40

1.7K 56 3
                                    

Avrei dovuto aggiornare mercoledì ma non ho resistito 😂 Buona domenica e buona lettura :*

<<Sono fiero di te Jess>> disse papà abbracciandomi per l'ennesima volta. Mi staccai piano da lui e tornai a sedermi sulla sedia in salotto. Elizabeth aveva detto che papà poteva benissimo venire da lei, da noi, e parlare tranquillamente con me. Si fidava di me, così come io mi fidavo di lei. Le avevo detto che poteva benissimo restare con noi, era pur sempre casa sua, ma lei volle lasciarmi spazio, così uscì di casa per vedere suo padre.
<<E la mamma?>> chiesi tenendo le dita delle mani intrecciate sul tavolo. Lui smise di sorridere poi annuì.
<<Anche tua mamma è fiera di te tesoro>> disse serio, per convincermi, ma avevo così paura.
<< Sei sicuro? Tu parli solo della scuola vero? Non delle mie scelte>> aggiunsi. Lui non disse nulla, allungò soltanto una mano verso le mie. Sciolsi il nodo del mie dita e mi lasciai stringere la mano da papà.
<< Tu sei felice con questa ragazza?>>
<< Si papà. Lei mi ama come non mi ha mai amata nessuno. Mi vuole bene. Le persone della mia età si sono sempre prese gioco di me, lei è l'unica a volermi bene davvero>> dissi seria, guardando negli occhi mio papà che sorrise in modo triste.
Voleva vederla, ma El era ancora fuori, così gli raccontai dei miei esami e lui di aver avviato le pratiche del divorzio.
Mi disse almeno venti volte che non era a causa mia che lui e mamma si separavano, ma perché avevano problemi molto più difficili da affrontare, di coppia. Mamma non amava più mio papà, voleva essere libera di lasciarlo quando in passato non aveva potuto.
I miei genitori si sono sposati giovanissimi, avevano solo 20 anni, e mamma ha dovuto rinunciare a tutti i suoi sogni di ventenne per seguire mio papà. Lei era come me, sempre sola, presa in giro a scuola. In mio padre ha visto la salvezza. Ma si è dovuta sposare con lui per fuggire dai miei nonni materni che l'hanno sempre controllata in tutto. Ora sentivo che mamma non amava più mio padre, forse aveva smesso di amarlo da tempo, e senza i nonni e le loro parole (morti purtroppo qualche anno fa) era "libera" di lasciarlo andare.
Avrebbe fatto soffrire la nonna, me, mio padre, ma per una volta compresi mamma. Lei voleva soltanto essere libera.
<<Che ne sarà di me? Dove andrò?>> chiesi a papà. Lui abbassò la testa e restò immobile per tanto tempo. Quando tornò a guardami disse
<< Ne parleremo con il giudice ovviamente, ma tu puoi dire quello che vuoi tesoro. Mamma resterà qui, sarò io probabilmente ad andare via da questo paese>> e detto questo nascose il volto dietro i palmi delle mani, impedendomi di vedere le sue lacrime.
Non dissi nulla, non ne avevo la forza.
Mi limitai a cercare le sue mani. Gliele tolsi dal viso, lui cercò di staccarsi da me, ma io mi alzai dalla sedia e gli andai incontro per abbracciarlo forte. Mi sentivo io il genitore e lui il figlio. Era un papà ora ma era pur sempre un uomo, e aveva perso l'amore della sua vita. Lo lasciai piangere in silenzio.
Non avevo mai visto mio padre piangere, mai. Forse aveva pianto quando aveva perso suo papà, mio nonno, ma io era troppo piccola quando lui era morto. Non lo ricordavo neppure, il nonno.

Papà non fece in tempo a vedere Elizabeth perché dovette andare a lavorare. Quello che mi aveva detto riguardo al suo trasferimento in un'altra città mi stava facendo impazzire, non riuscivo a pensare ad altro. Quando El tornò a casa, io ero in camera da letto a cercare di ripassare italiano, anche se mancavano ancora due settimane a l'inizio degli esami (i pre esami si erano svolti a metà maggio ed erano durati due settimane). Dovevo anche preparare la tesina ma non sapevo neppure da dove iniziare.
Stavo pensando a tutte le possibili tracce o argomenti. Un'idea mi balenava in testa, dovevo metterla in pratica e vedere se poteva funzionare.
Mi scrissi un appunto per non dimenticare, poi iniziai a pensare ai vari collegamenti.
El salì le scale ed entrò in camera sua. Quando mi vide seduta sul letto si stese accanto a me e mi lasció un bacio sulle labbra.
<< Ciao>> dissi sorridendo <<è andata bene con tuo padre?>> le chiesi. Lei annuì senza scendere nei dettagli.
<< Si. E con il tuo?>> mi chiese mettendosi comoda accanto a me sul letto. Erano le 18.
<< Insomma. Vuoi che ti racconti?>>
El annuì accarezzandomi le gambe, così le raccontai quello che era successo con papà, anche del suo discorso riguardo al trasferimento. Elizabeth non mi disse nulla, si limitò ad ascoltarmi, ma non smise mai di toccarmi le gambe. Quando ebbi finito chiusi gli occhi, esausta.
<< Tu vuoi restare con tua mamma o andare con tuo padre?>> chiese lei tranquilla.
<< Non lo so. Vorrei dare una possibilità a mia mamma, vorrei cercare di tornare al legame che avevamo prima. Non lo so davvero>> dissi. A dire il vero l'idea di andarmene da quel paese pieno di brutti ricordi era allettante, ma non volevo lasciare El, per nessun motivo al mondo. Lei annuì di nuovo.
<< Adesso non pensarci, c'è tempo. Stavi studiando?>> mi chiese indicando il quaderno di italiano aperto sul letto.
<< Ci provavo, ma senza successo>> mi lamentai. Lei rise e si mosse di più verso di me.
<< Che ne dici allora di una piccola distrazione?>> rispose prendendo la mia mano e conducendola sul suo petto. Mi morsi il labbro sorridendo e lei capi benissimo la mia risposta.
Lei si spostò piano da me per poi inginocchiarsi tra le coperte, ed io feci lo stesso. Portai le mani ai suoi fianchi e le sfilai la maglia bianca che indossava, poi lei tolse la mia camicia. Lentamente sfiorai il suo collo, poi le clavicole, e mi avvicinai al suo petto per baciarle il seno. Elizabeth portò delicatamente le dita tra i miei capelli, giocandoci mentre io le tastavo e baciavo il seno. Arrivai alle sue labbra e la baciai, prima piano poi con la lingua, gustando il sapore delle sue labbra. Il bacio si fece ben presto rovente, perché lei aveva voglia di me. Mi tolse il reggiseno ed io il suo, poi tornai a baciarla con foga, mordendole il labbro inferiore. Mi sollevai per farmi sfilare i pantaloni e le mutandine, poi lei si tolse i suoi e premette i fianchi contro i miei. Ci toccammo le gambe, le cosce, il sedere. Volevo amarla, così spinsi il suo corpo tra le lenzuola, e mi stesi su di lei, baciandole il mento, le labbra morbide.
Ancora una volta lei mi stava amando con tutta se stessa, e mi sentivo così completa tra le sue braccia.

She's not afraidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora