La ricreazione è appena iniziata ed io e Giulia siamo sedute in mensa a parlare di Blake.
-si, ho incontrato un mio amico ed è venuto ieri sera a cenare da me. In pratica c'era anche Damon ed è stato strano, molto strano- rido.
-come si chiama questo tuo amico?-, mi chiede gentilmente Giulia.
-Blake, Blake Irvine.-, rispondo.
La faccia di Giulia cambia in un secondo da interessata a impressionata. Non so a cosa stesse pensando in quel momento, ma non ci faccio molto caso.
-e Damon? Come si è comportato?-, sorride beffarda.
-Te lo giuro, ha avuto una faccia strana per tutta la sera che mi ha inquietata parecchio.- sto raccontando ciò che è successo ieri tra Damon e Blake a Giulia.
-assurdo-, ridacchia -ma sinceramente... chi è per te Blake? Non ho mai sentito questo nome uscire dalla tua bocca-, chiede alzando un sopracciglio.
-è un mio amico-, mi sistemo un po' la maglietta che mi è salita -un amico molto amico-.
-non l'ho mai visto qui-.
-perché è di Londra. È un mio amico d'infanzia-.
Alza la testa e annuisce -ah ok, e che ci fa qui?-.
Ma che sono tutte queste domande? posso capire che sia curiosa, ma così è un po' troppo. Decido di non pensarci e continuo a rispondere al suo interrogatorio.
-non so, forse voleva risolvere un problema che avevamo in sospeso da circa 9 anni.-, ammetto girando un po' gli occhi guardando il soffitto.
In realtà mi ha detto che voleva vedermi da un po' ma che non ha mai avuto l'occasione. Spero rimanga un po', mi manca la sua compagnia e il suo affetto.
Quando eravamo piccoli andavamo sempre nella casetta sull'albero che i suoi genitori avevano costruito per noi. Ci divertivamo a fare finta di essere fidanzati e ci piaceva, ci davamo dei piccoli baci e usavamo un bambolotto come figlio che avevamo chiamato Mike.
Ogni giorno ci recavamo in questa casetta e ci prendevano cura di Mike. Quando era tempo di tornare a casa, facevamo a turno per tenerlo, un giorno lo tenevo io e un giorno lui.
Eravamo i genitori più pazzi di questo mondo. Ma anche i più romantici.
-Alessia? Mi hai sentito?-, mi richiama Giulia.
-eh si...-.
-allora che cosa ho detto?-, alza un sopracciglio e incrocia le braccia.
Che ha detto? Non ne ho la più pallida idea.
-tu...ehm...hai detto...- balbetto qualcosa di incomprensibile.
-non mi stavi ascoltando. A che pensi?- slega le mano dal suo petto, portandole sul tavolo della mensa.
-A Blake. A cosa facevamo da piccoli. A quanto gli volevo bene.- un piccolo sorriso esce dalle mie labbra facendomi sospirare.
Alza lo sguardo e poggia le sue spalle sulla sedia incrociando le braccia.
-capisco...-.
La campanella suona ed io sono costretta ad alzarmi dalla mia bella sedia e a finire di bere la mia coca cola in un secondo.
-adesso che lezione abbiamo?-, chiedo a Giulia prendendo lo zaino.
-francese-, ci incamminiamo verso la nostra classe.
-che noia, con questa professoressa non facciamo mai niente. A volte penso sia pazza. Urla senza motivo.- rido avvistando la nostra classe.
-si hai proprio ragione, probabilmente appena entrerà in classe qualcuno la farà arrabbiare e lei incomincerà ad urlare come una pazza-, ridiamo mentre stiamo per entrare in classe.
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Uno Strano Incontro // VERSIONE ORIGINALE
RomanceLa vita di Alessia è quella di una semplice ragazza di sedici anni che si diverte stando con i suoi amici e con i suoi familiari. L'inizio del terzo anno di superiori le porta molte sorprese, tra cui la perdita dei propri genitori a causa di un inci...