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Questo  capitolo contiene dettagli e particolari che possono turbare. È una storia che parla di una relazione tra due ragazze, perciò :)
Buona lettura ❤️

Era una domanda che non mi sarei mai aspettata. La guardai confusa, incrociando le braccia davanti al petto. Lei continuò a sostenere il mio sguardo senza abbassare gli occhi. Voleva una risposta sincera.
<< Perché questa domanda?>>
<< Perché sono curiosa. Non ho idea di cosa sia l'amore, di cosa si provi. È una cosa bella?>>
Annuii, pensando sia a Thomas che a lei, ma ovviamente non potevo dirlo. Amare era qualcosa di bello si, qualcosa che ti faceva sentire bene, completa. Ma quando Elizabeth sorrise, forse accontentandosi del mio cenno del capo, notai nel suo sguardo che c'era dell'altro. Forse voleva dire qualcosa in più ma si trattenne.
<< Tu, hai mai amato?>> chiesi curiosa. Volevo davvero saperlo. Sperai di non provare gelosia. Elizabeth fece un cenno negativo con il capo.
<< Ci sono tante cose che non vanno nel mondo, cose che mi fanno schifo. L'amore è una di queste>> sostenne, poi si alzò dal letto e si avvicinò alla scrivania per prendere il quaderno di inglese.
<< Iniziamo dai>> disse poi sorridendo e sedendosi sulla sedia. Tutte le possibilità di approfondire quel discorso morirono immediatamente. Non potei farci niente. Mi lasciai andare ad un lieve sospiro e la raggiunsi alla scrivania.

Studiammo fino alle 17. Fui felice perché riuscimmo a terminare anche le ultime pagine che mi erano rimaste. Avrei dovuto soltanto ripassare il giorno dopo. Elizabeth sistemò le sue cose sulla scrivania,poi mi chiese se avessi fame o sete ma scossi la testa. Le chiesi soltanto dov'era il bagno.
Lei me mi indicò il corridoio che conduceva alla stanza con un sorriso, e dopo essermi alzata dalla sedia ed essere uscita dalla camera cercai il bagno. Avevo bisogno di riflettere ma non volevo lasciarla andare. Non ce la facevo più, non ce la facevo più di quella situazione. Della confusione nella mia testa. Avevo bisogno di fare chiarezza. In bagno mi sciacquai il volto e mi guardai allo specchio. C'era forse qualcosa che non andava in me? Ero sull'orlo di una crisi di nervi, così cercai di calmarmi. Smisi di guardare il mio riflesso e bevvi un sorso d'acqua dal rubinetto.
Quando tornai in camera di Elizabeth la trovai concentrata a sfogliare un libro. Mi sedetti accanto a lei e la osservai così come il libro che stava guardando. Non riuscii a leggere il titolo del libro ma colpì la copertina. C'era una piuma disegnata sopra.
Quando Elizabeth lo appoggiò sulla scrivania non riuscii a leggere il titolo ma solo il cognome dell'autore. Stonem. Spalancai gli occhi e la guardai curiosa.
<< L'ha scritto mio padre>> disse notando il mio sguardo, poi sorrise.
<< Wow>> dissi soltanto, curiosa. Avrei voluto chiederle di cosa parlava il racconto ma mi vergognavo. Non parlammo per un po'. Elizabeth si limitò a sistemare i suoi appunti, ed io i miei, poi decisi che era arrivata l'ora di tornare a casa.
<< Devo tornare a casa>> dissi alzandomi e sorridendo. Lei annuì e si alzò, sorridendomi. Non fui in grado di distogliere lo sguardo da lei, dal suo sorriso, dai suoi occhi azzurri. Lei fece lo stesso con me, guardandomi. Fu davvero un istante. Dopo secondi trascorsi a guardarci, Elizabeth si avvicinò a me e mi baciò di nuovo.
Questa volta non l'allontanai, avevo bisogno di lei, e quando lo capii mi resi conto di amarla. Elizabeth mi chiese quasi il permesso di toccarmi fermandosi, ed io glielo concessi. Sentii le sue mani sulle mie spalle. Portai le mie ai suoi fianchi, ed il bacio si fece più avvolgente. Non riuscii a staccarmi da lei. Elizabeth mi spinse piano sul muro, lentamente, portando le mani dalle mie spalle ai miei fianchi, poi sollevò l'orlo della mia maglietta. Alzai le braccia e mi lasciai spogliare da lei. Avvertii il respiro mancarmi. Lei sfiorò il mio seno coperto dal reggiseno, facendomi rabbrividire, poi si staccò piano da me per sfilarsi la maglietta a sua volta. Il suo bellissimo seno. Mi era mancato vederla nuda davanti a me. Iniziai a tremare. Quando tornò da me il suo petto aderì al mio, i suoi seni sfiorarono i miei. Persi il controllo, completamente. C'era sooltanto lei ed il suo corpo. Elizabeth mi morse il labbro superiore, poi mi inumidì la pelle con la lingua, leccandomi piano le labbra. La baciai a corto di fiato. I nostri respiri si unirono, ed il suono prodotto dal contatto delle nostre labbra mi fece uscire di testa. Strinsi forte i suoi capelli succhiando piano la pelle del suo mento. Capii che ci eravamo spinte oltre ormai. Le sue dita scivolarono sulla mia schiena, e quando slacciò il mio reggiseno tremai. Mi tolse l'indumento, sfiorandomi con le dita, facendomi gemere inevitabilmente. Ero sua ormai. Le sue dita avvolsero piano il mio seno, pizzicò i miei capezzoli, e quando cercai di riprendere fiato sentii la sua lingua sulla mia pelle. Mi lasciai andare alle sue carezze, ad occhi chiusi. La sua lingua mi diede piacere, mi fece sentire viva. Mi morse la pelle, poi succhiò forte e non potei evitare di mugolare. Si staccò piano da me soltanto per slacciarsi il reggiseno. Tornò su di me, pizzicando di nuovo il mio capezzolo. Gemetti, sentii i suoi denti sulla pelle. Era una sensazione meravigliosa. Portai le mani al suo collo ed Elizabeth tolse la lingua dal mio seno per portarla sulle mie labbra. Di nuovo quella sensazione, quel mugolio di piacere. Stavo impazzendo di desiderio. Ero pronta per lei.
Thomas non mi aveva mai...
Thomas! No, Dio mio.
<< Elizabeth no>> dissi gemendo, allontanami da lei e prendendo al volo il mio reggiseno. Mi coprii il petto con le braccia.
<< Che succede?>> disse lei con il fiato corto. Era divina.
<< No Elizabeth io non posso. Ho un ragazzo>> dissi tremando. Ero disgustosa.
<< Di nuovo. Tu non lo ami Jess>> disse seria, guardandomi negli occhi. Mi sentii male. Le diedi le spalle ed infilai il reggiseno poi la maglietta.
<< Mi dispiace>> dissi soltanto tornando a guardarla. Elizabeth abbassò lo sguardo, poi si allontanò da me.
<< Devo andare>> dissi quasi in un sussurro, prendendo la giacca appoggiata sullo schienale e dalla sedia e lo zaino. Elizabeth non guardò mai, ma quando feci per uscire dalla sua camera disse.
<< Quello che abbiamo appena fatto è stato bellissimo>>. Poi venne verso di me e mi accarezzò piano i capelli, poi la guancia. Mi lasciò un bacio sulla guancia. La guardai negli occhi e tremai.
<< A domani>> disse soltanto, poi mi lasciò andare. Le sorrisi lievemente poi uscii dalla sua camera da letto.
Non ce la facevo più. Dovevo fare una cosa, e dovevo farla in fretta. Dovevo lasciare Thomas, perché non potevo continuare a mentire, né a lui e né a me stessa.

Trascorsi il martedì a cercare di farmi perdonare da mia madre. Lei non mi parlò per qualche ora quando tornai a casa, e andò avanti con quell'atteggiamento anche la mattina dopo. Era ferita, lo comprendevo, ma mi faceva soffrire a sua volta ignorandomi. Cercai di parlarle ma era tutto inutile. A scuola Elizabeth non mi rivolse la parola. Rimase seduta al suo banco, uscì a fumare, parlò con gli insegnanti ma ignorò me. Fu davvero troppo. Avrei voluto parlarle per prima ma non sapevo che cosa dirle. A ricreazione lei si alzò per uscire a fumare come sempre ma io la fermai prendendo la sua mano e stringendola.
<< Perché mi ignori?>> le chiesi seria. Lei sorrise e mi sfiorò la guancia senza farsi vedere dagli altri.
<< Hai bisogno di tempo. Ti lascio spazio>> disse, poi uscì dalla classe senza voltarsi indietro. Mi lasciò in confusione, con la testa piena zeppa di domande.
Andai in stazione da sola. Michael ricevette un passaggio da uno dei nostri compagni, Marcus, il quale mi chiese se lo volessi anche io ma scossi la testa ringraziandolo comunque. Michael mi sorrise e poi sparì in auto di Marcus. Avevo bisogno di quei preziosi momenti di solitudine, per riflettere. Compresi che non c'era poi molto su cui riflettere. Non amavo più Thomas. Elizabeth mi faceva sentire bene, completa. Non provavo più niente per il mio ragazzo. C'era soltanto sesso ormai tra noi, lui amava il mio corpo, non più me. Dovevo parlare con lui anche se tutto ciò mi avrebbe ferita.
Tornata a casa cercai di parlare con mamma di nuovo. Sembrava essersi ammorbidita un po' perché a cena mi sorrise. Mi sentii subito meglio, e ripassai inglese seduta sul divano con lei. Mamma venne vicino a me, mi carezzò piano i capelli poi si addormentò. Sapevo che mi aveva perdonata. Ancora una volta papà ci svegliò per andare a dormire, ma mamma gli disse che era troppo stanca e che voleva dormire sul divano. Io dissi lo stesso e mi stesi accanto a lei. Mamma sorrise e mi abbracciò. Ci addormentammo assieme.
Thomas mi scrisse un buongiorno la mattina della verifica di inglese. Doveva studiare mi disse, non aveva avuto tempo di guardare il telefono. Lo perdonai.
La verifica di inglese fu difficile ma andò bene. Al termine mi sentii esausta ma soddisfatta. Avevo studiato molto ed ero riuscita a rispondere più o meno a tutti i quesiti. Michael mi fece ridere scagliando l'astuccio sul pavimento per lo stress.
A ricreazione Elizabeth si alzò come al solito per uscire, ma prima si fermò accanto a me e Michael. Con un bellissimo sorriso enigmatico ci chiese se eravamo liberi quella sera. Aveva voglia di festeggiare il successo del compito uscendo per andare in un locale. Mi sentii lusingata nel ricevere un suo invito. Michael mi sorrise ed io annuii.
Accettammo.
Avevo voglia di staccare la spina, avevo voglia di passare più tempo con lei. Ne avevo bisogno.
Elizabeth mi sorrise poi uscì dall'aula per fumare.

🌸🌸
Ecco qui bellezze, il capitolo nuovo. Vi è piaciuto? Me lo fate sapere nei commenti? C'è qualcosa che non vi piace? Ditemi tutto :)
Alla prossima 🌸

28 aprile 2016
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She's not afraidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora