Capitolo 4 - Cambiamenti

13.3K 512 62
                                    

Capitolo 4 - Cambiamenti

'Io sono un fallimento straordinario, scusate ma mi merito un applauso.
Ti ho portata in alto credendo di saper volare, mentre precipitiamo me ne pento.
Vorrei poter fermare il tempo, so che ti piacciono le foto
vorrei poter colmare il vuoto dentro,
vorrei poter mandare i proiettili a rallentatore per evitare le stronzate che sparano sul mio nome,
ma non ho paura del giudizio di queste persone,
ho fatto dell'autodistruzione la mia armatura
tu mi hai visto superare sfide, salvare vite,
poi chiuso al cesso a fumarmi la kryptonite
con te che inizi a sbattere,
io che ti grido vattene
non ho tempo per salvarti ho un mostro da combattere.
Mi porto addosso cicatrici e tagli
e la mia vita è una fiction, una serie di sbagli.
E un cigno nero resta tale anche se gli strappano le piume,
il vero supereroe è quello sotto il costume,
toglimi 'sta maschera, fallo con le tue mani,
poi guardami dentro agli occhi e dimmi se te lo aspettavi.
che ero io, ero io.'

Low Low & Mostro - Supereroi Falliti.

-----------------------------------------------

Ormai tutti i presenti aveva udito la discussione tra me e Lio, anzi, la fine della nostra relazione. Lo avevo fatto, mi sembrava assurdo eppure era successo. Avevo avuto un forte autocontrollo e una freddezza tale che mi aveva permesso di concludere senza cedere o scoppiare in lacrime. Avrei voluto farlo, ma non lo avevo fatto. A pass svelto, sotto lo sguardo sconvolto dei miei amici, presi lo zaino e mi spostai sulla panchina a fianco. La prima cosa che feci fu infilare la mano nella tasca inferiore dello zaino per focalizzarmi sulla musica, l'unica cosa di cui avevo bisogno al momento. Osservai i miei amici senza udire le loro parole, la musica aveva il compito di non farmi sentire il mondo intorno e ci stava riuscendo perfettamente perché io li vedevo, ma non udivo nulla. Lio tornò dai miei amici, confusi e stravolti da quello che era successo, e probabilmente dovette subirsi l'ira di tutti. Jeamy era stranamente in silenzio, lo sguardo duro fisso sulle sue scarpe, le mani strette in due pugni talmente forti da far diventare bianche le sue nocche. Alex si era avvicinato a lui, trattenendo le altre due ragazze, e  lo stava rimproverando agitando le man freneticamente. Lio aveva lo sguardo basso, colpevole, le mani che passavano freneticamente sul viso e sui capelli biondi. Emma e Azzurra erano divise tra Alex e Jeamy, sguardi assassini rivolti verso il biondo, e si stavano trattenendo per non saltargli addosso. Io, invece, ero immersa nel mondo della musica, seguendo le parole del brano che stavo ascoltando. Osservavo il cielo scurirsi sempre più fino a diventare quasi nero, la gamba che si muoveva ritmicamente in attesa che il bus arrivasse il primo possibile per arrivare a casa e stare da sola. Qualche minuto dopo una figura si avvicinò a me, lentamente, e guardando con la coda dell'occhio scoprii essere Jeamy dubbioso. Si accomodò, continuando ad osservarmi per capire probabilmente come avrei potuto reagire. «Principessa...» iniziò lui cercando di mantenere il contatto visivo. Mi voltai quel poco per unire i miei occhi con i suoi, cosciente del fatto che lui volesse sapere che cosa fosse successo con Lio. Anche Emma e Azzurra mi avrebbero chiesto a riguardo, soltanto che loro avrebbero ucciso Lio a prescindere. Jeam attendeva una risposta da parte mia, peccato che io mi incantassi sempre prima di poter rispondere a qualcuno. Decisi di ammettere, direttamente, la verità, non volevo girarci intorno «Non c'è molto da dire, Lio mi ha tradito con Alice, alla festa dell'altra sera...» Jeam mi guardò con occhi sbarrati. Faceva male dirlo, anche solo al mio migliore amico, e meno ne parlavo meglio era. Se ne parlavo ricordavo le loro bocche unite, i corpi attaccati e tutto ciò che avrebbero potuto fare dopo. Lui aveva ancora avuto il coraggio di dirmi che mi amava, non si poteva essere più ridicoli. Mi tradiva e si giustificava dicendo solo che mi amava, senza ulteriori parole, o almeno, sempre con le stesse parole. Jeam mi conosceva bene, sapeva che parole di conforto non servivano a nulla, anzi, sembrava che io facessi pena agli occhi degli altri. Si limitò ad abbracciarmi stringendomi più forte ed io mi sentii più sollevata, ma mancava una parte di me. Sentivo di aver bisogno di altre braccia che mi stringessero, che mi scaldassero il cuore.

Il nostro amore impossibile 3 (INAI's series) (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora