Capitolo 41 - Giornata assonata

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Capitolo 41.

Era soltanto mercoledì eppure volevo che la settimana finisse velocemente per stare a casa nel weekend.Per fortuna l'estate si faceva sentire e non vedevo l'ora di starmene coricata sul letto a poltrire e guardare serie televisive.Odiavo il mercoledì soltanto per le prime due ore di educazione fisica.Sin da quando ero nata la palestra non aveva fatto per me:corse, il sudore, seguire un pallone senza sosta.Non faceva per me.Questi erano i pensieri che invadevano la mia mente mentre ero distesa sul letto con un braccio penzolante e mia madre che urlava cercando di svegliarmi.Oggi la voglia di alzarmi era pari a zero.

«Dai, Elena accidenti!»sbottò ancora una volta.

Sbuffai e provai ad alzarmi dal letto, ma era come se il mio corpo si rifiutasse di rispondere ai comandi.Era un duello tra il sonno e la volontà di mia madre.Chi avrebbe vinto?Quasi inciampai nel lenzuolo praticamente addossato al pavimento ed entrai in bagno cercando di prepararmi, per sembrare almeno decente.Come al solito svolsi le mie abitudini, tra cui abbuffarmi di cibo in cucina e uscire di casa dopo aver svolto le ultime cose.

Jeam era tranquillamente seduto sulla panchina che osservava il telefono e mi sedetti accanto a lui silenziosa.Lui aveva alzato lo sguardo stranito e cercava di capire che cosa avessi.In realtà avevo solo sonno e non ero attiva per quello.

«Ti hanno fatto il lavaggio del cervello?O hai il ciclo?»domandò lui serio.

«Ma dai!Nessuna delle due.»esclamai tirandogli un pugno sulla spalla e ridendo.

Ecco come Jeamy riusciva a farmi tornare il sorriso anche quando ero smorta e sembravo una specie di zombie.Anche se non volevo parlare a nessuno avevo tanta voglia di vedere Lio.Forse solo lui.Volevo passare velocemente questa giornata e tornare a casa e dormire per sbollire tutto.Dovevo solamente pensare che tra poco sarebbe arrivata l'estate e avrei potuto dormire quanto volevo.

Il bus arrivò e salimmo da dietro raggiungendo i nostri amici che erano seduti ai soliti posti come ogni giorno.Lio era preso dal telefono, ma quando mi aveva vista lo aveva ritirato.Mi ero seduta vicino a lui e non so come mi ero incantata con la testa appoggiata sulla sua spalla.Stavo bene, maledettamente bene, con lui accanto e il suo profumo che mi inondava le narici.

«Elena.»sentii chiamarmi e ridere.

Aprii gli occhi e Lio mi sorrideva teneramente mentre io ero confusa.Eravamo sul bus fermo e la gente stava pian piano scendendo, quindi eravamo giunti alla stazione.Lio mi aveva detto che mi ero addormentata subito sul bus appena salita e che per colpa di un incidente il bus si era fermato facendoci sostare un po', dandomi anche tempo di riposare.Mi ero addormentata sulla sua spalla, mentre tutti potevano vederci, che imbarazzo.Dovevamo scendere in succursale, ma dormivo quindi aveva aspettato fino alla stazione.Gli altri erano scesi in succursale direttamente.Intanto avevamo ginnastica e la prof non se ne accorgeva.

«Avevi proprio sonno eh?»disse lui ridendo.

Io annuii e gli presi la mano stringendola mentre ci incamminavamo verso la succursale.Avevo deciso di saltare ginnastica perchè stavo crollando, sarei collassata a breve.

Per tutta la durata dell'ora di ginnastica avevo cercato di non dormire sulla panchina e la prof si era accorta che non avevo energie quindi mi aveva costretta a comprare altro cibo alle macchinette.Lio correva a destra e sinistra calciando il pallone ed era perfetto.Con la canotta che mostrava i suoi muscoli e il sudore che gli imperlava la fronte, lo rendeva ancora più attraente.Stranamente Alice non c'era oggi e si stava così bene, mentre le sue amiche sembravano disperate e spaesate.

Il nostro amore impossibile 3 (INAI's series) (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora