Arrivata a scuola mi sedetti al mio solito banco, un bicchiere di caffè della macchinetta tra le mani. Faceva schifo ma dovevo accontentarmi. Michael era quasi steso sul banco, aveva sonno, tutti gli altri ragazzi erano ancora fuori a fumare. Avevo notato Elizabeth seduta alla sua solita panchina, parlava sempre con la solita ragazza bionda di un'altra classe, quella dei geometri credo. Mi chiesi chi fosse.
<< A che pensi?>> disse Michael. Mi voltai a guardalo confusa. Lui indicò il bicchiere di caffè ridendo.
<< Stai mescolando quello schifo da ore, fissando la finestra. A che pensi?>> chiese con la guancia appoggiata sulle braccia. Non mi ero nemmeno accorta di essermi incantata. Dovevo dirgli la verità.
<< Pensavo ad Elizabeth>> confessai.
Lui mi guardò in modo neutro, senza dire una parola.
<< Parla pochissimo, sta sempre per i fatti suoi. Non capisco perché. Poi, sulla mano...>> sussurrai. Lo avevo capito benissimo da sola, ma volevo una conferma. Michael sospirò, poi lanciò uno sguardo alla porta dell'aula.
<< È particolare. Ha idee tutte sue. Non parla molto con le persone, solo con gente che conosce da un po'. E sulla mano... Se le è fatte lei quelle bruciature>>
Annuii, poi scossi la testa immediatamente per non destare sospetti.
<< Ho capito>> dissi soltanto. Michael stava per aggiungere dell'altro quando la ragazza di cui stavamo parlando entrò in classe. Si sedette al suo posto, e mi sorrise. Arrossii violentemente e tornai al mio caffè ormai freddo. Michael chiuse di nuovo gli occhi.
Le ore di lezione passarono troppo in fretta. Arrivò l'ora di ginnastica in un battibaleno. Mi tremarono le gambe quando l'insegnante entrò in classe e ci ordinò di uscire per raggiungere in fretta la palestra. Mi posizionai accanto a Michael e sbuffai, seguendo i miei compagni fuori dalla scuola. Elizabeth era davanti, fumava, infischiandosene delle lamentele del professore. Anche lui sembrava conoscerla da un po' perché alla fine sorrise ad una sua battuta.
Arrivammo alla palestra nel giro di dieci minuti, poi in fretta fummo costretti ad entrare negli spogliatoi. Le ragazze erano meno dei maschi, così mi rinchiusi nel primo bagno che trovai, con le mie cose tra le braccia. Quando mi fui vestita, la mia maglietta a maniche lunghe che mi dava conforto e un semplice paio di pantaloni, sbirciai un poco prima di uscire dal bagno. Elizabeth era senza maglia, indossava soltanto un reggiseno nero di pizzo. Tremai dalla testa ai piedi osservandola. Il suo corpo era delicato, la pelle candida. Osservandola provai uno strano desiderio. Quando si sedette per togliersi i jeans e indossare un paio di pantaloni simili ai miei, la vista delle sue gambe e delle sue mutandine mi fece uscire di testa. I capelli castani le ricaddono davanti agli occhi, nascondendo il viso. Portai una mano in mezzo alle mie gambe, senza rendermene conto, e mi sfiorai osservandola. Mi lasciai andare ad un lieve gemito quando lei si alzò, sollevò le braccia per raccogliere i capelli in una coda, ancora senza maglietta. Poi alzò lo sguardo verso di me e mi notò, notò che la stavo guardando. Mi immobilizzai immediatamente. Lei però sorrise, muovendo lentamente le mani per formare la coda, mostrandomi ancora un po' il suo petto. Distolsi lo sguardo, chiudendo la porta del bagno alle mie spalle. Cercai di far passare quel desiderio camminando avanti e indietro. Quando l'insegnante ci chiamò uscii dal bagno con lo zaino tra le mani. Lo chiusi e lo sistemai in una panchina vuota, poi uscii dallo spogliatoio senza guardare Elizabeth.
Lei non mi tolse gli occhi di dosso.Facemmo un giro di corsa per scaldarci, poi l'insegnante ci obbligò a giocare a pallavolo. Non mi andava per niente. Michael rideva con i suoi compagni maschi di classe, felice. Ma certo, ai maschi piace qualsiasi tipo di sport. Il prof spedì me e un'altro ragazzo a prendere i palloni, mente lui montava la rete.
Per la prima mezz'ora giocammo senza fare troppi punti. Elizabeth era ancora in panchina, aspettava il suo turno. Non mi staccava gli occhi di dosso. Sbagliai una mossa mentre ero sottorete, ero troppo distratta, e la mia squadra perse per poco. Uscii felice dal campo per lasciare il posto a quella di Elizabeth. Michael si sedette accanto a me sul pavimento. Era già a corto di fiato.
Elizabeth sapeva giocare bene, era brava. Restò sempre sotto rete. Mancavano venti minuti scarsi alla fine della lezione, la squadra di Elizabeth stava vincendo. Quando toccò a lanciare ad una ragazza dell'altra squadra, vidi Elizabeth sorridere al suo compagno di squadra. Era distratta. Il prof fischiò nel fischietto, la ragazza lanciò in pallone, ma sbagliò traiettoria. Vidi la palla puntare con sicurezza maniacale in direzione di Elizabeth. Feci appena in tempo a trattenere il respiro che la palla le colpì il volto.🌸🌸
Ecco qui il capitolo nuovo :) È breve purtroppo, ma nel prossimo succederà qualcosa di importante. :) Penso di postare la prossima settimana ❤️ Alla prossima ❤️25 aprile 16
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She's not afraid
FanfictionJess è costretta a lasciare il suo liceo per iscriversi in un istituto privato. I suoi voti bassi nelle materie scientifiche l'hanno penalizzata. Nella nuova scuola incontrerà vecchie conoscenze ma anche una compagna di classe che attira la sua atte...