43. Alessia

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-Quindi vuoi dirmi che sei venuto qui per me?- Sono sorpresa, questa proprio da lui non me l'aspettavo. Blake è sempre stato mio amico, ma da quando me ne sono andata da Londra non ci siamo più ne visti ne parlati.

-si, ho tante domande da farti...- sorride facendo incontrare i suoi occhi azzurri con i miei.

È come lo ricordavo. Alto quanto basta e abbastanza magro e muscoloso. I suoi capelli sono cresciuti ma li ha rasati ai lati lasciando un grande ciuffi cadere quasi sui suoi occhi.
I suoi occhi sono ancora come il mare, azzurri e trasparenti allo stesso tempo.

Sono felice che sia tornato, sarei dovuta tornare io, ma alcuni avvenimenti non me lo hanno permesso purtroppo.

-anch'io...- sorrido poggiando il palmo della mano mia sul mento e guardandolo con amicizia.

La sua mano si allunga verso di me prendendo la mia mano libera e stringendola a sé.

-la prima domanda è... Perché te ne sei andata senza dirmi niente? Lo sai che mi hai fatto preoccupare molto? Sai cosa significa non avere tue notizie per 9 anni?- chiede quasi con le lacrime agli occhi.

Rifletto un po' sul perché sono andata via e poi mi ricordo tutto. I miei genitori avevano trovato lavoro con un imprenditore molto importante di Chicago e volevano legalizzare l'affare.

Poi sono stati chiamati per andare da qualche parte lontano da qui con l'aereo e successivamente non tornare più. Mi mancano molto i miei genitori, sento un vuoto incolmabile dentro di me che mi fa intristire ogni volta che ci penso, in fondo sono i miei genitori ed io non posso dimenticarli.

A volte l'amore per una persona è così grande da farti cadere nel baratro più totale quando la perdi o quando si allontana definitivamente dalla tua vita.

-beh...-passo una mano sul mio collo -si...come te lo spiego...- biascico. Blake mi guarda confuso cercando di capire perché sia così impacciata.

-Scusami intanto... volevo dirtelo però non ho avuto tempo.- lo guardo sinceramente negli occhi quando dico tutto ciò -lo so che non mi sono fatta sentire per 9 anni, però c'è stato un motivo.- metto le mani sul cuore.

-posso saperlo?- chiede gentilmente.

-Si. Allora... da dove inizio?- penso -ah si. Il giorno in cui sono partita, mi ero appena svegliata...-

FLASHBACK

Mi sveglio sentendo mia madre scuotermi un po' per il braccio.

-mmh, mamma- mugugno strofinandomi gli occhietti.

-amore, devi fare colazione.- mi da un bacio sulla fronte e poi mi da una leggera carezza sulla guancia.

-scendo subito- dico spostando le coperte e stiracchiandomi ancora un po'.

Si alza ed esce dalla porta andando in cucina.

Dopo 10 minuti vado in cucina e trovo mia madre che bacia mio padre, e mio fratello che li guarda schifato. Rido facendo vedere che sono presente anch'io e loro due si staccano sorridendomi.

-buongiorno amore- mi abbraccia mio padre, stampandomi un enorme bacio sulla guancia che io ricambio con un bacio ancora più grande.

Sedendomi sulla sedia saluto mio fratello -ciao fratellone- prendo un cornetto al cioccolato che la mamma ha preparato esclusivamente per me e il latte.

-sorellina, sei peggio di un leone quando dormi... ma quanto russi?- ridacchia prendendomi in giro.

-Io non russo, e poi i leoni sono belli quindi mi sento onorata per questo paragone- gli faccio la linguaccia e continuo a bere il mio latte e a mangiare il mio cornetto.

Uno Strano Incontro // VERSIONE ORIGINALEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora