8

3.2K 128 9
                                    

Elizabeth cadde a terra come se fosse priva di sensi. Tutti i nostri compagni di classe si immobilizzarono per guardare la ragazza malamente seduta sul pavimento della palestra. La palla da pallavolo rimbalzava ancora un po' accanto a lei. Si fermò dopo aver rotolato lentamente, quando l'insegnante di educazione fisica raggiunse Elizabeth.
<< Scusami>> gridó Mel, la compagna che aveva lanciato il pallone troppo forte colpendo Elizabeth.
<< Tutto bene Stonem?>> chiese il prof inginocchiandosi difronte ad Elizabeth che annuì dopo pochi minuti.
<< Si, più o meno. Mi gira solo la testa. Posso andare in spogliatoio?>> domandò. Un senso di disagio mi avvolse piano, facendomi girare la testa a mia volta. Ero in preda al panico, avevo paura che Elizabeth si fosse fatta male. Volevo aiutarla e sorreggerla, volevo che si abbandonasse a me.
<< Si certo. Vuoi una mano o ce la fai da sola?>> le chiese l'insegnante, con un tono di voce serio. Elizabeth alzò lo sguardo verso di lui, tenendo sempre il palmo della mano premuto sulla fronte. Si alzò piano da terra. Non era in grado di muoversi così il professore si voltò verso di noi. La mia squadra era composta soltanto da maschi, le altre femmine erano tutte in campo. Indicò me con un cenno brusco.
<< Moore, accompagnala a sedersi>> mi ordinò. Colta di sorpresa inizialmente non compresi quello che l'insegnante mi aveva appena ordinato, ma quando tornai a guardare Elizabeth e la vidi sorridere, tutto mi fu più chiaro.
<< Certo prof>> risposi superandolo e raggiungendo Elizabeth. Michael mi lanciò uno sguardo triste ma gli sorrisi per fargli capire che sarebbero andato tutto bene. Quando la ragazza era caduta a terra lui si era alzato di scatto dal pavimento, in preda al panico. Allungai un braccio verso di lei e le avvolsi piano le spalle accompagnandola fuori dalla palestra.
<< Su ricominciate>> urlò il prof ai nostri compagni. Elizabeth non proferì parola, si limitò a camminare diretta agli spogliatoi femminili. Era la prima volta che la sfioravo. Non mi era mai successo di provare un tale desiderio per qualcuno che non fosse Thomas. Mi sentii in colpa, inevitabilmente. Starle così vicina mi faceva sentire a disagio, esplodere il cuore nel petto.Potevo sentire il suo profumo, le mie dita erano vicinissime alla sua pelle. Notai delle cicatrici anche sulla braccia, ma evidentemente a differenza mia lei non aveva nessun problema ad indossare una maglia a maniche corte. Sembrava sfoggiare le sue cicatrici, come un modo per attirare l'attenzione. Invidiai anche un po' del suo coraggio.
<< Eccoci qui>> dissi aiutandola ad entrare nella stanza, chiudendo poi la porta alle mie spalle. Lei si lasciò cadere su una delle panchine, portandosi una mano alla tempia.
<< Mi gira la testa. Quella stronza l'ha fatto apposta>> si lamentò chiudendo gli occhi. La vista del suo corpo fece girare anche a me la testa.
<< No non credo. Ha soltanto sbagliato>> dissi parlando di Mel. Stavamo avendo una discussione, sole in una stanza. Avrei ricordato quel momento in eterno.
Aver ottenuto la sua attenzione era qualcosa di meraviglioso per me.
Mi accorsi dell'orribile macchia di sangue sulla sua maglietta, e solo in quel momento del sangue che le usciva dal naso.
<< Oh no>> esclamò lei quando si accorse della macchia, abbassando lo sguardo sul suo petto. Subito dopo si portò una mano al volto.
<< Ti aiuto>> dissi, e mi mossi verso di lei, aiutandola ad alzarsi. Quando la accompagnai al primo lavandino che trovai, Elizabeth si sedette sul marmetto e chiuse gli occhi.
<< Solleva il viso>> le dissi mentre bagnavo un fazzoletto pulito che avevo nella tasca dei pantaloni con un po' d'acqua. Poi lo premetti piano sul suo naso.
Elizabeth restò immobile, e per un attimo mi persi a guardare il suo bellissimo volto, le lacrime dovute al colpo imprigionate tra le ciglia, la matita nera sbavata sotto gli occhi. Le labbra dischiuse. Ero così vicina a lei, e una voglia pazzesca di baciarla mi invase. Non me ne vergognai. Quando fui sicura che il sangue avesse smesso di uscire, gettai il fazzoletto di carta nel cestino.
<< Grazie>> rispose lei sorridendo, sistemandosi i capelli.
<< Mi spiace per la maglia>> le dissi, guardando la macchia di sangue sulla stoffa. Lei sorrise e alzò le spalle.
<< Vai pure alla mia borsa. Ne ho un'altra>>.
Annuii e feci quello che mi aveva detto, andando alla sua tracolla e cercando una maglietta pulita. Trovai una felpa leggera nera a maniche lunghe. Quando tornai da lei con l'indumento tra le mani, Elizabeth era ancora seduta sul marmetto del lavandino.
<< Mi gira la testa>> ripetè seria.
<< Vuoi che ti aiuti?>> chiesi quasi tremando. Lei annuì. Mi avvicinai piano a lei e sfiorai l'orlo della sua maglietta. Elizabeth sollevò piano le braccia ed io la sua maglia. Il mio cuore esplose, ancora quel formicolio. Le sfilai la maglia lentamente, e quando vidi il suo seno per poco non sussurrai davanti a lei. Dovevo calmarmi. Lei mi guardò seria, poi, lentamente mi sfiló la maglia dalle mani e si avvicinò a me. Aprì piano le gambe, portando le mani alle mie braccia poi ai miei fianchi. Tutto si immobilizzò. La guardai attirare il mio corpo al suo e baciarmi. Sentii le sue labbra sulle mie. Tremai. Inizialmente volli staccarmi, ma poi mi lasciai andare. Fu Elizabeth a staccarsi prima da me.
<< Scusa>> sussurrò guardandomi.
<< No... Ehm... Puoi continuare>> dissi con il cuore in gola. Lei sorrise e scosse la testa.
<< Mi sono fatta prendere dal momento, scusami>> sussurrò di nuovo. Ma io la volevo ancora. Cancellai ogni pensiero dalla mia testa, mi concentrai solo su di lei.
<< Non fa niente>> sussurrai avvicinandomi a Elizabeth. Lei portò di nuovo le labbra sulle mie e mi baciò. Questa volta il bacio fu più intenso. La sua lingua sfiorò le mie labbra e le dischiusi per accoglierla. Ci baciammo con passione. Era la prima volta che baciavo una ragazza in vita mia. Assaporai la morbidezza della sua pelle, il suo profumo. Le mie mani scesero piano sul suo seno coperto dal reggiseno, le sue sul mio collo. Non avevo idea di quello stavo facendo, ma le mie dita sfiorarono piano la pelle del suo seno. In quel momento persi il contatto con la realtà.
<< Tutto bene ragazze?>>
La voce dell'insegnante distrusse tutto. Elizabeth si staccò da me con un gesto brusco, mi guardó per un attimo e poi scese con un balzo dal marmetto.
<< Si prof>> disse ad alta voce.
<< Bene>> rispose lui, e poco dopo la porta dello spogliatoio si aprì ed entrarono le altre ragazze ridendo. Elizabeth prese la sua maglia sul pavimento e la felpa dalle mie mani, e prima che qualcuno potesse vederla così, senza maglia, si chiuse nel primo bagno che trovò. Io mi voltai e aprii il rubinetto dell'acqua sciacquandomi la faccia.
Le lacrime scesero in quel momento.

🌸🌸
Capitolo nuovo :) Spero vi sia piaciuto :) Quello che ho scritto è successo davvero... ❤️ Cosa ne pensate? :)
Alla prossima, forse a metà settimana XD Kiss :*

25 aprile 16
✔️

She's not afraidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora