-Si, bravo, vattene!- borbotto alle sue spalle quando si allontana. Che presuntuoso! Ma chi si crede di essere? Venire qui e darmi della pazza! Ma guardalo, che avrà mai fatto di tanto importante? È venuto, mi ha salvato la vita e adesso si crede chissà chi.
Rimango distesa sulla sabbia per un'altra mezz'ora. Qui non c'è nessuno, solo io. Il mare è mosso e il tempo è fresco e invernale. Il sole che tramonta nel mare.
Quando sto per andare via, una voce femminile che conosco perfettamente, mi ferma dicendo: -Alessia, ma che ci fai qui?- Mi giro e vedo quello che mi sembra un incubo fatto realtà.
Alzo la testa verso chi ha parlato e quel che vedo mi sembra un incubo fatto realtà. Che ci fa lei qui? Sono anni che non la vedo.
-Evelyn- dico a denti stretti.
- Si, esatto.- Mi guarda per qualche minuto. -A quanto vedo sei sempre la stessa- commenta facendo una smorfia e toccandosi i capelli biondi con la mano in segno di superiorità. La guardo e non le rispondo.
I suoi capelli, una volta marroni e bellissimi, adesso sono di un finto biondo ossigenato notabile a miglia di distanza. Il trucco è pesante sulla faccia con uno smokey eyes sugli occhi, le guance rosate eccessivamente da un blush color pesca e il rossetto rosso molto appariscente. Mi soffermo sui suoi abiti, una maglietta abbastanza scollata nera con degli strass e una gonna che non arriva a coprire nemmeno il sedere. In mano regge delle scarpe con il tacco dodici nere. Come accessori ha dei pendenti argentati a cerchio nelle orecchie, una collana piena di diamanti al collo, un bracciale che riprende i toni della collana con dei diamanti incastonati, e per finire, un anello d'argento con un diamante abbastanza luccicante al dito. Quant'è diversa.
- Che vuoi, Evelyn? - domando scocciata, cercando di non farle notare il mio disgusto nel vederla conciata così, nemmeno fosse un travestito.
-Non si trattano cosi le amiche- dice, con quella sua voce stridula di sempre e scuotendo il dito davanti alla mia faccia.
-Non siamo amiche dalla terza media- la informo, tenendo le braccia incrociate, gli occhi fissi su di lei.
Eravamo amiche dalle elementari, migliori amiche per dirla tutta. Lei è stata la prima amica che ho avuto quando mi sono trasferita qui a Chicago. Ma in terza media abbiamo avuto un dibattito perché lei voleva essere sempre al centro dell'attenzione, e per questo mi trascurava. Quando però mi sono stancata, le ho detto che ciò che faceva non era giusto e che doveva tornare ad essere come prima, altrimenti la nostra amicizia sarebbe finita. Non mi ha dato retta, anzi, mi ha dato della nullità e mi ha anche detto che senza di lei non sarei stata più nulla e che non avrei avuto più amici. Be', sì è sbagliata. Sono più felice da quando non l'ho avuta più vicino, perché, sinceramente, preferisco essere sola che avere un'amica che se la tira, e anche troppo.
-Così mi ferisci, amica.- Si porta una mano al petto e fa una faccia da finta dispiaciuta.
-Ripeto, che vuoi Evelyn?- Il mio tono di voce questa volta è abbastanza autoritario. Me ne voglio andare da qui, sono stata trattenuta fin troppo. Prima quel ragazzo e adesso lei. Lassù ce l'anno mica con me oggi?
-Niente di particolare. Stavo passando per di qui e ti ho vista. All'inizio non pensavo fossi tu, ma poi, quando mi sono avvicinata, mi sono ricreduta. Volevo sapere solo come stavi. Sai, dopo che ci siamo separate non ti ho vista molto e ho pensato: ‹‹forse starà male perché adesso non è più niente e le verrà difficile trovare qualche amico›› e mi sono dispiaciuta per te- fa lei, con aria innocente.
Io la guardo bene. So che sta fingendo, la conosco troppo bene per non capirlo. Ma che m'importa? tanto non la rivedrò più. -Benissimo, per tua informazione- esclamo, sicura di me.
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Uno Strano Incontro // VERSIONE ORIGINALE
RomanceLa vita di Alessia è quella di una semplice ragazza di sedici anni che si diverte stando con i suoi amici e con i suoi familiari. L'inizio del terzo anno di superiori le porta molte sorprese, tra cui la perdita dei propri genitori a causa di un inci...