Sto gridando da più di cinque minuti in questo scantinato così freddo e buio. Sembra di stare in un labirinto, non c'è molta luce, per cui non so dove sto andando.
Cammino e corro senza meta. Grido a Damon di farsi sentire, ma lui non risponde. Non ce la faccio più, ho il respiro affannato dal troppo correre e le gambe stanno quasi cedendo.
-Damon ti pregoo, dimmi dove seii- le forze mi stanno abbandonando. Non può essere che le mie supposizioni siano sbagliate e che Matt sia innocente, non è possibile. Io ho fatto tutto bene. Ho messo tutti gli indizi insieme e ho risolto tutto, ora non può spuntare che è tutto un malinteso.
Cammino sempre più lentamente fino a fermarmi. Ormai non c'è più niente da fare. Non lo trovo. Non mi ha risposto, non si è fatto individuare. Se solo si facesse sentire, capirei subito dove si trova...
-ALESSIA SONO QUI- Damon... è lui. Le urla provengono da quella stanza. Corro più veloce che posso e in un batter d'occhio spalanco la porta.
È lì, disteso a terra. I suoi occhi sono socchiusi e quando mi vede sfoggia il suo solito sorriso. Ha qualcosa di diverso però, sembra volermi infondere la sua felicità, ma anche il suo dolore. Chiude gli occhi lasciandomi come una statua davanti la porta.
-Damon...- sussurro avvicinandomi a lui -Damon...- ripeto cadendo a terra accanto a lui.
Le lacrime incominciano a scendere sulle mie guance, infondendomi la gioia di averlo trovato, ma anche il dolore nel vederlo in questo stato.
Il suo viso è mal ridotto. Ha lividi su tutta la faccia e del sangue secco vicino alla bocca. Le sue mani sono sull'addome. Gli alzo la maglietta e noto tutti i lividi che rovinano i suoi addominali...perché gli è stato fatto questo? Con quale scopo?
-Damon...svegliati, ti prego. Non mi lasciare- poso il suo corpo sulle mie gambe e la mia testa sulla sua spalla.
Non riesco ad essere forte in questo momento. Abbiamo passato così tanto tempo separati, che non riesco ad immaginarmi di averlo ritrovato. Non riesco ad immaginare che dopo averlo ritrovato, lui se ne sia andato di nuovo. Non ce la faccio.
-Alessia, dobbiamo andare- mi giro verso Alessandro che è ormai accanto a me -abbiamo preso Matt, è nella macchina della polizia ammanettato.-
-aiutami a portarlo fuori, ha bisogno di un medico.- sussurro.
Alessandro si avvicina e lentamente prende il corpo di Damon e lo alza con il mio aiuto. Lo portiamo fuori da quella casa che ormai è solo un brutto incubo e lo adagiamo nel sedile posteriore della macchina di Alessandro.
-grazie...- gli faccio un piccolo sorriso e poi guardo di nuovo Damon.
Una scena mi passa per la testa come un flash. Matt che picchia Damon. Perché lo ha fatto? Qual erano le sue motivazioni? Non c'è un motivo valido per aver fatto questo ad una persona che poco tempo prima era il tuo migliore amico.
Devo farmi dare delle risposte. E spero per lui che siano sensate, altrimenti non so cosa potrei fargli.
-Alessandro. Dov'è lui?- domando acida guardandolo negli occhi.
-In macchina, perché che vuoi fare?- risponde preoccupato.
-Devo parlargli. Mi servono delle spiegazioni valide. Portami da lui, ora- comando con una voce minacciosa.
-Alessia, non fare paz...- lo blocco con la mano.
-Ho detto, portami da lui, ORA.- ripeto con voce autoritaria.
-e va bene- non ci vedo più dall'odio. Sto letteralmente pensando di uccidere Matt. Non m'importa che sia stato il primo uomo che ho amato in tutta la mia vita, non m'importa che mi abbia regalato il primo bacio. Non m'importa nulla.
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Uno Strano Incontro // VERSIONE ORIGINALE
RomanceLa vita di Alessia è quella di una semplice ragazza di sedici anni che si diverte stando con i suoi amici e con i suoi familiari. L'inizio del terzo anno di superiori le porta molte sorprese, tra cui la perdita dei propri genitori a causa di un inci...