ordinary guy
Without his soul
But if you're the one for me
then I'll be your hero

oh I'll be your hero yeah
I'll be your hero
so incredible
some kind of miracle
and when it's meant to be
I'll become a hero
So I'll wait, wait, wait for you
I'll be your hero, yeah "

Hero - Sterling Knight

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Il pomeriggio, purtroppo, era trascorso tra i libri. Grazie al passaggio di Lorenzo ero arrivata prima a casa e questo significava più tempo per studiare e svolgere i compiti per i giorni successivi. Mi ero concentrata principalmente sul terminare i riassunti di fisica sul quaderno e sugli esercizi di matematica. Ero stata molto veloce, ottenendo risultati corretti, perché me la cavavo in questa materia. La storia d'amore tra me e la matematica era nata solo l'anno precedente perché prima non ero mai stata una cima. Era strano, ma per me era importante il modo in cui il docente spiegava i passaggi perché se il suo modo non mi piaceva rischiavo di non riuscire a fare nulla. Così era successo alle medie e nei primi due anni di scuola superiore. Chiusi il libro di matematica, definitivamente, e mi appoggiai allo schienale della sedia, sospirai. Il giorno successivo sarebbe stato mercoledì e, se proprio dovevo ammetterlo, era quello che mi piaceva meno, questo per via dell'orario scolastico. Ciò che mi premeva maggiormente era educazione fisica alle prime due ore. Sbadigliai e decisi che era il momento di un buon riposino, dopo lo sforzo mentale dello studio. Prima di distendermi nel letto attivai la sveglia perché, nonostante non ne avessi voglia, sarei dovuta andare a cena dalla famiglia Rocchi.Mi distesi sul fianco destro, chiusi gli occhi e mi addormentai subito. Era bello riposare in questo modo, recuperare energie e rilassarsi. Purtroppo, però, la sveglia dovette suonare, avvisandomi che era il momento di alzarsi e prepararsi. Aprii lentamente gli occhi, strizzandoli. Avevo cercato un orario che mi permettesse di potermi preparare senza ritardare e avevo pensato che le sei meno venti potesse andare bene. Dovevo, comunque, prepararmi con un ritmo spedito. Mi infilai direttamente in doccia, sotto al getto caldo, e mi lasciai travolgere da quel relax. Era molto rilassante il getto sul mio corpo, sarei rimasta ore con quella sensazione addosso, ma purtroppo dovevo uscire. Era raro che io fossi così rilassata, ero sempre un fascio di nervi e agitazione in ogni istante. Avrei preferito mille volte rimanere chiusa in questa doccia al posto di uscire per raggiungere casa Rocchi, ma dovevo. Avvolsi capelli e corpo in due asciugamani e cercai di fare attenzione per non scivolare o bagnare il pavimento del bagno. Infilai l'intimo che avevo portato con me, completamente nero, e sciolsi i capelli biondi. Avevo perso cinque minuti preziosi alla ricerca della mia piastra, che sembrava essere stata divorata da un buco nero, ma per fortuna all'ultimo avevo avuto un flash e mi ero ricordata il punto in cui l'avevo lasciata qualche giorno prima. In camera presi in mano il telefono per controllare non solo l'orario, ma anche le notifiche e i messaggi. Ne avevo ricevuti dal gruppo della classe, dalla cricca e da Mattia. *Uee Rosati, come va?*. Mi morsi istintivamente il labbro pensando alla giornata che avevo trascorso con il ragazzo, in cui mi ero divertita molto. Avevo sbagliato a giudicare senza conoscere e per questo mi vergognavo un po'. Mattia era un ragazzo davvero bravo e simpatico, totalmente diverso da come avevo pensato che fosse dopo il primo incontro. *Ciaoo Mattiaa.*. Risposi al messaggio e riposi il telefono sul letto, dovevo ancora vestirmi e non dovevo perdere ulteriore tempo. Questa era la parte più difficile perché dovevo scegliere che cosa indossare per la cena. Eleganza o comodità? Frugando per qualche minuto riuscii a identificare un possibile abbinamento tra una gonna nera a vita alta, una canotta bianca molto semplice, collant e gli stivali alti fino al ginocchio. Ci avevo riflettuto per qualche secondo, giungendo alla conclusione che poteva funzionare, quindi finalmente mi vestii. Ero pronta per andare a cena dalla famiglia Rocchi, con quella stupid...adorabile ragazza di Alice. Per un attimo mi chiesi come fossero i suoi genitori, sperai fossero delle belle persone come Laura. Ecco un altro ragazzo che cadeva nell'incantesimo di una femmina Rocchi: mio fratello. L'unica differenza era che Laura fosse una persona vera e di buon cuore, con dei principi, rispetto alla sorella Alice. Ero finalmente pronta, scesi le scale e mi diressi in salotto in attesa di partire. Mia madre era ancora in camera che si stava preparando, mentre mio padre era sceso in cantina per prendere qualcosa. Mi accomodai sul divano e cazzeggiai sul telefono, finché mia madre non mi raggiunse lasciandomi a bocca aperta. Indossava un abito a tubino bordeaux, con un cinturino nero in vita, e delle scarpe con il tacco alto nere. I capelli erano arricciati alle punte ed era truccata lievemente «Wow!» esclamai senza parola «Wow lo dico io a te, anche se sembri un po' una dark!» disse lei facendomi ridere. Sistemò alcune cose nella sua borsetta rigorosamente bordeaux, mentre io sbloccavo il telefono per rispondere al messaggio di Mattia. *Che fai di bello?*mi aveva scritto. Sospirai. Ero costretta ad andare a questa cena, non avevo purtroppo una macchina del tempo che potesse trasportarmi direttamente al termine della cena. Dovevo sopportare per tutta la sera una stronza traditrice e cercare di non piangere al pensiero di lei e Lio insieme a quella festa. Avevo promesso di essere forte e lo sarei stata qualsiasi cosa fosse accaduta stasera. Non potevo farmi vedere debole davanti al mio stesso nemico. *Vado a casa di Alice Rocchi.*. Era strano scrivere questo, infatti molti erano rimasti scioccati dalla notizia. Perché sarei dovuta andare a cena a casa della mia peggior nemica da anni? La vita era tutta una fottutissima sfiga. «Sono pronte le mie ragazze?» domandò mio padre sorridendo e uscendo dalla cucina con una bottiglia di vino in mano «Uh-uh!» dissi io alzandomi dal divano. Mio padre ci sorrise e tutti e tre uscimmo di casa. In auto mi focalizzai ancora per qualche minuto sul telefono, preferivo rispondere adesso perché dopo sarebbe stato maleducato nei confronti della famiglia Rocchi. *Oddio. Perché? Fa servizi gratis? Una cosa a tre? È stronza, ma sexy...*. Che scemo. Mi trattenni dal ridere per ciò che aveva scritto. Per un attimo mi fece tornare in mente le cose sconce che spesso mi diceva Lio, prima di metterci insieme. Anche solo pensare a queste cose era dura. No, ora come ora, non dovevo pensare a lui, solo che era impossibile, dato che i suoi occhi continuavano a comparire nella mia mente. E il suo sorriso, poi?Porca carota. *Seh, un bagno di testosterone proprio.*. Appoggiai la testa al sedile e mi concentrai sul cielo che man mano si scuriva sempre più, dall'azzurro del giorno al blu scuro della notte. Il tramonto con i suoi bellissimi colori rossastri, rosei e aranciati era uno spettacolo unico. Ormai l'estate era vicina, le giornate si allungavano sempre più, ed io non vedevo l'ora dell'arrivo delle vacanze. Come avrei passato questa estate? Con i miei amici e un possibile nuovo ragazzo? Dentro di me ero curiosa e aperta a qualcosa di nuovo, ma sapevo anche che probabilmente sarei rimasta sola per non avere altre delusioni.

Il nostro amore impossibile 3 (INAI's series) (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora