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La guardai confusa per un momento. Non riuscii a capire quello che stava dicendo, poi compresi quando lei mi guardò e sorrise.
<<Voglio amarti alla luce del sole, non più di nascosto>> disse seria. Spalancai gli occhi ed il cuore mi martellò nel petto facendomi male. Era un dolore a cui ero abituata.
<< Tu mi ami?>> chiesi senza fiato.
<< Si>>
La guardai senza parole, sentendomi felice ma impaurita allo stesso tempo. Quello che aveva detto era bellissimo. Lei, lei mi amava. Ma voleva anche farlo sapere agli altri, ed io avevo paura di questo.
<< Che c'è?>> mi chiese diventando seria all'improvviso. Appoggiai la fronte alla sua e le sorrisi.
<< Ti amo anche io>> risposi guardandola negli occhi. Dirlo ad alta voce fu bellissimo. Si, io l'amavo. L'amavo dal profondo del cuore. Sentivo che lei apparteneva a me, ed era così bello stringerla tra le mie braccia. 
Elizabeth mi baciò, a lungo, dolcemente. Non ebbi modo di dire la mia riguardo al fatto di rivelare la nostra relazione agli altri perché suonò la campanella della prima ora. Ci sistemammo gli abiti poi uscimmo dall'aula in silenzio. Avrei voluto prenderle la mano ma avevo così tanta paura. Lei però, prese la mia. Entrammo in classe mano nella mano, ma nessuno notò nulla. I nostri compagni erano impegnati a parlare tra loro. Micheal entrò in classe nel momento in cui mi sedetti al mio posto. Gli sorrisi e lo abbracciai forte. Elizabeth non perse di vista quel contatto ma strinse la mia mano sotto al banco. Mi sentii felice, dopo tanto tempo trascorso nel dolore.

Ammettere a me stessa di amarla fu bellisismo ma anche difficile. Anche dopo quello che c'era stato tra noi. L'attrazione fisica ci aveva portato ad amarci, a toccare l'una il corpo dell'altra, e questo non era stato un errore. Provai paura perché sapevo che avrei dovuto spiegarlo ai miei genitori, a Michael. Elizabeth voleva uscire allo scoperto, ma io avevo paura. Non volevo, volevo che lei fosse soltanto mia, un segreto che era soltanto mio.
Uscimmo allo scoperto, per così dire, il pomeriggio dopo il compito di diritto. Mamma restava a lavoro per il pomeriggio, così non avrei dovuto dirle una bugia finalmente. Sarei rimasta fuori casa per qualche ora con Elizabeth. Dopo la scuola ci spostammo in un parco poco distante. Michael ottenne un passaggio a casa da Phil, un suo amico di quarta che era stato bocciato parecchie volte e che aveva già la patente.
Elizabeth si sedette sulla cima della rampa da skate,posizionata in fondo al parco. Da quella zona si poteva vedere tutto il parco e le abitazioni poco distanti. Mi sedetti accanto a lei. Elizabeth prese la mia mano e la strinse, carezzandomi poi la guancia con le dita. Senza dire nulla ci baciammo, a lungo.
<< Sono felice di essere qui con te>> dissi con le labbra sulle sue. Lei rise e mi abbracciò.
<< Vieni a casa mia?>> mi chiese portando le dita sul mio collo. La guardai negli occhi ed annuii. Tornammo a baciarci in silenzio, e quando mi staccai piano da lei notai un movimento poco distante da noi. Erano arrivati due ragazzi. Si sedettero su una panchina e ci guardarono incuriositi, poi uno di loro si accese una sigaretta. Elizabeth si irrigidì e scese dalla struttura.
<< Li conosci?>> le chiesi notando il suo disagio. Lei annuì e mi fece cenno di scendere dalla cima della rampa.
<< Sono i figli degli amici di mio padre. Dobbiamo andare>> disse infilandosi il cappuccio della felpa sulla testa.
<< Non mi hanno riconosciuta per fortuna ma io ho riconosciuto loro. Andiamo>> disse facendomi cenno di seguirla. Feci quello che mi aveva detto tenendo d'occhio i ragazzi. Non ci stavano guardando, ridevano guardando lo schermo del cellulare di uno di loro. Sembravano tranquilli, non avevano davvero riconosciuto  Elizabeth.
Una volta uscite dal parco lei mi prese la mano ed iniziò a camminare in direzione della via che ci avrebbe condotto a casa sua.
Compresi il suo disagio. Lo compresi eccome.

<< Mi dispiace>> disse Elizabeth stesa accanto a me sul suo divano in salotto. Mi voltai a guardala e le sorrisi. Quando eravamo arrivate a casa sua, lei non aveva detto più  nulla riguardo a quei ragazzi. Ci eravamo rifugiate nel suo salotto, in silenzio.
<< Non ti preoccupare>> le risposi carezzandole i capelli. Poi lei si alzò piano e aprii le gambe per lasciare spazio al suo corpo. Si stese piano su di me, appoggiando la nuca sulla mia pancia, ed io le carezzai piano i capelli castani.
<< Se mio padre scopre che amo una ragazza mi urlerà le peggio cose. Non lo capirà mai. Non voglio che lo sappia per ora>> disse seria. Chiusi gli occhi ed annuii. Volevo dirle che capivo quello che stava dicendo ma non riuscivo a trovare le parole adatte. Restai soltanto in silenzio.
Elizabeth comprese il fatto che la pensavo allo stesso modo. Nemmeno io volevo che i miei genitori lo scoprissero in malo modo. Dovevo essere io a dirlo a loro.
<<Lo so, so cosa provi.  Ma non lo scoprirà>> dissi << se vorrai sarai tu a dirlo, ma lui non lo scoprirà  in malo modo>>
Elizabeth annuì, voltandosi piano e appoggiando la guancia sulla mia pancia. La strinsi forte a me, poi lei si alzò e mi abbracciò. Restammo unite e abbracciate per tanto tempo, senza dire nulla. Ci baciammo, lei mi sfiorò piano le braccia, poi chiusi gli occhi e mi alzai per baciarla. Sentii il suo corpo sciogliersi contro il mio, e lentamente mi stese sul divano, salendo su di me. 
Tornò a baciarmi, facendo scivolare le mani sul mio petto, sono ad arrivare alla pancia, poi mi spogliò della maglietta, ed io feci lo stesso con la sua. I nostri seni si sfiorarono, le mie gambe si strinsero attorno ai suoi fianchi e lentamente mi alzai per farmi abbracciare da lei. Tanti tantissimi baci. Sulle labbra, sul collo, sulle clavicole. Le slacciai il reggiseno e lei fece lo stesso con il mio, poi le carezzai la schiena mentre lei lasciava tanti baci sul mio seno. Toccó a me, e mentre la baciavo lei graffiò le mie spalle. Restammo soltanto con le mutandine, strette l'una all'altra. Ci amammo in quel modo. Senza il piacere creato dallo sfiorare le nostre intimità, soltanto con carezze e baci sul petto. Mi mancò il fiato per tutto il tempo. Le morsi piano il collo poi Elizabeth si stese sul divano dandomi il via libera di baciarle il seno. Adoravo il suo seno. La sua pelle era così delicata e profumata. L'amo così tanto.
La passione fu più forte, ed entrambe venimmo toccandoci a vicenda. Lei infilò piano le dita tra le mie gambe, io feci lo stesso. Si lasciò andare ad un bellisismo orgasmo premendole le le labbra sul mio seno. La strinsi a me e venni a mia volta, mandando la testa all'indietro.
Non avrei mai voluto adarmene. Volevo restare con lei per sempre.

Fu un finesettimana diverso dai soliti. Non potei mentire di nuovo ai miei così restai a casa a studiare. Parlai con Elizabeth al cellulare, con Michael, ma i miei genitori non mi chiesero nulla di Thomas. Non avevo idea di come fare per dire loro quello che era successo. Non me la sentivo nemmeno, ma prima o poi avrei dovuto farlo.
Trascorso il sabato sera a casa, a guardare la TV o a leggere, ma la domenica non mi andava per niente di restare a casa. Uscii al pomeriggio dopo aver studiato un po' prima di pranzo, e chiamai Elizabeth perché stesse un po' con me. Lei mi disse che sarebbe venuta a prendermi con la sua auto, perché aveva la patente. Le lasciai il mio indirizzo e l'aspettai in fondo alla via. Non volevo che i miei genitori mi vedessero salire in auto di una ragazza. Avrebbero fatto domande e a me non andava di dare spiegazioni.  Elizabeth venne a prendermi e quando salii in auto mi sorrise.
<< Ciao>> disse dandomi un bacio sulle labbra. La strinsi a me e le sorrisi a mia volta. Andammo al solito parco accanto alla scuola, quel parco ora deserto a quell'ora del pomeriggio. Restammo accanto alla pista per skate. Lei sorrise ed estrasse dalla borsa le sigarette, accendendone una e porgendomela  subito dopo.
<< Posso farti una domanda?>> le chiesi. Lei mi guardò preoccupata per un attimo poi annuì, ma quello sguardo non mi sfuggì.
<< Hai mai avuto ragazze prima di... Prima di me?>>
Non so se fossimo davvero una coppia, se fossimo fidanzate o cose simili, ma sperai che lei mi avesse capita. Elizabeth aspirò lentamente dalla sigaretta che si era accesa per se e mi guardò.
<< No. Avevo un ragazzo, qualche anno fa, ma non mi sono mai trovata bene con lui, sessualmente  intendo. Gli voglio molto bene ma, non mi trasmetteva niente. Con te è diverso>> disse tranquilla. La guardai in attesa che continuasse.
<< Quando ti ho vista ho sentito che avevo davvero voglia di conoscerti. Tu non ci crederai ma, sei così bella>> e sorrise quando scossi la testa arrossendo.
<< No, non sono bella, per niente. Ma sono felice che tu lo dica, davvero>> dissi guardandola.
<< Volevo conoscerti, e anche baciarti lo ammetto>> continuo Elizabeth << nello spogliatoio eri così vicina a me, e non ho resistito>>. Poi si avvicinò piano a me e mi baciò teneramente. Sorrisi e la abbracciai, sfiorandole piano i capelli.
<< Devo raccontarti così tante cose>> le dissi guardandola negli occhi.
<< Fallo allora, vieni>> disse alzandosi  e porgendomi la mano. Gliela stinsi e mi alzai a mia volta, seguendola in direzione delle altalene. Mi sedetti sulla prima altalena ed Elizabeth sulla seconda, poi iniziai a raccontarle tutto. Quello che avevo provato la prima volta che l'avevo vista a scuola, quello che avevo sentito nel cuore standole accanto, tutti i dubbi e i sensi di colpa provati quando ero in compagnia di Thomas. Lei mi ascoltò in silenzio, senza dire una parola, guardandomi negli occhi, ma quando parlai di Thomas abbassò lo sguardo.
<< Va tutto bene?>> le chiesi. Avevo captato una qualche strana forma di inquietudine in lei quando nominavo Thomas, ma non ho mai capito il perché. Elizabeth annuì e mi sorrise.
<< Va tutto bene si, davvero. Per quanto puoi restare fuori?>> chiese.
<<Beh, fino alle 19 penso>> risposi dopo averci riflettuto su un momento.
<< Ok, allora andiamo a fare una passegiata>> e si alzò tornando accanto a me. Le strinsi la mano poi tornai a seguirla.
L'avrei sempre seguita.

Tornai a casa con l'unico desidero di restare con lei, ma dovevo rientrare. Seduta sul sedile della sua auto mi chinai piano per baciarla e lei sorrise. Mi attiró piano a me e appoggiò le labbra sulle mie. Ci scambiammo  lunghi baci, intensi, come se stessi per andarmene per sempre. Volevamo soltanto amarci. Elizabeth mi leccò il labbro superiore, mordendomi quello inferiore per poi baciarmi, gettando su di me il suo desiderio. Avrei voluto toccarla ma non potevamo, così mi limitai a seguire il movimento della sua lingua e delle sue labbra, accarezzandole i capelli, il collo, le spalle.
<< Ti amo tanto>> le dissi guardandola negli occhi. Lei mi sorrise e mi baciò di nuovo, l'ultima volta.
Scesi dalla macchina, la salutai con un cenno della mano e tornai sui miei passi.
Stare con lei di nascosto stava diventando sempre più difficile. Nonostante questo continuavo ad avere paura di rivelare ai miei genitori e agli altri la verità.
Non avrebbero capito, mi avrebbero giudicata ed io volevo proteggere Elizabeth dal disastro che si sarebbe originato.
Io ero corrosiva, le avrei fatto del male. Dovevo proteggerla.
🌸🌸

Ecco il capitolo 22 :) Wow! 22 capitoli, sono felice *_* Che ne pensate? :) È un pochino corto ma martedì o al massimo mercoledì posterò il 23 ^^ Vi voglio bene, grazie delle visualizzazioni e dei voti ❤️
Alla prossima :*

She's not afraidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora