Apro gli occhi di prima mattina, infastidita dal suono della mia sveglia che mi entra nelle orecchie e mi fa sobbalzare sul letto. Come fossi uno zombie, mormoro qualcosa di incomprensibile e allungo la mano verso il comodino, cercando di spegnerla; mi ci vuole un po' prima che possa arrivare al mio telefono, ma alla fine ce la faccio. Alzo la testa dal cuscino e guardo che ore sono, in quel momento spalanco gli occhi e salto giù dal letto in tutta fretta.
Accidenti! Oggi inizia la scuola ed io sono già in ritardo. Non posso essere così distratta. Eppure, la sera prima, avevo impostato dieci orari per la sveglia... Com'è che la sento adesso?
Corro per la stanza, prendendo i miei vestiti e, nello stesso momento, cercando di sistemarmi lo zaino, che non avevo preparato la sera prima perché non mi andava di farlo, ovviamente. Vado in bagno e mi faccio una doccia veloce. In pochi minuti mi vesto, cerco di realizzare un trucco semplice ma presente e mi pettino i capelli. Scendo le scale per andare in cucina a salutare i miei genitori e scroccare un passaggio da parte di mio fratello.
-Hey, perché così tanta fretta, sorellina? - chiede mio fratello, spuntando dalla porta della cucina e appoggiandosi allo stipite. È ancora in pigiama.
-Mi sono svegliata tardi e se non mi sbrigo arriverò in ritardo il primo giorno di scuola- mi affretto a dire. -E tu perché sei ancora in pigiama? Sbrigati o faremo tardi!- ordino, prendendo dalla tavola un toast con burro.
-Tranquilla, non faremo tardi. Non ricordi che oggi si entra alle alle otto e mezza?- fa lui, accomodandosi tranquillamente a tavola e bevendo il suo caffè.
Rimango in silenzio per pensare. È vero, ora ricordo! Ci hanno informati che tutte le classi sarebbero dovute entrare a quell'orario perché le classi del primo anno si sarebbero recate lì alle otto per fare il dovuto giro della scuola.
-È vero! Me n'ero completamente dimenticata- dico. -Be', allora sarà meglio che torni in camera a sistemare il disastro che ho lasciato.- Mi dileguo, salendo le scale un'altra volta, sollevata di aver ancora un po' di tempo prima di rientrare a scuola, o come lo chiamo io carcere.
Appena entro, vedo che c'è veramente molto casino e mi siedo sul letto. Sbuffo. Prendo il telefono e, non volendo sistemare la stanza perché non mi va, navigo un po' sui social. Piano piano mi sdraio e i miei occhi, involontariamente, si chiudono. Mi addormento.
* * *
-Alessia, sveglia, dai!- Socchiudo gli occhi, assonnata.
-È ancora presto, lasciami dormire- mugugno, muovendo la mano verso di lui per farlo andare via.
-Faremo tardi a scuola- dice. Sospira pesantemente. -ALZATI, O TI PORTO CON LA FORZA! - minaccia poi, scocciato.
Non lo calcolo e continuo a dormire. Non ho voglia di alzarmi adesso, stavo facendo un sogno bellissimo e lui mi ha interrotto per dirmi di andare a scuola. Ma dico, si può interrompere un sogno nel quale finalmente ti stavi per baciare e per sposare con il tuo cantante preferito, per dirti che devi andare a scuola? È inconcepibile.
-E va bene, lo hai voluto tu- esclama. Vengo presa per i fianchi e portata sulla sua spalla. Apro gli occhi, presa alla sprovvista. Mi trasporta come fossi un sacco di patate giù per le scale, poi fuori casa, fino ad arrivare alla sua moto dove, finalmente, mi rimette a terra.
-Ma dico io, ti sembra il modo? - chiedo, incredula e infuriata allo stesso tempo.
-Ti avevo avvertita, sei tu che non mi hai voluto ascoltare- mi schernisce divertito, alzando le mani. -E adesso, se non ti dispiace, metti il casco e andiamo, o faremo tardi per davvero.-
STAI LEGGENDO
Uno Strano Incontro // VERSIONE ORIGINALE
RomanceLa vita di Alessia è quella di una semplice ragazza di sedici anni che si diverte stando con i suoi amici e con i suoi familiari. L'inizio del terzo anno di superiori le porta molte sorprese, tra cui la perdita dei propri genitori a causa di un inci...