Capitolo 23.

13.9K 644 127
                                    

Newt diede una pacca sulla spalla di Minho e gli disse qualcosa, sicuramente un ringraziamento per avermi tenuta con sé o magari per avermi salvata, poi mi si avvicinò velocemente, come se fosse ansioso di starmi vicino.
Mi raggiunse zoppicando e si sedette accanto a me, appoggiandosi contro il tronco e allungando le gambe. "Stai bene?" mi chiese per la milionesima volta.
Annuii e mi appoggiai stanca la testa sulla sua spalla.
"Ho bisogno di sentirmelo dire a parole. Annuire non mi basta." spiegò accarezzandomi preoccupato i capelli.

"Sto bene, non devi preoccuparti. Ora è tutto passato." sussurrai. "È tutto passato." ripetei a bassa voce, come per imprimerlo nella mia mente e rassicurarmi.
"Vieni qui." mi sussurrò lui allargando le gambe e battendo a terra con la mano.
Mi alzai lentamente e mi sedetti tra le sue gambe, questa volta appoggiando anche la schiena. Volevo sentire il tepore del suo corpo sul mio, dolore o no.
Lui mi cinse con le sue braccia e appoggiò delicatamente il mento sul mio capo.
Restammo in silenzio per un tempo indefinito. Ascoltai ogni respiro che usciva dal suo naso e andava a posarsi sul mio collo scoperto, causandomi ogni volta piacevoli e piccoli brividi.

Per un attimo pensai stesse dormendo così decisi di andargli a prendere una coperta, in caso avesse fatto freddo. Feci per alzarmi, ma lui mi colse di sorpresa e serrò la presa sulla mia vita.
"Che fai?" chiese sbarrando gli occhi preoccupato.
"Pensavo stessi dormendo, ti andavo solo a prendere una coperta." spiegai accarezzandogli il braccio.
"Resta." fu tutto quello che disse prima di richiudere gli occhi.

Decisi che lo avrei accontentato. Dopotutto non mi dispiaceva affatto dormire sola con lui. In più non avevo altro posto in cui farlo: Zart sicuramente era stato portato nell'edificio dei Medicali e l'idea di dormire nella sua stessa stanza mi dava il volta stomaco. 
Rinunciai alla coperta, realizzando che la temperatura notturna della Radura non fosse poi così bassa, e mi accoccolai meglio sul petto di Newt. Chiusi gli occhi e rimasi ad ascoltare i nostri respiri, cullata dal continuo alzarsi e abbassarsi del suo petto, finché non mi addormentai.




Il mattino seguente fummo entrambi svegliati da Minho. Aprii lentamente gli occhi, temendo la luce accecante del mattino, ma con mia sorpresa il cielo era al contrario ancora abbastanza scuro.
Le porte che davano sul Labirinto erano ancora chiuse e inizialmente mi chiesi perché mai Minho ci avesse svegliati così presto. Poi ricordai l'Adunanza a cui ero stata obbligata a partecipare.
Mal volentieri scivolai via dall'abbraccio caldo di Newt e li seguii verso l'edificio.
L'idea di rivedere la faccia di Zart e Glader mi fece venire la nausea e un pressante peso nell'addome.
Forse iniziavo veramente a temerli e la cosa non mi piaceva.

Entrammo quasi per ultimi e tutti gli Intendenti ci stavano aspettando impazienti e assonnati.
"In quanto primo in comando, dichiaro aperta questa Adunanza." annunciò Alby. "Come sapete tutti negli ultimi giorni sono successe diverse cose. Partiamo dal fatto più recente e più grave: Zart e Glader la notte scorsa hanno tentato di buttare la Fagiolina giù per la Scatola, che – come tutti sappiamo – torna giù ogni volta che è stata svuotata." si fermò e prese fiato. "Come sempre gli Intendenti parleranno a turno sui provvedimenti che secondo loro sono più adatti alla situazione. Zart e Glader, aprite all'istante quelle fottute orecchie: non siete tenuti a dire una singola parola finché non vi sarà concesso, chiaro?" 

Fino a quel momento non avevo notato i colpevoli che, standosene seduti in disparte e in silenzio, non davano minimamente nell'occhio.
Spinta dalla curiosità alzai lo sguardo verso Zart e vidi la sua faccia ricoperta da sangue incrostato, numerosi lividi e tagli. Gally lo aveva ridotto proprio male, ma infondo se lo meritava.
Il ragazzo che fino a qualche istante prima stava guardando in basso, alzò lo sguardo verso di me come se si fosse sentito osservato, e solo allora riuscii a notare i suoi occhi ingrossati, lucidi e rossi. Per la prima volta riconobbi nel suo sguardo un filo di dolore mischiato a tristezza. Che si fosse pentito del suo folle gesto?

The Maze Runner - RememberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora