Pensavo di essermi rilassata abbastanza, e invece no. Questo ragazzo mi sta facendo impazzire. È entrato qui da più di dieci minuti e non ha intenzione di andarsene. Non so cosa voglia, ma mi dà fastidio che lui sia libero di andare dove vuole mentre io sono dentro questa vasca, nuda e parecchio vulnerabile. Non posso nemmeno minacciarlo. Accidenti, ma perché capitano sempre tutte a me?
-Allora, che aspetti? Me lo passi o no questo cavolo di accappatoio? È quello viola, se lo volessi sapere. Dovrei fare una cosa in camera mia per la scuola e sono in ritardo- dico irritata, allungando la mano sperando che me lo passi. Ma non è così.
-Perché dovrei dartelo? E comunque, non puoi uscire perché la porta è chiusa e solo io ho la chiave.- La prende e la mette nella tasca posteriore dei suoi jeans, poi tasta il mio accappatoio e sorride malizioso. Quanto sei odioso.
Aspetta un attimo. Un lampo di genio passa nella mia mente e mi lascia un'idea perfetta. Lui ama le ragazze che gli cadono ai piedi e quelle che lo fanno stare bene, quindi, perché non provare quest'ultima carta a mio favore? In fondo sono una ragazza, diamogli qualche piacere.
-Damon- dico a bassa voce, gli faccio segno con l'indice di avvicinarsi. -Mio amatissimo, bellissimo, Damon- continuo, la voce più sensuale possibile. Guardandolo maliziosamente e poggiando le braccia sul bordo della vasca, facendo prima attenzione che non si veda nulla, mi avvicino di più a lui.
-Dimmi- risponde, avvicinandosi come un ingenuo e accovacciandosi accanto alla vasca.
Lo guardo negli occhi e con le mie dita traccio la lunghezza del suo braccio fino ad arrivare alla spalla, poi dico: -Se mi dai l'accappatoio, potrò uscire da qui...e potrò ringraziarti in un modo del tutto nuovo per te, e che mi verrebbe scomodo fare da qua dentro, capisci?- Abbasso lo sguardo, maliziosa. -Quindi...potresti passarmi il mio accappatoio, per favore?- La mia voce sembra quella di una ragazza abituata a civettare con i ragazzi. Avvicino il mio viso al suo, i nostri nasi che quasi si sfiorano.
Lo vedo rivolgermi un sorriso malizioso e allo stesso tempo pensieroso. Mi guarda le labbra, poi subito dopo gli occhi. Si alza rassegnato e va a prendermi l'accappatoio. Mi guarda un'ultima volta e poi me lo porge. Lo ringrazio. Bene, il piano sta funzionando.
Facendo attenzione a non farmi vedere né a bagnarlo, mi alzo e mi avvolgo all'interno dell'accappatoio, allacciandolo in vita. Mi sistemo e poi, con molta cautela, esco dalla vasca e vado davanti a Damon, l'atteggiamento di una che fa quel che dice.
-Allora, io mantengo sempre le promesse...- Mi avvicino a lui e inizio a sfiorargli il petto con le dita e poi mi avvicino alla sua bocca con la mia, ma senza toccarla, le mani adesso allacciate dietro il suo collo. -E non dico mai bugie, quindi...- Quando sto per sfiorare le sue labbra con le mie, sposto le mani sulle sue spalle ed alzo il ginocchio bruscamente per dargli, intenzionalmente, un calcio nei gioielli di famiglia. Cade a terra e geme per il dolore, le mani sul punto dove l'ho colpito. Gli vado dietro ed estraggo velocemente le chiavi dalla sua tasca.
-Grazie.- Scuoto la chiave che ho in mano, provocandolo.
-Sei proprio astuta, bambolina.- Impreca qualcosa e cerca di respirare per far passare il dolore. Ben gli sta, non doveva provocarmi.
-Lo so.- Rido e mentre apro la porta. Sgattaiolo fuori dal bagno il più velocemente possibile ed entro in camera mia chiudendomi la porta alle spalle a chiave. Uh, che corsa.
Mi dispiace un po' di aver lasciato Damon accasciato a terra e con un forte dolore nelle parti basse, ma almeno ha imparato la lezione: mai fidarsi di una ragazza, sa tentarti in modi che nemmeno puoi immaginare.
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Uno Strano Incontro // VERSIONE ORIGINALE
RomanceLa vita di Alessia è quella di una semplice ragazza di sedici anni che si diverte stando con i suoi amici e con i suoi familiari. L'inizio del terzo anno di superiori le porta molte sorprese, tra cui la perdita dei propri genitori a causa di un inci...