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Lasciata la palestra io e Michael ci incamminammo in direzione della stazione. Avevo soltanto voglia di stare in silenzio, così lasciai parlare lui annuendo per fargli capire che stavo ascoltando. Era così, stavo ascoltando ogni sua singola parola, ma la mia testa era scollegata dal resto del corpo, era totalmente da un'altra parte. Non riuscivo a smettere di pensare a quello che era successo con Elizabeth. Quello che era successo tra noi fu bellissimo, non avrei mai dimenticato quelle sensazioni, la sensazione delle sue labbra sulle mie. Ma c'era Thomas, e anche se era orribile da pensare, lo avevo tradito. Mi vergognai profondamente di me stessa.
<< Siamo arrivati. Ti devo salutare>> mi disse Michael una volta arrivati alla stazione. Mi strinse forte a se, e per un attimo sentii il bisogno di dirgli quello che era successo. Ma era meglio di no. Era meglio nascondere tutto. Tenere tutto per me. Non avrebbe mai capito, avrebbe detto cose reali che mi avrebbero solo fatto sentire peggio.
Lo salutai e salii a mia volta nell'autobus. Volevo soltanto ascoltare la mia musica e piangere, ma una volta sola, seduta al solito posto in fondo, mi accorsi di non avere ne lacrime e ne voglia di ascoltare canzoni. Mi limitai ad estrarre il libro di inglese dallo zaino, pensando a come organizzare lo studio per la verifica. Dovevo tenermi occupata in qualche modo, altrimenti sarei impazzita. Stavo così male, concentrarmi negli appunti fu difficile.

Tutto il pomeriggio lo trascorsi a studiare. Anche quando ebbi finito, ripassai almeno venti volte le cose che avevo già studiato l'altro giorno, tutto pur di tenere la mente occupata. Ma era inutile, continuavo a pensare a quello che era successo con Elizabeth. La passeggiata era fuori discussione. Dopo la doccia mi chiusi in camera da letto con un libro qualsiasi tra le mani. Chiusi la porta e mi stesi a letto, cercando di leggere almeno un capitolo. Poco dopo, difronte alla descrizione della protagonista persi completamente la concentrazione. Appoggiai il libro sul comodino e ripresi a pensare a lei. Alle sue labbra, alle sue mani su di me. Non riuscivo a crederci, una ragazza come lei mi aveva baciata. Non avrei mai creduto di provare qualcosa nel baciare una ragazza, non avrei mai creduto anche solo di desiderare che una ragazza mi baciasse. Con lei era diverso. Il solo vederla mi aveva fatto provare cose che non avrei mai pensato di provare prima. Era bella, bellissima, e sembrava essere così simile a me. Lei rappresentava quello che avevo all'interno. Rappresentava quello che avrei sempre voluto essere.
Chiusi gli occhi e ripensai al suo tocco, poi, lentamente, condussi la mia mano sul mio petto. Carezzai piano la mia pancia, sino ad arrivare al seno. Infilai l'altra mano sotto la stoffa e arrivai pian piano al reggiseno. Immaginai che fosse la mano di Elizabeth, immaginai che le sue dita mi pizzicassero il capezzolo, piano. Dischiusi le labbra e scesi lentamente ad accarezzarmi i fianchi, sino ad arrivare ai pantaloni. Lì mi fermai, quando mi resi conto di quello che stavo facendo. Mi alzai di scatto dal letto e ripresi il libro, uscendo dalla camera e rifugiandomi nel mio studio. Il mio viso stava andando in fiamme. Avrei aspettato l'ora di pranzo ripassando ancora e ancora, sino a farmi venire il mal di testa.

Faticai a prendere sonno. Avevo timore di tornare in classe l'indomani. Che diavolo sarebbe successo? Mi sentii smarrita e in preda alla confusione. Thomas mi aveva soltanto scritto che domenica ci saremo visti per un cinema. Decisi di dimenticare quello che era successo in palestra e andare avanti con la mia relazione. Non potevo continuare in quel modo. Dovevo scordare Elizabeth.
Quella mattina mi recai a scuola con il braccio che mi faceva malissimo. Quella notte, chiusa nella mia camera da letto, mi ero ferita di nuovo, ma me lo meritavo. Avevo chiuso gli occhi in preda al dolore, credendo di svenire. Il dolore fisico mi aveva allontanato per un po' da quello interiore. Ero poi crollata sul letto, addormentandomi, sfinita.
Scesi in stazione e raggiunsi presto la scuola. Ero in anticipo, e Michael non era ancora arrivato. Vidi i ragazzi della panchina, come decisi di chiamarli, ma fra loro non c'era Elizabeth. Mi lasciai a andare ad un sospiro di sollievo ed entrai a scuola. Il braccio mi faceva malissimo, così entrai in classe, lasciai lo zaino sul banco accanto a quello di Michael (non affianco di Elizabeth), ignorai il mio compagno in ultima fila e uscii di nuovo per andare al bagno. Avevo bisogno di un po' d'acqua fresca e di ascoltare il dolore.
Salii le scale e arrivai al piano di sopra. Sentii alcune voci dei ragazzi che come me erano arrivati in anticipo e mi affrettai per andare al bagno. Ero di fretta, quasi corsi per raggiungere la stanza. Ma il mio cammino venne interrotto bruscamente. Mi scontai con lei. Con Elizabeth. Lei era appena uscita dal bagno, aveva ancora la tracolla in spalla. Quando mi vide si immobilizzò, poi mi superó. Ci guardammo a lungo, a me parvero ore anziché secondi, ma fui costretta a distogliere lo sguardo quando lei tornó a camminare. I suoi bellissimi occhi azzurri. Mi lasciai andare ad un sospiro e continuai a camminare, quando un lieve movimento alle mie spalle mi fece voltare di nuovo. Elizabeth venne verso di me, prese la mia mano e la strinse, conducendoci al bagno. Aprii la porta e mi spinse dentro. Ero confusa, il mio cuore stava per esplodere. Non ci aveva visto nessuno. Chiuse la porta alle sue spalle poi tornò su di me, bloccandomi sul muro.
<< Quel bacio nello spogliatoio non doveva succedere>> disse seria. Io annuii, cercando di abbassare lo sguardo, ma non riuscivo a smettere di guardarla. Elizabeth dischiuse le labbra e sospirò .
<< Non doveva succedere ma... Non riesco a resisterti>> sussurrò.
Sbattei poi volte le palpebre, confusa.
<< Che vuoi dire?>> chiesi con il cuore in gola.
<< Che non riesco a non...>> e concluse la frase appoggiando le labbra sulle mie. Mi baciò come se temesse di perdermi. Il suo profumo, la sua pelle. Non compresi immediatamente quello che stava facendo, ma sentii poi le sue mani di nuovo su di me. Portò con foga le dita ai miei fianchi, sfiorandomi. Mi aggrappai con forza alle sue spalle, ma questa volta per allontanarla da me.
<< No>> dissi scuotendo la testa. Lei mi guardò a lungo, confusa, forse ferita.
<< Non ci conosciamo. Io... Io ho un ragazzo e...>>
<< Ma non lo ami>> disse lei seria, staccandosi da me << e poi, ho visto come mi guardi. Sento cosa provi per me>>
<< Tu non mi conosci>> ripetei allontanandomi da lei. Elizabeth rise, come per prendermi in giro. Mi guardò come per dire altro ma rinunciò. Mi diede le spalle ed uscì dal bagno lasciandomi sola. Di nuovo.

🌸🌸

Ecco il capitolo nuovo. La parte del bagno è un po' troppo corta lo so, ma è esattamente così che la ricordo... È successo tutto abbastanza in fretta... Spero vi sia piaciuta :)
Alla prossima :*

25 aprile 16
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She's not afraidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora