Capitolo 8 - «Sono io l'anonimo!»

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Capitolo 8 - «Sono io l'anonimo!»

"It's so hard to say that i'm sorry
I'll make everything alright
All these things that i've done
What have I become, and where'd I go wrong?
I don't mean to hurt just to put you first
I won't tell you lies
I will stand accused
With my hand on my heart
I'm just trying to say

I'm sorry
It's all that I can say
You mean so much
And I'd fix all that I've done
If I could start again
I'd throw it all away
To the shadows of regrets
And you would have the best of me"

Sum 41-Best of me

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Il ragazzo scese le scale lentamente e poco dopo arrivò da noi stupendomi. Corrucciai la fronte quando vidi Lorenzo, il ragazzo nuovo, davanti a me. Era lui il famoso cugino di Alice, Laura e Franco? Riflettendoci tutto acquistava un senso perché la sua storia e quello che mi avevano appena raccontato combaciavano. La serata cominciava davvero a movimentarsi ed ero felice di vederlo perché era un volto a me familiare, nonostante ci fossimo appena conosciuti «Elena?» domandò lui sorridendo «Ciao Lorenzo!» gli sorrisi imbarazzata. Tutti ci stavano fissando stupiti, il nostro dialogo li aveva messi KO. Non si aspettavano che io conoscessi il ragazzo, anche se questo era strano perché Alice era in classe con me e lui. Probabilmente a lei non fregava nulla del cugino «Vi conoscete?» domandò Laura, nascondendo un sorriso. Beh, se ci eravamo salutati era perché sapevamo chi fossimo, no? Io e il moro annuimmo. «Oh, la cena è pronta, tutti a tavola!» ci avvisò Elisa. Ci alzammo dal divano per raggiungere la sala da pranzo, un ambiente a sé rispetto al salotto e alla cucina, e rimasi stupita dalla stanza davanti a me. Al centro vi era un tavolo rotondo, apparecchiato perfettamente, senza tralasciare nessun dettaglio. Il centrotavola era un bellissimo vasetto di rose bianche e rendeva l'atmosfera ancora più romantica ed elegante. Mi sedetti tra Franco e Lorenzo, di fronte a me vi erano Laura, Carlo e Alice. La cena era trascorsa stranamente bene rispetto a come me l'ero aspettata, la compagnia era gradevole e potevo constatare che nessuno di loro era come Alice. Lei, in particolare, non mi aveva tolto gli occhi di dosso per tutta la sera, osservandomi con sguardo truce. Non avevo idea del perché si comportasse con me in quel modo. «Elena, ti andrebbe di andare a prendere il dolce in cucina?Alice la accompagni?» chiese Elisa con un sorriso dolce. Dentro di me ero profondamente contrariata, non volevo andare con lei in cucina dove si trovavano i coltelli. Poteva uccidermi senza essere notata. Se acconsentivo ero masochista, se negavo sarei stata accoltellata da qualcun altro...mia madre «Non potrebbe accompagnarmi Franco?» domandai tirando un finto sorriso. Franco arrossì nuovamente e io ridacchiai mentalmente. Era molto carino «Alice accompagnala e...va bene vai anche tu Franco...» sospirò la madre. Tentai di non fiatare perché mia madre mi avrebbe uccisa, ma con Alice era diverso. Lei era una stronza, era la mia acerrima nemica e non riuscivo a tollerarla. Si alzò sbuffando sonoramente, senza tenere conto delle reazioni degli altri, e lisciandosi la gonna del vestito, mentre Franco era felice come una pasqua. Il ragazzo mi indicò la cucina, mi fece strada ed io lo seguii facendo attenzione a non inciampare in un cavo. Dentro di me, però, sperai lo facesse Alice. Lui aprì il frigo per prendere la torta ed io lo aiutai, cercando di non farla cadere. Elisa aveva preparato una meringata, accompagnata da panna montata, ed io al solo vederla avevo l'acquolina in bocca. Presi i piattini posizionati sul bancone in una piccola pila, un coltello e tornai da Franco per il taglio del dolce. Non ero molto brava nel tagliare i dolci in fette, infatti un po' di panna ci schizzò. Scoppiammo a ridere per la scena divertente, non pensavo di essere così imbranata «Sei sporco!» dissi a Franco ridendo «Anche tu!» rise. Mi lasciai trascinare dal momento e con il dito pulii il volto di Franco sporco di crema, sul naso e sulla guancia, ed infine mi leccai il dito goliardica di panna montata. Lui rimase quasi 'incantato' dal mio gesto, probabilmente per la timidezza, io invece mi vergognai di essere stata cosi 'intima' con qualcuno che conoscevo da poco. Mi ero lasciata andare perché lui mi ispirava fiducia. Mi sembrava di aver trovato qualcuno con cui parlare durante eventi simili con la famiglia Rocchi. «Wow, ora ci provi anche con mio fratello, Rosati? Passi da un ragazzo all'altro?» esclamò Alice prendendo un po' di crema con il dito e leccandoselo, come avevo fatto io poco prima. Io e Franco smettemmo di ridere e ci girammo verso di lei. Il sorriso sul volto di entrambi si spense «La vuoi smettere Alice? Spero che tu sia già felice per quello che mi hai fatto!» sbottai. Avrei preferito dirle altro, come per esempio "Ma parla per te!", ma mi ero lasciata andare ed ero scoppiata. Non riuscivo a trattenermi più. Dopo un po' mi stancavo del suo comportamento. Faceva finta che nulla fosse successo, come se lei non avesse baciato il mio ragazzo ad una festa, anzi, il mio ex ragazzo «Cosa?» chiese lei abbastanza confusa «Io e Lio ci siamo lasciati!» sbottai prendendo un'altra fetta di torta e posandola nel piattino. L'espressione di Alice mi stupì e stranì allo stesso tempo: era sorpresa, si era messa una mano davanti alla bocca per nascondere un piccolo sorriso. Da questo momento sarebbe stata felicissima. Non rispose, continuò a guardarsi intorno sorpresa ed io sbuffai. Ero stanca di lei e del suo comportamento. «Andiamo Franco!» dissi prendendo uno dei due vassoi con i piattini. Avevamo tagliato tutte le fette di torta. Lui prese l'altro vassoio e tornammo in sala dove gli altri stavano chiacchierando animatamente e sorridendo. Consegnammo a ciascuno un piattino con una fetta di torta, ci accomodammo ai nostri posti ed io posai lo sguardo su mio fratello, che sembrava più agitato del solito. Alice tornò da noi con uno stupido sorrisetto in volto. Mi dispiaceva che prima Franco avesse dovuto ascoltare la nostra conversazione, ma in alcuni momenti non riuscivo più a trattenermi. «Potrei fare un annuncio?» chiese mio fratello, non appena tutti furono seduti a tavola. Si alzò dalla sedia trepidante, cosa che mi aveva stupita, fece alzare anche Laura e tutti, confusi, lo osservammo. Che cosa stava succedendo? Laura rimase in piede, mentre Carlo si inginocchiò davanti a lei. Dalla tasca della giacca estrasse una piccola scatola nera, la aprì e un piccolo anello brillò in tutta la sala. Mi portai le mani davanti alla bocca rendendomi conto di quello che stava succedendo. Lo stava facendo davvero? «Laura Ginevra Rocchi, vuoi sposarmi?» domandò con gli occhi lucidi. Eccome se lo aveva fatto. Guardai Lorenzo e Franco, sconvolti quasi quanto me. Eravamo tutti increduli e sorridevamo come degli ebiti, mentre la mia mente immaginava già le nozze. Ero felice per mio fratello, finalmente aveva trovato una ragazza adatta a lui, nonostante fosse una Rocchi «Oh mio dio!» rispose lei poggiando le mani sulla bocca «Sì, sì. Ti voglio sposare!» continuò con qualche lacrima che le rigava il volto. Felici come non mai ci avvicinammo a loro per stringerli all'interno di un grande abbraccio collettivo. Era un'emozione totalmente nuova per me quella di assistere in prima persona ad una proposta di matrimonio. Alice si intromise tra i futuri sposini per abbracciare sua sorella, io abbracciai entrambi in qualche modo e Franco, non potendo arrivare ai diretti interessati come gli altri, strinse direttamente me e Alice. Era un abbraccio caldo e familiare, cosa che non mi sarei mai aspettata di provare con la famiglia Rocchi. Sciolto il caldo abbraccio tornammo seduti ai nostri posti per chiacchierare ancora un po'. Alice guardava annoiata il suo telefono, sbuffando ogni due per tre, Laura guardava il suo anello brillare alla luce artificiale della sala e gli altri parlottavano tra di loro. 

Il nostro amore impossibile 3 (INAI's series) (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora