Questo capitolo contiene scene a sfondo erotico.
Spero vi piaccia :) Buona letturaIl giorno dopo mi presentai a scuola con il volto coperto dal fondotinta. Non avevo dormito, ovviamente, le occhiaie erano evidenti. Non le avevo coperte solo per me stessa ma anche per mio padre che quella mattina mi sorrise e mi chiese se mi ero divertita la sera prima. Annuii bevendo un sorso di caffè bollente assieme a lui, mentre il braccio faceva ancora male. Papà mi sorrise, mi diede un bacio sulla guancia poi uscì per andare a lavoro.
In autobus alzai il volume della musica sino a diventare quasi sorda. Mi vergognerei nel provare quello stupido dolore. Quando mi ero fidanzata con Thomas, non avevo dimenticato di pensare al fatto che il presto o tardi il nostro amore sarebbe finito, per qualsiasi motivo. Niente dura in eterno. Qualcosa prima o poi ci avrebbe separati. La morte, una malattia. Non avremo mai vissuto assieme per sempre. Sapevo che sarebbe finita prima o poi. Ma lo amavo, e cercavo di non pesare al male, alla fine, vivevo giorno per giorno, ora dopo ora. Confidavo nel fatto che sarei stata capace di affrontare le cose negative che sarebbero successe, le brutte cose che mi sarebbero comparse davanti. Ma adesso faceva davvero molto male, e quel dolore sarebbe rimasto per giorni nel mio cuore.
Avevo risposto con un semplice buongiorno al suo sms. Poi gli avevo detto che mi ero addormentata. Lui non aveva risposto. Pensai che avesse passato la notte con quella ragazza e dovetti passare ad un alto filtro di sigaretta da premere sul braccio.
Scacciai quei pensieri quando arrivai alla stazione. Camminai a passo spedito, con l'unico desiderio di arrivare a scuola. Fumai e comprai un altro pacchetto di sigarette. Arrivata a scuola mi sedetti sulla panchina vuota. Ero in anticipo, c'ero soltanto io.
Da quando avevo iniziato quella scuola erano successe troppe cose, troppe cose che mi avevano scombussolato. Avevo scoperto di provare qualcosa per una ragazza, e il mio ragazzo mi aveva mentito tradendomi dopo anni in cui eravamo stati assieme. Non riuscivo ancora a capire il perché. Avrei dovuto affrontarlo ma non sapevo neppure che cosa dirgli.
Alzai lo sguardo e notai Elizabeth entrare a scuola con uno sguardo stanco e annoiato, il suo abituale sguardo. Sembrava sempre essere arrabbiata con il mondo, oppure soltanto molto triste. Seguii con lo sguardo i suoi movimenti, e quando si mosse in direzione della panchina e mi vide avvertii le farfalle nello stomaco. Venne verso di me e sorrise impercettibilmente, poi estrasse il pacchetto di sigarette e si sedette accanto a me. Fumava le Lucky Strike.
<< Fumi anche tu?>> mi chiese indicando la sigaretta quasi spenta che avevo tra le dita.
<< Ogni tanto>> risposi aspirando e gettando il mozzicone nel portacenere sistemato lì accanto. Lei sorrise poi accese la sua sigaretta prendendo un paio di occhiali da sole che erano tra i suoi capelli. Li indossò poi aspirò e gettò fuori il fumo dalle labbra. Feci per alzarmi quando un nostro compagno di classe si avvicinò a lei ed iniziò a parlarle. Distolsi lo sguardo e sistemai il mio zaino, cercando con tutta me stessa di ignorarli. Poco dopo arrivarono altri ragazzi che si fermarono a parlare con lei e mi sentii un'esclusa, così mi alzai dalla panchina ed entrai a scuola. Io non c'entravo niente con quelle persone che si conoscevano da anni. Io ero nuova e nessuno mi voleva con se. Ero mal vista ed ora lo comprendevo. Nessuno nella mia classe mi rivolgeva la parola a parte Elizabeth e Michael, tutti mi ignoravano o mi lanciavano sguardi non molto allegri. Ero un'estranea. Mi sedetti al mio banco e fissai la finestra difronte a me, accogliendo il mio malessere. Non potevo mai sfuggirne, io stavo male di continuo, trascorrevo le giornate cercando modi per sopravvivere, non vivevo mai. Ebbi voglia di alzarmi e farmi male ma ero stanca, così restai al mio posto in silenzio.
Poco dopo arrivò Michael che si sedette accanto a me, ma non avevo voglia di parlare così finsi un mal di testa e lui mi lasciò stare. Si limitò a giocare con il suo cellulare. Comprendeva perfettamente il mio stato d'animo, lui sapeva che non avevo voglia di niente e fui grata di quella comprensione.
Elizabeth entrò in classe seria e da sola, come se avesse smesso di sorridere dopo essersi alzata dalla panchina e aver l'ascaro i suoi amici. La sua era una maschera, c'era qualcosa che non andava anche in lei. Fui attratta ancora di piu, attratta dal suo carattere e modo di fare. Eravamo affini, uguali ma diverse. La ragazza si sedette accanto a me e prese il suo quaderno di diritto. Avvertii il suo sguardo su di me ma mantenni il mio sulla finestra. Né lei e né Michael mi chiesero nulla di ieri sera. Fu un sollievo.

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She's not afraid
FanfictionJess è costretta a lasciare il suo liceo per iscriversi in un istituto privato. I suoi voti bassi nelle materie scientifiche l'hanno penalizzata. Nella nuova scuola incontrerà vecchie conoscenze ma anche una compagna di classe che attira la sua atte...