<< Cosa devi dirmi?>>
Ero a disagio, non avevo idea di che cosa volesse dirmi. Pensai a mille cose, ma cercai di non far trapelare il mio senso di smarrimento e la paura. Lo facevo sempre, quando mi trovavo in situazioni difficili cercavo sempre di essere il più neutrale possibile, anche se dentro di me c'era una tempesta.
<<Io sapevo che Thomas aveva un'altra ragazza. L'ho visto a quel locale almeno cento volte>> disse Elizabeth abbassando lo sguardo. Restai immobile ed attesi che continuasse.
<< Quando l'ho visto in macchina con te, quando è venuto a prenderti a scuola, ho sentito una rabbia allucinante nel petto. Ti stava mentendo, ed io non sapevo cosa fare per fartelo capire, non volevo intromettermi. Ma quando ci siamo baciate la prima volta nello spogliatoio ho capito che dovevi sapere la verità prima che fosse troppo tardi>>
<< E così mi hai portato in quel locale per farmelo vedere?>> dissi facendola sussultare. Ma presi la sua mano e gliela strinsi forte, per farle capire che non ero arrabbiata con lei, che capivo.
<< No, io non sapevo che quella prima sera lui fosse là con quella ragazza, non ne avevo idea. Il pomeriggio in un sei stata da me per studiare, ti ho chiesto se lo amassi per sapere se ti avrebbe fatto male scoprire la verità. E ti ha ferita>> disse seria.
<< Si, mi ha fatto molto male sapere la verità, perché amavo Thomas, o almeno, credevo di amarlo>> le rivelai << ma la prima volta che mi sono innamorata davvero e che ho provato qualcosa di intenso è stata con te, te lo giuro>> le dissi facendola sospirare. Elizabeth versò qualche lacrima, poi si raggomitolò contro di me e mi baciò sulle labbra.
<< Elizabeth, io ti amo. Ti sono grata di avermi detto la verità, e anche di esserti preoccupata per me>> le dissi carezzandole il viso. Lei sorrise tra le lacrime.
<< Non sei arrabbiata con me?>> mi chiese. Scossi la testa e la baciai di nuovo, poi Elizabeth ricambió piano il mio bacio facendomi gemere. Salì piano su di me, portando le mani ai miei capelli e facendo poi scivolare le dita sul mio seno. Sorrisi e le baciai ogni singola parte del viso, estasiata dalla sua bellezza. Adoravo baciarla, non mi stancavo mai.
Non parlammo più. Lei sfiorò le mie gambe, io il suo seno. Ci amammo di nuovo.Una mattina di novembre arrivai in ritardo a scuola. Questa volta papà era a lavoro, io persi l'autobus che mi avrebbe dovuto portare davanti a scuola. Ero nel panico più totale perché alla prima ora avevo una verifica ed ovviamente l'avrei saltata. Scrissi un sms a Michael dicendogli di avvertire il professore del mio ritardo, e lui mi disse di sì, che ci ad bene pensato lui. Quando entrai a scuola era appena suonata la campanella della seconda ora. Avevamo igiene, il professore avrebbe ritardato un po' così avevo tempo di entrare in aula. Odiavo arrivare in ritardo, gettare tutto alla rinfusa sul mio banco dopo essere entrata in classe tutta trafelata. Quando arrivai davanti alla porta della classe, una spiacevole sorpresa mi fece rizzare i capelli sulla nuca. Il prof era già in classe, ed al mio posto era seduto Nick, uno dei ragazzi che di solito stava sempre seduta alle ultime file. Quando Elizabeth notò la mia presenza sulla porta, mi guardò triste, spostando lo sguardo su Nick accanto a lei. Non riuscii nemmeno a sedermi accanto a Michael perché il posto era già occupato, così dovetti sedemi in seconda fila. Mi sistemai al banco dietro a quello di Elizabeth. Senza farsi vedere dal prof, Elizabeth allungò il braccio alle sue spalle, verso di me, e mi porse un bigliettino che presi al volo.
Nick è arrivato in ritardo con quella sua aria da so tutto io, e il prof della prima ora l'ha messo qui in prima fila
Scrissi velocemente una risposta e lasciai cadere il bigliettino nella sua mano dopo averle battuto piano le dita sulla spalla. Quando tornai a guardare il mio banco, notai Michael che mi stava fissando. Aveva visto lo scambio di bigliettini tra me ed Elizabeth. Non dissi nulla.
Non ero una secchiona, ma non mi piaceva stare in seconda fila. Non sentivo quasi nulla perché il professore parlava piano, sapendo che quelli nelle ultime file non avrebbero comunque mai ascoltato, e faticavo nel capire cosa stesse dicendo. Dovevo tornare al mio posto, e presto. Elizabeth segui la lezione come al solito, prendendo appunti e parlando con il professore. Non mi piaceva come Nick le stava vicino. Lei si spostava di continuo, lontano da lui, e il ragazzo si avvicinava sempre di più. Cercai di seguire la lezione anche se si rivelò davvero difficile.
Elizabeth era una bellissima ragazza, sicuramente i maschi nella classe l'avevano capito, e non avevano idea che lei fosse già impegnata, sopratutto con me. Con una ragazza
Il suono della campanella scacciò dalla mia mente i brutti pensieri. Era arrivata l'ora di inglese.
Sistemai le mie cose nello zaino e mi alzai dalla sedia, superando la mia compagna di banco e andando davanti. Mi fermai davanti alla sedia di Nick. Ovviamente non aveva preso neppure un appunto.
<< Che vuoi?>> mi chiese quando mi vide ferma difronte a lui.
<< Il mio posto. Alzati>> dissi seria. Lui sbuffò e rise. Era grande e grosso, un giocatore di rugby, ma non mi faceva paura.
<< Che c'è? Sei gelosa?>> chiese ridendo.
Di Elizabeth? Ovvio.
<<Del mio posto? Ovvio. A differenza tua mi interessa prendere il diploma e quindi ascoltare le lezioni. Alzati>> risposi seria. Michael mi guardò senza dire una parola. La ragazza accanto a lui mi guardò con una strana espressione, come se fosse disgustata, poi guardò Elizabeth che sorrise piano. Nick alzò lo braccia e scosse la testa.
<< Come vuoi stronzetta>> disse alzandosi. A quel punto Michael gli diede una pazza sulla spalla.
<< Ehi amico, vacci piano con le parole>> disse, ma Nick non lo considerò neppure. Si allontanò dal banco e mi lasciò il mio posto. Quando mi sedetti non mi sfuggì la frase che disse una volta essersi allontanato da me.
<< Lesbica del cazzo>>
Mi voltai di scatto e lo vidi ridere con i suoi amichetti. Miriam, una delle ragazze più antipatiche delle classe stava bisbigliando qualcosa all'orecchio della sua amica Marie, guardandomi.
Fantastico. Adesso per tutti quelli della classe ero una lesbica stronza.
Senza farsi notare Elizabeth strinse la mia mano sotto il banco, muovendo piano il pollice sul palmo. Cercai di calmarmi ma non riuscii a scacciare i brutti pensieri.
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She's not afraid
FanficJess è costretta a lasciare il suo liceo per iscriversi in un istituto privato. I suoi voti bassi nelle materie scientifiche l'hanno penalizzata. Nella nuova scuola incontrerà vecchie conoscenze ma anche una compagna di classe che attira la sua atte...