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La vita scolastica procedeva lentamente. Studiavo sempre, alcuni giorni non toccavo i libri ed uscivo un po', sia da sola che in compagnia di Elizabeth. Mamma continuava a pensare che io e lei non ci rivolgessimo la parola, e a me andava bene così.
Ovviamente mi rattristava, ma mamma non avrebbe comunque mai capito quello che c'era tra me ed Elizabeth. Avrebbe fatto di tutto per separarci e distruggere il nostro rapporto.
L'aveva già fatto.
In passato avevo perso una persona a causa sua.

Quando avevo 13 anni, avevo conosciuto una ragazza alle scuole medie. Si chiamava Meredith. Ricordo che feci la sua conoscenza ad un'assemblea d'istituto. Nella mia classe le mie compagne non mi volevano tra i piedi, e quando mi sedetti affianco della prima mia compagna di classe che trovai (mi interessava la sedia libera accanto a lei) una delle sue amichette fidate mi fece sloggiare perché quel posto apparteneva a lei. Così fui costretta ad alzarmi e a trovarmene un altro. Mi sedetti in seconda fila, accanto ad una ragazzina con i capelli corti e castani. Non parlammo molto, primo perché non ci conoscevamo e anche perché dovevamo guardare quello stupito film per poi parlarne con tutti gli altri.
Ma qualche giorno dopo la ragazza mi cercò per parlare un po' con me, a ricreazione. Diventammo amiche, andai a casa sua una sola volta, le volevo molto bene. Ma lei iniziò a trattami molto male, a prendersi gioco di me. Non so cosa accadde ma cominciò a rispondermi male, a rivolgermi parole cattive.
Mamma parlò con lei e con i suoi genitori quando le dissi la verità riguardo a quello che succedeva, e Merwdith spari dalla mia vita. Non so cosa disse mamma per farla andare via, ma mi dispiacque perché comunque io volevo bene a quella ragazza.
Ma mamma voleva proteggermi, e se pensava che la persona che mi stava affianco non andava bene per me, secondo i suoi pensieri, faceva in modo di allontanarla da me.
Ho sempre odiato questo lato del suo carattere.

In classe io ed Elizabeth eravamo vicine l'una all'altra, la ricreazione la usavamo per stare con gli altri anche se stare separate era doloroso, ma lo facevamo soltanto per non destare sospetti. Lei aveva le sue amicizie, io soltanto Michael, che da giorni era strano e assente con me. Mi parlava pochissimo, e quando non era con me restava con i suoi amichetti dell'ultima fila. Li sentivo molto bene. Parlavano male di me. Io ero ancora quella nuova, la secchiona lesbica. Lo so che lo pensavano. Pensavano ancora che io stessi cercando di condizionare Elizabeth. Quando mi avvicinavo a loro mentre stavano parlando, interrompevano i discorsi per poi ricominciare quando mi allontanavo. Anche se non sembrava, a me non dava fastidio. Di loro mi importava poco. Gli ignoravo e loro erano così cretini da continuare nonostante la mia indifferenza. Era come se non esistessero. Ero abituata alle prese in giro, ormai non mi stupivo nemmeno più. L'unica cosa che non riuscivo ancora a capire era perché attirassi su di me tutto quel disprezzo e odio. Non facevo mai nulla per farmi odiare. Era semplicemente il mio viso a non stare simpatico, lo compresi. A scuola era come se fossi insensibile, a casa mi chiudevo in camera con le mie "armi" usate per punirmi. Soffrivo, nonostante tutto soffrivo.
Elizabeth non notò mai le mie nuove cicatrici, io non gliele mostravo mai.
Come ho già detto, Michael era strano con me.
Tutto tra noi era strano, non soltanto lui. Lo stavo perdendo.
Una mattina, al termine delle lezioni, mi rivolsi a lui per chiedergli se voleva studiare con me. Era stata un'idea di Elizabeth, perché anche lei aveva notato il disagio del ragazzo. Lei restò accanto a me e fece finta di scrivere una cosa sul quaderno mentre io mi rivestivo.
<< Michael?>> lo chiamai chiudendo lo zaino.
<< Si?>> disse lui senza neppure guardarmi, sistemandosi le cuffie alle orecchie.
<< Oggi resti a scuola con me? Oppure andiamo a studiare assieme in biblioteca?>> gli chiesi con un sorriso. Lui si fermò un attimo dallo sistemarsi , poi alzò lo sguardo su di me.
<< Non lo so. Non credo, ho da fare a casa oggi>> disse abbassando lo sguardo, poi mi diede le spalle. Elizabeth mi guardò poi guardò lui con disgusto. Non ce la feci più.
<< Perché mi tratti così? Che ti ho fatto?>> gli chiesi alzando la voce. Lui si fermò, restando immobile per un attimo poi si voltò di nuovo verso di me. Era serio come al solito, ma questa volta non lo era soltanto lui. Che si sbrigasse a dire quello che aveva nella testa, qualsiasi cosa fosse.
<< Non ho niente contro di te ok? Piantala di fare la vittima>> esclamò. Spalancai gli occhi e lo guardai come se fosse pazzo.
<< La vittima? E quando mai avrei fatto la vittima scusa?>> lo aggredii. Lui rise e scosse la testa.
<< Lascia perdere>>
<< No, dimmi quello che ti passa per la testa e basta>> esclamai portando le mani ai fianchi. Michael alzò gli occhi al cielo, poi indicò Elizabeth ferma alle mie spalle.
<< Che sta succedendo tra voi due? Da quando Thomas l'ha lasciata>> disse indicandomi << state sempre appicciate. Sparite per minuti a ricreazione, non...>>
<< Stiamo assieme ok?>> disse Elizabeth alzandosi << Io la amo. E lei ama me. Stiamo assieme. Non siamo dei mostri soltanto perché ci amiamo, soltanto perché siamo due ragazze>>
Mi voltai a guardare Elizabeth per non guardare Michael. Lei mi sorrise poi distolse lo sguardo per indirizzarlo verso il ragazzo. Lo sentii sospirare forte, e quando tornai a guardalo lui sorrise.
<< Allora è vero che sei lesbica. Avevano ragione>> disse dandomi il voltastomaco.
<< Non ci posso credere. Che cazzo stai cercando di dire?>> lo aggredii. Lui alzò le spalle e si sistemò lo zaino sulle spalle.
<< Che loro avevano ragione. Sei lesbica, e le hai fatto il lavaggio del cervello. Che cazzo facevi allora con Thomas? Ora capisco perché ti ha tradita>>
<< Stai zitto>> urlai, furiosa.
<< Tu non sai un cazzo di me e di Thomas. È questo che hai detto ai tuoi amici? Io ti voglio bene, e tu stai rovinando tutto>> lo aggredii. In quel momento notai il suo sorriso di scherno farsi più triste, ma si trattò soltanto di un momento perché poi tornò a guardarmi con cattiveria.
<< Lasciami stare>> esclamò, poi si voltò ed uscì dalla classe, senza aggiungere nient'altro. Mi lasciai andare a un sospiro sofferto, poi sentii le mani di Elizabeth sulle mie spalle. Mi strinse forte a se, ed io affondai il volto nel suo petto. L'avevo perso? Avevo perso il mio amico?
A lui facevo schifo. Gli avevamo detto la verità e a lui facevo schifo. Cercai di non piangere perché non volevo farlo in un luogo che non era casa mia.
Ero troppo esposta.

She's not afraidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora