Addentai la mela e la gustai fino al torsolo. Presi i semi e li rigirai tra le mani, fermandomi a osservarli, curiosa. Sapevo così poco di me stessa e mi sentivo di sapere ancora di meno sul mondo che mi circondava.
In un certo senso, mi sembrava quasi di potermi rivedere in quei piccoli semini. Mi sentivo piccola, indifesa, appena strappata via dal mio guscio protettivo. Per quanto quel giorno fosse stato estenuante a livello mentale, cercavo di vedere il lato positivo e tentare di prenderlo come l'inizio di una nuova vita. Non sapevo chi ero, il mio passato, nessuno lì nella Radura avrebbe potuto riconsegnarmi la mia vecchia identità, quindi tanto valeva armarsi di un po' di coraggio e ripartire da zero.
Forse con il passare del tempo mi sarei ritrovata, avrei scoperto la mia identità, la mia vera personalità, i miei modi di fare, i miei difetti e le mie preferenze. Forse un giorno, proprio come quei semini, sarei sbocciata.Mi sarei fissata al terreno con radici solide, sarei cresciuta, creandomi attorno una corteccia solida e protettiva, una sorta di barriera per gli attacchi esterni, che avrebbe a tutti i costi protetto il tenero al suo interno. E chissà come sarebbe stato quel morbido all'interno, se caldo e pieno di vita, o distante e ricolmo di rimpianti.
La prima cosa che mi venne in mente quando scavai una piccola buca a terra e vi depositai i semini, per poi ricoprirli, fu che nulla sia mai davvero come sembra.
Un po' come gli alberi, che dall'esterno sembrano tutti uguali, ruvidi e irti, ma che all'interno rimangono pieni di vita, tenendo traccia degli anni vissuti e delle forme di vita ospitate.
Un po' come le persone, che in fin dei conti indossano sempre una maschera per cercare di proteggersi, ma che quando si conoscono davvero diventano un libro aperto.
Un po' come quel posto, forse.Eravamo incatenati lì dentro, nessuno si ricordava davvero delle persone che eravamo prima di sbucare dalla Scatola e a ognuno sembrava una prigionia forzata, una punizione.
Ma nulla è mai come sembra.
Forse eravamo là perché eravamo speciali, forse qualcuno cercava di proteggerci o di obbligarci a migliorare noi stessi. E nonostante quel luogo mi facesse sentire piccola e inutile, in fondo sapevo che se ero stata mandata lì insieme agli altri, un motivo c'era.
Forse ero parte integrante di un qualcosa di più grande di me, quindi forse mi sarei dovuta comportare di conseguenza. Smettere di essere sulla difensiva e sperare di vivere al pieno delle aspettative di chiunque mi avesse mandato lì.Scossi la testa, riprendendomi dai miei pensieri e archiviando per l'ennesima volta la questione. Più continuavo a pensarci, più mille teorie mi riempivano la testa. La cosa più frustrante era forse non sapere quale fosse la verità e di certo cercare di schiarire i miei ricordi e riportarli alla luce non era una passeggiata.
Perciò decisi che per quella giornata mi sarei lasciata andare alla bellezza del dubbio e dell'ignoranza. Avevo assimilato abbastanza informazioni e pensato abbastanza per una giornata sola, quindi mi sarei goduta il mio giorno libero prima di diventare parte integrante di quel posto.Non volevo pesare troppo su Newt così decisi di andare nuovamente alla torre e osservare il tutto da una prospettiva più alta. Per quanto odiassi l'idea di guardare sotto e vedere il vuoto sotto i miei piedi, l'idea di essere distante e sopraelevata rispetto a tutto il resto mi faceva sentire meglio.
Una volta raggiunta la torre, mi ci arrampicai velocemente e non appena mi piazzai a sedere, coi piedi oltre al bordo, mi sentii più leggera.
Chiusi gli occhi per qualche istante, respirando l'aria fresca che mi accarezzava il viso e cercando di mantenere la mia mente il più vuota possibile. Per quanto stessi cercando di essere positiva e di vedere tutto in un'ottica illuminata, l'idea di non sapere nulla di me, del mio carattere e della mia storia mi terrorizzava a morte."Hey, Fagiolina." mi chiamò una voce, qualche metro sotto di me.
Spalancai gli occhi, tenendomi forte al bordo della Torre, poi mi armai di coraggio e guardai giù, notando come prima cosa la chioma arruffata e bionda di Newt. Ricambiai il saluto, che causò nel ragazzo un sorrisetto divertito. Dopo aver mosso il naso a patata ed esserselo grattato con fare distratto, il ragazzo si avvicinò alla scaletta e prese a salire.
Quando si sedette accanto a me, mi sentii un po' meno sola. Non conoscevo me stessa e la cosa era terribile, ma sapere che tutti avessero iniziato dal mio stesso punto e fossero comunque felici, mi faceva sentire speranzosa.
![](https://img.wattpad.com/cover/53410637-288-k5536.jpg)
STAI LEGGENDO
The Maze Runner - Remember
Fanfiction!!! ATTENZIONE: questo è il primo libro di una serie di quattro (Remember, Survive, Run e Live). Ogni libro è stato COMPLETATO e REVISIONATO. Se doveste trovare errori, segnalatemeli per i futuri lettori, grazie e buona lettura! Elena si ritrova nel...