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Al termine delle lezioni, Michael mi chiese di accompagnarlo al piano di sopra, in segreteria. Doveva parlare con la dirigente e spiegarle alcune cose. Mi trovai d'accordo, perché a dire il vero anche io dovevo parlare con la preside. Elizabeth non disse una parola, sorrise a Michael e poi uscì dalla classe. Durante le lezioni aveva parlato un po' con i professori, rivelandosi intelligente e preparata. Non la guardai mai, ascoltai soltanto la sua bellissima voce.
<< Andiamo>> disse Michael prendendo il suo zaino. Lo imitai e portai il mio alle spalle, chiudendo la giacca di pelle. Uscimmo dalla classe in silenzio, senza guardare nessuno, percorremmo il piccolo corridoio, poi svoltammo a sinistra per salire le scale. Al secondo piano incontrammo l'aula della presidenza, e Michael si chiuse dentro con la preside e il professore di storia. Quando uscì la preside mi salutò e mi fece cenno di entrare. Parlammo di come si erano svolte le lezioni, se mi ero trovata bene ed io risposi di sì, che mi ero sentita al sicuro. Lei sorrise e mi promise che tutti i giorni sarebbe stato così, che i professori ci avrebbero sempre messo a nostro agio, un po' meno i compagni. Erano ragazzi scapestrati e con poca voglia di fare. Le dissi che non c'era nessun problema e lei mi credette.
<<Io devo scappare. Ho la corriera tra pochissimo>> mi disse Michael lasciandomi un bacio sulla guancia. Gli sorrisi e gli dissi che ci saremmo rivisti domani. Mi lasciò il suo numero di cellulare ed io il mio.
Quando uscii in cortile vidi immediatamente l'auto di Thomas parcheggiata accanto alla strada. Sospirai senza farmi notare, e mi avvicinai al cancello per uscire. Elizabeth era sempre seduta alla sua panchina, circondata dai suoi amici. Fumava. Le lanciai uno sguardo veloce e poi uscii controvoglia.
Attraversai la strada dopo aver guardato che non ci fossero auto, e quando salii in quella di Thomas mi sentii a disagio. Appena chiuso lo sportello lui venne verso di me e mi baciò. Mi erano mancate le sue labbra. Lo strinsi piano a me, ma lui approfondi il bacio, portando la mano al mio collo. Sorrisi e mi allontanai da lui.
<< Ciao>> dissi. Thomas sorrise e mi carezzò piano la guancia con l'indice.
<< Come è andata in quel tugurio?>> chiese ridendo. Mi sentii un po' offesa. Che intendeva dire con quell'affermazione?
<< Bene, i professori sono gentili e presenti. I ragazzi insomma, fanno casino lo sai>> dissi sospirando. Thomas annuì, poi tornò a baciarmi. Indossava una delle sue solite camicie bianche di seta, i pantaloni neri. Era bellissimo, ogni giorno di più. Baciandomi sospirò.
<< I tuoi sono a casa?>>
<< Si, c'è soltanto mia mamma>> risposi ad occhi chiusi. Thomas mi morse il labbro inferiore, e compresi. Lo sapevo.
Chiamai mamma per dirle che avevo perso l'autobus e che avrei preso quello delle due. Lei mi disse che andava bene e che al ritorno le avrei raccontato tutto.
<< Perché non le hai detto che sei con me?>> chiese Thomas quando rimisi il cellulare in tasca.
<< Perché lo sai anche tu come la pensano>> risposi. Thomas si lasciò andare ad un sospiro, poi prese i suoi occhiali da sole. Spostai lo sgardo sulla strada. Elizabeth stava guardando da questa parte. Era fuori dal cancello, aspettava forse qualcuno, e mi stava guardando. Non riuscii a distogliere lo sguardo da lei, come sempre. Mi guardava incuriosita, ma non pensai neppure che si stesse chiedendo che ci faceva una come me in auto con un ragazzo come Thomas. Quando il mio ragazzo accese il motore dell'Audi  arrossii e distolsi lo sguardo. Thomas partì con una sgommata, allontanandomi da Elizabeth.

Avevo incontrato Thomas ad una festa di fine anno, in terza superiore. Lui era in quinta. Era bellissimo, in piedi accanto ad un termosifone. Alto, biondo cenere, magrissimo. Mi stupii nel notare come mi guardava. È stato il mio primo ragazzo. Parlammo quasi per caso, seduti su due sedie fuori dalla sua classe. Mi incantai ad ascoltarlo parlare, ma non ricordo che cosa ci dicemmo. Qualche giorno dopo lo ritrovai nella mia classe. Mi cercava. Mi lasciò il suo numero di cellulare. Andai nel panico. Quando lo raccontai a Michael lui si dimostrò felice per me, e mi chiese se sapevo baciare. Risi e dissi di no, così lui, senza chiedermi il permesso appoggiò le labbra sulle mie.
<< Ti insegno>> disse difronte al mio rossore e alla mia confusione.
Quando uscii con Thomas, pizza e cinema, mi sentii a disagio, ripensando a quello che era successo con il mio amico, ma quando Thomas mi baciò al terzo appuntamento ringraziai Michael con il pensiero. All'inizio l'idea di uscire con Thomas non mi piacque, avevo paura, ma alla fine decisi che non c'era niente di male e accettai il suo invito ad uscire.
Thomas è un ragazzo di famiglia ricca, le sue sorelle sono andate tutte all'università, e lui è al secondo anno di giurisprudenza. Vorrebbe che andassi con lui ma non so nemmeno come spiegargli che non voglio fare l'università, almeno non la facoltà che vuole lui.
È un ragazzo sensuale ed elegante. La prima volta fu in camera sua, dopo aver guardato un film in dvd. Salii su di me, portando le mani ai miei capelli e premendo piano il suo corpo contro il mio. Fu bellissimo ed intenso. Ma da quel giorno, la sua voglia di me, del mio corpo era sempre presente. Voleva sempre fare l'amore con me, ma io non ce la facevo più. Quel giorno accettai che mi veisse a prendere perché volevo provare con tutta me stessa ad amarlo facendo sesso con lui. Perché solo di sesso si trattava ormai. 
Thomas mi accompagnò a casa sua, e dopo aver parcheggiato l'auto in garage scese e mi prese la mano per stringerla forte. Gli sorrisi e lo seguii dentro casa. Mi preparò un piatto di pasta, e mangiammo in silenzio, seduti a tavola. Accese la televisione ma la tenne a volume basso, e quando scivolammo sul divano attese soltanto qualche minuto prima di baciarmi. Accolsi il suo corpo e lo stinsi forte a me, chiudendo gli occhi e tremando sotto al suo tocco. Si stese piano si di me, iniziando a muoversi lentamente e a baciarmi sul collo. Mi sentii bene, amata, e cercai di trasmettergli tutto il mio amore. Gli sfilai la camicia e premetti il petto contro il suo, avvolgendo i suoi capelli tra le dita. Io volevo dolcezza, a lui non bastava più. Mi baciò con più foga, annullando tutto. Lo amo, ma non riuscii a non piangere quando mi spogliò di fretta. Grazie al cielo non si accorse delle mie lacrime.

Quando mi accompagnò a casa, non scese dall'auto. Mi lasciò un bacio sulle labbra, un bacio bellissimo, delicato, poi mi lasciò scendere. Lo salutai e corsi al cancello di casa con le chiavi in mano. Thomas attese che entrassi in casa per poi partire sgommando come al solito.
Mi rifugiai in cucina, togliendomi il giubbotto e lasciando lo zaino sul divano in corridoio. Ero stanchissima. Mi sedetti su una sedia e chiusi gli occhi.
🌸🌸

Ecco qui il capitolo 3. Ho una piccola fissa per Thomas, Newt di The Maze Runner. Ripeto che lui non esiste nella realtà, cioè, non avevo un ragazzo quando ho conosciuto Elizabeth, ma alcune parti sono di fantasia. Quelle con lei e Michael sono tutte reali :) Alla prossima ❤️

24 aprile 16
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She's not afraidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora