Il suo profumo, il suo corpo delicato accanto al mio. In quei momenti, mentre lottavo contro me stessa per resistere e non guardarla, provai dubbi seri sulla mia sessualità. Mi piacevano le ragazze? Ero attratta da loro? O provavo solo una curiosità per quella bellissima ragazza?
La campanella che annunciava la fine della prima ora mi fece quasi sussultare. Attesi qualche minuto poi chiusi il libro di inglese e la penna bic. Elizabeth si stiracchiò un po', sorrise e appoggiò la guancia al banco, chiudendo gli occhi. Ignorò l'abituale confusione del cambio dell'ora. La guardai, perdendomi difronte al colore della sua pelle. Mi smarrii nelle lentiggini sul naso, nella forma delicata della bocca. Avvertii un piccolo e lieve formicolio tra le gambe, le chiusi immediatamente. Stavo andando a fuoco. Per la prima volta desiderai di baciare una ragazza. Desiderai baciarla, toccarla, portare le mani ai suoi capelli castani. Quando lei aprì gli occhi sussultai. Aveva un bellissimo paio di occhi azzurri. Mi notò, vide che la stavo guardando, e sorrise.
Come ero solita fare distolsi lo sguardo, arrossendo.
<< Beh, cambiamenti?>>
Michael era arrivato. Lo guardai entrare in aula, sorridere difronte al cambio di posti.
<< Ti dispiace se sto qui?>> gli chiesi indicando il mio banco. Lui scosse la testa e mi abbracciò. Un mio compagno di classe, spostato dalla professoressa inglese nelle prime file perché dietro faceva troppa confusione, si era già alzato e aveva ripreso le sue cose, per poi tornare di corsa al suo banco in ultima fila. Il posto accanto al mio era libero. Michael si tolse la giacca e si sedette al banco, chiedendomi cosa si ero perso. Poi salutò Elizabeth con un cenno della mano. Non mi voltai a guardarla, ma sentii i suoi occhi su di me.
Spiegai a grandi linee a Michael quello che la professoressa di inglese aveva spiegato a noi. Avevamo iniziato lentamente con Amleto. Gli dissi anche che quel pomeriggio avrei sicuramente dovuto studiare, perché la prof aveva già fissato un compito in classe per la settimana prossima. Aveva intenzione di partire già da domani con le lezioni. Michael sbuffò sonoramente e crollò sul banco.
Poco dopo entrò il professore di igiene e tutti corsero al loro posto. Doveva essere uno dei professori più temuti, perché nessuno si mosse più, tutti quanti si zittirono e il professore non salutò neppure. Si limitò a segnare gli assenti, poi si presentò. Dopo dieci minuti iniziò a spiegare. Non ci disse nulla delle regole. Sperava che ci fossero già entrate in testa.Alla ricreazione Elizabeth uscì come sempre per fumare, io presi il the e Michael indossò i suoi auricolari per ascoltare la musica. Mi mostrò quello che stava ascoltando. Troye Sivan, ovviamente. Sorrisi e mi sedetti al mio banco. L'occhio mi cadde su quello alla mia sinistra. Ai lati della cattedra c'erano due banchi. In quello affianco alla finestra sedeva un ragazzo di nome James che parlava spesso con Elizabeth, e dall'altro lato una ragazza di nome Juliet. Era una vecchia conoscenza, apparteneva anche lei al nostro vecchio liceo. Quando si era accorta di me e Michael ci aveva sorriso. Anche James sembrava conoscere da tempo Elizabeth perché parlava sempre con lei. Provai rabbia, non ne compresi il motivo. James non mi sarebbe mai andato a genio. Era un pluri ripetente, che amava prosciugare i suoi genitori a giudicare da tutti gli anni che aveva trascorso in quella scuola. Non gli importava niente dello studio. Lo avevo capito guardando il suo banco mezzo vuoto. Soltanto un figlio ed una penna. Un foglio in cui non scrisse quasi nulla.
<< In marzo ci sarà il concerto di Troye Sivan. Vero che ci andiamo?>> mi chiese Michael, mostrandomi un sito internet che elencava le date del tour di Troye. Spalancai gli occhi e sorrisi, avvertendo una strana sensazione. Mi sarebbe piaciuto da morire andarci, ma i miei genitori non mi avrebbero mai dato il permesso.
<< Non lo so Michael, lo sai che non posso se non ho il permesso dei miei>> esclamai triste. Lui annuì e mi lanciò uno sguardo comprensivo.
<< Ne riparleremo>> mi disse sorridendo, ed io annuii speranzosa. Sperai davvero di riuscire ad avere il permesso.Dopo la ricreazione ci furono le lezioni di italiano, diritto e ancora igiene. Andammo avanti con gli argomenti delle prime ore, e Elizabeth prese i suoi appunti in silenzio, senza dire nulla, a differenza delle altre lezioni. La sua presenza accanto a me mi fece tremare, non riuscivo a concentrarmi sulla lezione, non con lei al mio fianco.
Ricevetti un sms di Thomas. Se mi avesse scritto che sarebbe venuto a prendermi come ieri avrei detto di no. Dovevo controllare, così presi il cellulare dalla tasca e lessi velocemente il suo sms."Amore, oggi non riesco a passare. Devo studiare :( questa sera ti chiamo ❤️"
Mi lasciai andare ad un lieve sospiro di sollievo. Non avevo alcuna voglia di vederlo, ero troppo emotiva e con la testa da un'altra parte. Avrebbe capito tutto, avrebbe capito che c'era qualcosa che mi dava da pensare, e non volevo mentirgli. Gli scrissi velocemente che andava bene e che anche io dovevo studiare nel pomeriggio.
All'ultima ora, quella di diritto, la stanchezza iniziò a farsi sentire, e mi permisi il lusso di guardare Elizabeth. Stava disegnando sul suo quaderno, un disegno semplice e formato soltanto dall'inchiostro della penna blu. Assomigliava vagamente ad un insieme di fiori. Sembrò accorgersi che la stavo guardando perché alzò lo sguardo verso di me. Tremai, feci per guardare da un'altra parte, ma lei allungò piano una mano verso di me. Sembrò un gesto casuale, ma sentivo che lo aveva fatto di proposito. Continuò a disegnare, sfiorando la pelle della mia mano. Guardai il quaderno bianco, concentrandomi sulle sue carezze, mentre il cuore mi stava per esplodere nel petto. Stavo per muovere le dita della mano a mia volta,quando la campanella suonò e Elizabeth allontano la mano dalla mia. Mi lasciai a andare ad un sospiro. Dovevo riprendermi, e in fretta.
Tutti si alzarono dalle sedie, ignorando la professoressa che cercava di dire ancora alcune cose. Per loro il suono della campanella voleva dire via libera. Elizabeth ascoltò quello che la prof aveva ancora da dire, io compresa. Dovevo trovare la forza di lasciare Elizabeth. Non l'avrei rivista fino a domani. La prof ci salutò poi uscì dalla classe. Elizabeth si alzò, mi lasciò uno sguardo, poi prese le sue cose ed uscì dall'aula. Seguii per tutto il tempo il movimento del suo corpo.
<< Mi accompagni alla stazione?>> mi chiese Michael con un bellissimo sorriso. Annuii e indossai la giacca, prendendo il mio zaino e seguendo il mio amico fuori dall'aula.
Non vidi Elizabeth fuori a fumare. Se n'era già andata.
🌸🌸Ecco il capitolo 5 :) Avrei dovuto postare domani ma non ho resistito! Spero che vi sia piaciuto ❤️ La gif è indicativa (bellissima poi) ma il vero tocco è stato diverso ❤️
Alla prossima ❤️25 aprile 16
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She's not afraid
FanfictionJess è costretta a lasciare il suo liceo per iscriversi in un istituto privato. I suoi voti bassi nelle materie scientifiche l'hanno penalizzata. Nella nuova scuola incontrerà vecchie conoscenze ma anche una compagna di classe che attira la sua atte...